Aziende e sharing economy: si cresce solo collaborando

“Competizione vs collaborazione? No, oggi per essere competitive le aziende devono essere collaborative. È l’affermarsi di sharing economy e coworking”, così Rossella Sobrero spiega perché la collaborazione è al centro del Salone della CSR e dell’Innovazione Sociale, in programma il 7 e l’8 ottobre alla Bocconi di Milano

Pubblicato il 07 Ott 2014

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Rossella Sobrero, docente di Comunicazione Pubblica e Sociale all’Università degli Studi di Milano e organizzatrice del Salone della CSR (Corporate Social Responsibility) e dell’Innovazione Sociale

“Collaborazione e condivisione. In un contesto socio-economico complesso, come quello creato dalla crisi, si può ripartire solo collaborando e condividendo”. Dunque, la sharing economy ci tirerà fuori dalla crisi? “Sarebbe una visione troppo ottimista, ma sicuramente il nuovo modo di fare economia sta influenzando il comportamento delle grandi aziende e il rapporto con il consumatore”.

Sharing economy, un italiano su tre vuole provarla

Così Rossella Sobrero, docente di Comunicazione Pubblica e Sociale all’Università degli Studi di Milano e organizzatrice del Salone della CSR (Corporate Social Responsibility) e dell’Innovazione Sociale, spiega perché proprio i processi collaborativi sono al centro dell’evento, in programma il 7 e l’8 ottobre all’Università Bocconi di Milano.

Il Salone, giunto alla seconda edizione, vuole accendere i riflettori sulla dimensione collaborativa dell’economia, intesa come nuovo modo di intendere le relazioni tra imprese, organizzazioni non profit, pubblica amministrazione, persone, per il raggiungimento di obiettivi di interesse comune, legati ad esigenze fondamentali come la salute, il lavoro, la salvaguardia ambientale, il risparmio, la gestione della famiglia.

“Del resto questa è l’innovazione sociale, basata proprio sullo sharing: un modo nuovo di risolvere problemi vecchi, cercando di ottenere vantaggi per tutta la comunità” continua la Sobrero. E puntualizza: “Quando le risorse economiche diminuiscono, per andare avanti è necessario condividere opportunità e competenze: ecco perché si sono affermate tendenze lavorative come il coworking, dove più startup non solo condividono gli stessi spazi riducendo così i costi, ma mettono l’una al servizio dell’altra le competenze di più persone. Pensate anche al car sharing, o a quello che sta succedendo nei saloni di bellezza: molti parrucchieri mettono a disposizione delle giovani leve del mestiere poltrone, forbici e casco. Così, chi non ha la possibilità di aprire il proprio salone, può optare per questa nuova tendenza”.

Insomma, il mondo del lavoro sembra aver fatto proprio il detto ‘l’unione fa la forza’. E, in questo modello economico rivoluzionario, anche il ruolo delle grandi aziende è cambiato. “Fino a poco tempo fa – continua la docente – era netta la distinzione tra competizione e collaborazione: o si era competitivi o si era collaborativi. Oggi le cose sono cambiate: per essere competitive, le aziende devono essere collaborative. Ecco perché molte grandi aziende decidono di collaborare anche con i concorrenti: pur senza fondersi e mantenendo ognuna i propri prodotti e la propria identità, mettono insieme idee e progetti per trovare una strada comune per crescere e affermarsi sul mercato”.

Non solo. “Le aziende devono confrontarsi con un consumatore che non agisce più in maniera acritica, ma vuole conoscere il prodotto e partecipare alle iniziative dell’azienda. Da qui l’importanza di comunicare con il consumatore su tutti i piani, dalla comunicazione aziendale ai social network, ma anche di ascoltarlo per conoscerne esigenze e bisogni” conclude la Sobrero.

Il programma del Salone della CSR e dell’Innovazione Sociale

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