È operativo il Fondo Corporate Partners I di CDP Venture Capital Sgr. Si tratta di un fondo di corporate venture capital che mira a coinvolgere le principali aziende italiane per far crescere l’ecosistema “venture” italiano grazie all’investimento e al supporto a startup e PMI innovative nei settori più strategici per il Paese.
Negli Stati Uniti oggi il corporate venture capital contribuisce più del 50% al totale degli investimenti in startup, mentre in Italia, per ora, soltanto il 20%. Per contribuire a colmare questa distanza, CDP Venture Capital ha scelto di promuovere, attraverso il fondo Corporate Partners I, lo sviluppo di questo elemento fondamentale dell’ecosistema.
Con una dotazione iniziale di 180 milioni di euro allocati da CDP Equity e dal Ministero dello Sviluppo economico, il Fondo opera su quattro comparti: IndustryTech, EnergyTech, ServiceTech e InfraTech.
Corporate Partners I, come funziona il nuovo fondo CDP Venture Capital
Il Fondo Corporate Partners I è il nono fondo di investimento lanciato da CDP Venture Capital Sgr, in linea con gli obiettivi del Piano Industriale 2020-2022 che prevede un equilibrato mix di investimenti diretti e indiretti a sostegno dell’intero ecosistema italiano del venture capital.
È gestito dal Responsabile Marino Giocondi insieme a Laura Scaramella, Carlotta Orlando, Gregorio Rodriguez d’Acri e Jacopo Volpi.
Il Fondo è costituito da quattro comparti, ciascuno focalizzato su una filiera strategica, con la partecipazione operativa delle corporate dello specifico settore di competenza:
- Industry Tech, comparto orientato alla ricerca di soluzioni legate a nuove tecnologie nel settore industriale manifatturiero, per la produzione e l’automazione industriale nei campi della robotica, stampa 3d, Internet of Things, applicazioni di nuovi software e hardware per la gestione e il controllo dei processi o soluzioni per la sicurezza degli operatori tramite sensoristica VR & AR;
- Energy Tech, che focalizza l’attenzione su tematiche relative alla transizione energetica come l’efficientamento, la mobilità elettrica, la gestione e il controllo delle infrastrutture di rete di distribuzione, così come l’esplorazione dei vettori energetici emergenti come l’idrogeno;
- Service Tech incentrato su soluzioni per la transizione digitale delle corporate operanti nei servizi finanziari, assicurativi e B2B information afferenti, di cui alcuni esempi di ambiti di innovazione possono essere i pagamenti, soluzioni di wealth management, credit scoring innovativo, microassicurazioni personalizzate, applicazioni al settore di tecnologie e soluzione di Big Data Analytics e Cybersecurity;
- Infra Tech, specializzato sui processi di progettazione, pianificazione, monitoraggio e gestione di cantieri e infrastrutture.
Nelle prime settimane di operatività, il Fondo Corporate Partners I ha già siglato un primo importante closing da 57 milioni di euro, relativo all’Industry Tech.
Grandi aziende di primo piano nel settore industriale e manifatturiero italiano, come il Gruppo Adler, leader nella produzione di soluzioni per l’industria dei trasporti, il Gruppo Camozzi, leader nell’automazione industriale e il Gruppo Marcegaglia, leader nella trasformazione dell’acciaio, sono infatti i primi investitori corporate del Fondo che sarà completato con l’ingresso di nuovi referenti provenienti dai diversi settori-chiave nel prossimo futuro.
L’obiettivo del Fondo Corporate Partners I è di chiudere la raccolta in tutti i comparti entro la fine del 2021, con un target di sottoscrizioni pari a 100 milioni di euro per ciascuno dei quattro ambiti previsti.
Un fondo per stimolare il Corporate Venture Capital
“Il corporate venture capital è uno strumento essenziale per garantire lo sviluppo di un Paese come l’Italia, leader o co-leader mondiale in diverse filiere e processi produttivi” dichiara Enrico Resmini, Amministratore Delegato e Direttore Generale di CDP Venture Capital Sgr.
“Le corporate già presenti da anni sul mercato si trovano oggi ad affrontare quotidianamente una competizione su vari fronti a causa del continuo progresso tecnologico e della conseguente trasformazione dei mercati. Allo stesso tempo le startup italiane trovano spesso grandi difficoltà nel reperire i fondi necessari alle prime fasi di sviluppo rispetto a realtà analoghe provenienti da ecosistemi esteri più strutturati. L’approccio dell’Open Innovation è quindi cruciale sia per garantire opportunità di sviluppo all’interno del Paese alle giovani realtà innovative, sia per permettere alle aziende esistenti di anticipare i nuovi trend e velocizzare i tempi di risposta di fronte a sfide sempre più complesse”.