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Artificial General Intelligence (AGI): che cos’è e cosa potrà fare l’AI forte

Il termine AGI racchiude il significato di un sistema capace di apprendere, comprendere e funzionare in modo quasi indistinguibile da un’intelligenza umana. A differenza della “narrow AI”, non sarebbe limitata a compiti specifici, ma potrebbe trasferire conoscenze e competenze attraverso diversi domini, risolvendo problemi

Pubblicato il 02 Gen 2024

Artificial General intelligence

L’intelligenza artificiale (IA) ha compiuto un viaggio straordinario dalle sue origini teoriche fino alle moderne ambizioni di sviluppare un’Intelligenza Generale Artificiale, o Artificial General Intelligence (AGI).

Le radici dell’IA risalgono agli anni ’50, quando scienziati come l’inglese Alan Turing iniziarono a interrogarsi sulla possibilità di realizzare macchine capaci di pensare. Con la creazione del primo programma di scacchi e la nascita di linguaggi di programmazione come LISP, l’IA iniziò a prendere forma. Negli anni successivi, il settore ha attraversato periodi di intenso ottimismo, noti come “estati dell’IA”, seguiti da fasi di delusione e riduzione dei finanziamenti, i cosiddetti “inverni dell’IA”.

Tuttavia, con l’avvento di algoritmi di apprendimento profondo (deep learning) e l’incremento esponenziale della potenza di calcolo, l’IA ha compiuto progressi notevoli, superando le prestazioni umane in compiti specifici come il riconoscimento delle immagini e, da ultimo, la generazione di testi, immagini e codice.

Dalle origini dell’IA alle ambizioni dell’AGI

Oggi, l’ambizione di raggiungere l’AGI, un’intelligenza artificiale con la capacità di apprendere, comprendere e funzionare in modo pressocché indistinguibile da un’intelligenza umana, rappresenta l’ultima frontiera. L’AGI non sarebbe limitata a compiti specifici, ma potrebbe trasferire conoscenze e competenze attraverso diversi domini, risolvendo problemi complessi e adattandosi a nuovi ambienti con una flessibilità paragonabile a quella umana.

Sebbene l’AGI rimanga un obiettivo a lungo termine, la ricerca in questo ambito solleva questioni etiche e filosofiche significative, stimolando un dibattito globale sulla direzione futura e sul ruolo delle macchine intelligenti.

Cos’è l’AGI, Artificial General intelligence

L’Artificial General Intelligence (AGI), anche detta “AI forte”, mira a creare macchine con capacità cognitive paragonabili a quelle umane. A differenza dell’IA tradizionale, focalizzata su compiti specifici e dominii ristretti (la cosiddetta “narrow AI”), l’AGI aspira a sviluppare sistemi in grado di comprendere, imparare e applicare conoscenze in una vasta gamma di situazioni, proprio come fa un essere umano. Questo tipo di intelligenza non si limiterebbe a eseguire compiti per cui è stata programmata, ma potrebbe teoricamente ragionare astrattamente, fare piani, comprendere il linguaggio, e persino essere dotata di coscienza.

Realizzare un’AGI comporta sfide immense, che vanno dall’elaborazione di nuovi modelli di apprendimento e memorizzazione, all’integrazione di diverse forme di conoscenza in un unico sistema. Inoltre, l’AGI solleva questioni etiche e di sicurezza critiche, poiché un’intelligenza di tale livello potrebbe avere impatti imprevedibili sulla società. I ricercatori devono considerare come garantire che queste intelligenze artificiali avanzate agiscano in modo allineato con gli interessi umani. Nonostante questi ostacoli, l’AGI rimane un obiettivo affascinante che potrebbe rivoluzionare il nostro modo di vivere, lavorare e interagire con la tecnologia.

Le caratteristiche dell’Artificial General intelligence

L’intelligenza artificiale forte viene spesso associata all’Intelligenza Generale Artificiale (AGI) ed è caratterizzata dalla capacità di eseguire qualsiasi compito intellettuale che un essere umano può svolgere. Una delle sue caratteristiche principali è l’autocoscienza: l’IA forte può essere consapevole di sé, comprendere le proprie azioni e riflettere sulle proprie esperienze. Questo livello di consapevolezza richiederebbe un’elaborazione e una comprensione del linguaggio naturale, nonché la capacità di apprendere in modo autonomo, senza la necessità di essere esplicitamente programmata per ogni nuovo compito.

Un’altra caratteristica essenziale è l’adattabilità. L’IA forte dovrebbe essere in grado di trasferire conoscenze da un dominio all’altro, generalizzando le esperienze passate per affrontare nuove sfide. Questa flessibilità cognitiva le permetterebbe di risolvere problemi complessi, formulare giudizi morali, prendere decisioni etiche e persino sviluppare intuizioni creative.

Inoltre, l’intelligenza artificiale forte dovrebbe possedere la capacità di apprendere in modo incrementale e cumulativo, costruendo un corpus di conoscenze sempre più ampio e interconnesso, simile a come gli esseri umani costruiscono e utilizzano la loro conoscenza nel corso della vita.

Infine, l’IA forte dovrebbe essere in grado di interagire con gli esseri umani in modo significativo, comprendendo le emozioni umane e rispondendo in modo appropriato, facilitando un’interazione armoniosa e naturale tra uomo e macchina.

Le differenze tra Artificial General Intelligence e AI specializzata

L’AGI e l’intelligenza artificiale specializzata sono concetti distinti nel campo dell’IA. Mentre l’AGI è un sistema dotato di capacità cognitive universali, che consentono di apprendere, comprendere e operare in una vasta gamma di domini e contesti, l’intelligenza artificiale specializzata (o “debole”) è progettata per eseguire compiti specifici e ben definiti, come il riconoscimento di immagini, la traduzione linguistica o il gioco degli scacchi. L’IA specializzata eccelle nell’ottimizzazione di compiti particolari, ma non può andare oltre i limiti del suo ambito predefinito. L’IA specializzata è già ampiamente utilizzata e continua a progredire, guidando l’innovazione in molteplici industrie e applicazioni pratiche.

Le componenti chiave dell’Artificial General intelligence

Le componenti chiave dell’Intelligenza Generale Artificiale (AGI) includono l’apprendimento autonomo, la capacità di ragionare e di generalizzare le conoscenze acquisite per applicarle a una varietà di problemi e contesti. Un sistema AGI deve essere in grado di comprendere e interpretare il linguaggio naturale al livello umano, permettendo una comunicazione fluida e un’interazione significativa con gli esseri umani. La flessibilità cognitiva è essenziale, consentendo all’AGI di adattarsi a situazioni impreviste e di trasferire apprendimenti da un dominio all’altro senza necessità di riconfigurazione specifica. Infine, l’AGI dovrebbe possedere un sistema di valori etici e morali per prendere decisioni responsabili che allineino con gli interessi e i valori umani, garantendo così un’integrazione sicura e benefica nella società.

Storia e sviluppo dell’Intelligenza Artificiale Generale

La storia e lo sviluppo dell’Intelligenza Generale Artificiale (AGI) sono intrinsecamente legati all’evoluzione dell’intelligenza artificiale (IA) come campo di ricerca. L’idea di creare macchine dotate di intelligenza comparabile a quella umana affonda le sue radici nel mito e nella fantascienza, ma ha iniziato a prendere forma scientifica a metà del XX secolo. Negli anni ’50 e ’60, la ricerca in IA ha avuto i suoi primi successi con programmi capaci di risolvere problemi di algebra e giocare a scacchi. Ma il concetto di AGI come tale ha iniziato a guadagnare attenzione solo negli ultimi decenni, quando i progressi nella potenza di calcolo e nelle tecniche di apprendimento automatico hanno reso possibile l’elaborazione di grandi quantità di dati e l’apprendimento da esperienze complesse.

Negli ultimi anni, infatti, la tendenza ad ampliare il campo dell’AGI è molto cresciuta. Durante i primi anni 2000, si è sviluppato un grande interesse nei vari centri di ricerca in tutto il mondo; tra questi, l’IDSIA in Svizzera, l’RPI e il Carnegie Mellon negli Stati Uniti. Si stima che, dal 2017, oltre quaranta organizzazioni stiano attivamente cercando di sviluppare l’AGI.

Il forte interesse scientifico ha fatto nascere l’Artificial General Intelligence Society, organizzazione senza scopo di lucro finalizzata al perseguimento di una serie di obiettivi riguardanti l’AGI:

  • promuovere lo studio e la progettazione di sistemi;
  • facilitare la cooperazione e la comunicazione tra coloro che sono interessati allo studio;
  • tenere convegni e incontri per la comunicazione delle conoscenze;
  • produrre pubblicazioni riguardanti la ricerca e lo sviluppo;
  • pubblicizzare e diffondere con altri mezzi conoscenze e opinioni.

Lo sviluppo di un’autonoma comunità incentrata sull’AGI, creatasi gradualmente, è coinciso in gran parte con un aumento della legittimità accordata alla ricerca all’interno della comunità AI nel suo complesso. I ricercatori coinvolti nella comunità hanno sviluppato i loro studi, progetti, ipotesi costruttive, seguendo diverse direzioni, tra queste, alcune passano attraverso la costruzione architetture ispirate alla psicologia cognitiva e alla neurobiologia. In alcuni casi, i loro studi si sono concentrati sulla derivazione di risultati matematici riguardanti la formalizzazione dell’intelligenza generale, creando correlazioni con l’informatica teorica e la teoria delle decisioni statistiche[2].

Goertzel e l’“ipotesi di AGI fondamentale”

Benjamin Goertzel, fondatore di Singularitynet, ha articolato una prima e unitaria “ipotesi AGI fondamentale”, vale a dire che “la creazione e lo studio di intelligenze sintetiche con ambito sufficientemente ampio (ad esempio a livello umano) e forte capacità di generalizzazione, è in fondo qualitativamente diverso dalla creazione e lo studio di intelligenze sintetiche con un ambito significativamente più ristretto e una capacità di generalizzazione più debole.”

“Né la teoria né la pratica dell’AGI sono ancora così mature: l’AGI a livello umano potrebbe non essere così lontana nel tempo, ma ci sono sicuramente molteplici intuizioni e integrazioni sostanziali necessarie per arrivarci”, scriveva Goertzel sul proprio sito nel 2021. “Tuttavia, sono più ottimista ora rispetto a un paio di anni fa sul fatto che il percorso per finalizzare la ricerca di AGI a livello umano possa procedere attraverso una sinergia elegante e praticamente operativa di teoria concettuale/matematica con l’ingegneria e la sperimentazione. Né la fisica laser né i fratelli Wright, ma una via di mezzo”.

Foto del profilo di Ben Goertzel

Ben Goertzel (immagine da profilo LinkedIn)

La cd. “ipotesi AGI fondamentale” si propone l’obiettivo di mettere d’accordo tutti i ricercatori della comunità, prescindendo dal loro intento di concettualizzare l’AGI in un settore piuttosto che in un altro. I principali scritti di Goertzel sull’argomento sono consultabili qui.

Sull’AI generativa, Goertzel emette un giudizio tranciante: “Avendo organizzato conferenze annuali sulla ricerca sull’Intelligenza Artificiale Generale dal 2006, e lavorando alla relativa ricerca e sviluppo da un paio di decenni prima, ho visto un bel po’ di approcci teorici e pratici verso il ‘grande obiettivo’ di creare macchine che possano davvero pensare. Naturalmente, in un certo senso tutta questa esperienza ha un valore limitato, perché né la mia ricerca né quella di nessun altro si sono ancora dimostrate capaci di produrre una vera macchina pensante. Ma penso di essere arrivato a capire abbastanza bene le questioni rilevanti. Quindi sono molto fiducioso quando vi dico: l’architettura di base e l’algoritmica alla base di ChatGPT e di tutti gli altri moderni sistemi deep-nn sono totalmente incapaci di intelligenza generale a livello umano o oltre, per la loro natura di base. Tali reti neurali potrebbero far parte di un’AGI, certo, ma non la parte cognitiva principale”.

Le potenzialità dell’AGI: un cambiamento di paradigma

Le potenzialità dell’Intelligenza Generale Artificiale (AGI) rappresentano un cambiamento di paradigma perché segnano una transizione fondamentale nella relazione tra tecnologia e intelligenza, aprendo la strada a sistemi che non solo eseguono compiti, ma “comprendono” e apprendono in modo autonomo. Questo salto qualitativo nell’intelligenza delle macchine implica che l’AGI potrebbe teoricamente assumere qualsiasi compito intellettuale, da quelli più meccanici e ripetitivi a quelli che richiedono creatività, empatia e giudizio morale. Un tale sistema non sarebbe più uno strumento limitato, ma un’entità con la capacità di iniziare, modificare e portare a termine processi complessi in modo indipendente, collaborando con gli esseri umani o operando autonomamente.

L’AGI potrebbe quindi affrontare problemi globali complessi, come il cambiamento climatico o le pandemie, con una velocità e una profondità di analisi impossibili per gli esseri umani. Potrebbe anche democratizzare l’accesso all’istruzione e all’assistenza sanitaria, personalizzando l’apprendimento e i trattamenti medici. Potrebbe portare inoltre a una nuova era di innovazione, accelerando la ricerca e lo sviluppo in tutti i campi.

Tuttavia, questo cambiamento di paradigma solleva questioni senza precedenti riguardo l’etica, la sicurezza, la governance e l’impatto socioeconomico, poiché potrebbe ridefinire il lavoro, la responsabilità e persino la natura dell’intelligenza. La sfida sta nel garantire che l’AGI sia sviluppata e gestita in modo che i suoi benefici siano massimizzati, minimizzando i rischi e assicurando che il progresso tecnologico proceda in armonia con il bene dell’umanità.

Le potenzialità dell’Intelligenza Generale Artificiale (AGI) sono straordinariamente ampie e promettono di portare cambiamenti profondi in quasi tutti i settori della vita umana.

Automazione avanzata e impatto sul lavoro

Nell’industria, l’AGI potrebbe ottimizzare la produzione, ridurre gli sprechi e migliorare la progettazione dei prodotti, mentre nel settore dei servizi potrebbe fornire assistenza personalizzata e di alta qualità. In termini di impatto sociale, l’AGI potrebbe contribuire a risolvere sfide globali come il cambiamento climatico, analizzando dati ambientali per proporre strategie di mitigazione efficaci. Potrebbe inoltre rivoluzionare l’istruzione, fornendo un apprendimento personalizzato e accessibile a studenti di tutto il mondo.

AGI nella ricerca scientifica e innovazione

Nel campo della medicina, un’AGI potrebbe sintetizzare vasti volumi di ricerca per sviluppare nuove cure, personalizzare terapie per pazienti individuali e gestire sistemi sanitari complessi. In ambito scientifico, potrebbe accelerare la ricerca, elaborando ipotesi e conducendo esperimenti virtuali per scoprire nuove leggi della natura o materiali innovativi.

Con la sua capacità di apprendere, comprendere e applicare competenze in una vasta gamma di domini, l’AGI può assistere i ricercatori nell’analisi di grandi set di dati, identificando pattern e correlazioni che altrimenti sarebbero impercettibili. Questo può portare a progressi significativi in settori come la fisica delle particelle, dove potrebbe accelerare la scoperta di nuove particelle subatomiche. Inoltre, l’AGI può contribuire alla progettazione di materiali innovativi con proprietà su misura per applicazioni specifiche, migliorando l’efficienza energetica e la sostenibilità. La sua capacità di simulare esperimenti complessi in ambienti virtuali può ridurre i costi e i tempi associati alla ricerca tradizionale, permettendo agli scienziati di testare ipotesi e teorie in modo più rapido ed efficace. In definitiva, l’AGI potrebbe non solo espandere le frontiere della conoscenza umana, ma anche facilitare lo sviluppo di soluzioni innovative ai problemi globali più pressanti.

AGI: nuovi approcci nel machine learning e data processing

L’avvento dell’Intelligenza Generale Artificiale (AGI) segna un’evoluzione significativa negli approcci al machine learning e al data processing, portando con sé la promessa di superare i limiti degli algoritmi di apprendimento automatico specializzati. Mentre le tecniche tradizionali di machine learning richiedono spesso grandi quantità di dati etichettati e sono progettate per compiti specifici, l’AGI introduce la possibilità di apprendimento trasferibile e multidisciplinare, in cui un sistema può generalizzare la conoscenza acquisita in un dominio per risolvere problemi in ambiti completamente diversi. Questo significa che l’AGI potrebbe teoricamente imparare la struttura di una proteina, per poi applicare quella comprensione per ottimizzare reti di distribuzione energetica, tutto ciò senza essere esplicitamente programmato per ciascun compito.

Inoltre, può migliorare l’efficienza del data processing attraverso la sua capacità di elaborare e interpretare enormi volumi di dati in modo più intuitivo e contestualizzato, estrapolando insights più profondi che vanno oltre le capacità degli algoritmi convenzionali. Questi avanzamenti potrebbero portare a breakthroughs in campi come la bioinformatica, l’analisi predittiva e la robotica, dove la comprensione e l’adattamento continuo sono essenziali per il progresso.

AGI e l’evoluzione dei sistemi decisionali

L’Intelligenza Generale Artificiale (AGI) rappresenta un salto qualitativo nell’evoluzione dei sistemi decisionali, offrendo la prospettiva di macchine che possono prendere decisioni complesse con un grado di autonomia e adattabilità paragonabile a quello umano. A differenza dei sistemi di intelligenza artificiale tradizionali, che operano entro parametri ben definiti e spesso richiedono interventi umani per gestire situazioni non previste, l’AGI è progettata per comprendere e operare in una varietà di contesti dinamici e imprevedibili. Questo si traduce in sistemi capaci di valutare una moltitudine di variabili, apprendere dalle esperienze passate e persino esercitare giudizio morale o etico quando necessario.

In scenari come la gestione delle emergenze o l’ottimizzazione delle risorse, l’AGI potrebbe analizzare dati in tempo reale, prevedere scenari futuri e formulare strategie ottimali senza la latenza associata al processo decisionale umano. Questo potrebbe portare a sistemi di supporto decisionale avanzati che assistono i leader politici, i manager aziendali e i professionisti in una vasta gamma di settori, migliorando l’efficienza, riducendo gli errori e potenziando l’innovazione strategica.

Prepararsi all’Artificial General intelligence: educazione e formazione

La preparazione all’avvento dell’Intelligenza Generale Artificiale (AGI) richiede un ripensamento dell’educazione e della formazione a tutti i livelli. È fondamentale che i curricula scolastici incorporino una comprensione di base dell’IA e delle sue implicazioni, non solo per gli studenti di discipline STEM, ma per tutti, dato che l’AGI influenzerà ogni aspetto della vita lavorativa e sociale. Questo significa anche promuovere l’alfabetizzazione digitale e il pensiero computazionale fin dalla prima età. In secondo luogo, la formazione superiore e professionale dovrebbe enfatizzare le competenze interdisciplinari e le soft skills, come il pensiero critico, la creatività, la capacità di problem solving e l’intelligenza emotiva, che sono qualità distintamente umane e più difficili da replicare per le macchine.

L’apprendimento continuo e l’aggiornamento professionale diventeranno ancora più critici, poiché l’AGI potrebbe rapidamente cambiare il panorama occupazionale, rendendo alcune competenze obsolete e creandone di nuove. Le istituzioni educative, le aziende e i governi dovrebbero collaborare per sviluppare programmi di formazione e riconversione professionale che consentano ai lavoratori di adattarsi ai cambiamenti indotti dall’AGI. Infine, è essenziale promuovere una comprensione etica e filosofica dell’AGI, per preparare individui capaci di affrontare le questioni morali e sociali legate all’uso e al controllo di queste dirompenti tecnologie.

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Pierluigi Sandonnini
Pierluigi Sandonnini

Ho una formazione ibrida, tecnologica e umanistica. Nuove tecnologie I&CT e trasformazione digitale sono i miei principali campi di interesse. Ho iniziato a lavorare nella carta stampata, mi sono fatto le ossa al Corriere delle Telecomunicazioni negli anni a cavallo del Duemila. Collaboro con Digital360 dal 2020

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