LETTURE

Anticipare, la parola chiave per l’innovazione (anche) nella manifattura

Anticipate è il titolo del libro in cui Ronald Brown, già CEO di diverse startup, spiega perché riuscire a pensare come i clienti è una capacità chiave per innovare. Anche nel settore manifatturiero

Pubblicato il 05 Apr 2023

Virna Motta

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Parafrasando le parole dell’autore nell’incipit del libro, ANTICIPARE è la parola chiave nello sviluppo di nuovi prodotti. Saper capire, interpretare i bisogni ed essere capaci di pensare come (e in sostituzione) i nostri clienti sono competenze chiave nelle aziende del nuovo millennio. Attenzione però ai passi falsi, che Brown affronta nel libro.

Anticipate, i principi delle organizzazioni agili nel manifatturiero

Anticipate, The architecture of Small Team Innovation and Product Success”, è un’opera del 2010 ed è, a mio avviso interessante, il continuo citare casi concreti che applicano i principi AGILI in un contesto manifatturieri. È sorprendente come, già 13 anni fa, l’autore porti casi concreti di aziende che hanno sviluppato prodotti di successo con metodologie AGILI, quando ancora queste metodologie non erano così diffuse fuori dal mondo SW.

Il focus è l’innovazione di prodotto (fisico, non software!). Lo stile è molto preciso, dettagliato e ricco di riferimenti bibliografici. La posizione dell’autore è ben chiara ma è sempre supportata da dati, ricerche e studi molto ben documentati.

Che cos’è l’innovazione e come si fa

Il libro si apre con la definizione di innovazione più classica: innovare significa processare gli “inputs” per creare qualcosa di diverso dall’esistente, che sia orientato alla creazione di valore comprovato.

È una definizione che sottintende alcuni concetti, sviluppati molto bene dall’autore nel corso del libro, sintetizzate di seguito:

  1. L’innovazione è un processo: tutti hanno buone idee di continuo, il difficile è metterle in pratica. Diversi studi mostrano che il problema più spinoso che incontrano le organizzazioni oggi è la trasformazione dell’idea in un prodotto/servizio di reale valore per il cliente. Per affrontare ciò, l’autore suggerisce di lavorare in modo incrementale e iterativo (continui riferimenti alla metodologia SCRUM)
  2. Il processo di innovazione deve essere agito da un team (o da più teams) che abbiano autonomia, capacità e “potere” per farlo. Anche in questo caso ritornano i riferimenti al “team empowered” tipico delle metodologie AGILI. Ciò presuppone un Top Management incline alla delega (e cultura del feedback), incline al rischio, attento alla formazione e promotore di una vision chiara
  3. Il processo, per creare valore, deve portare a individuare e mitigare i rischi. Non c’è innovazione senza rischio. La cultura dell’errore (così, quindi, quella della sperimentazione) deve essere qualcosa di assolutamente consolidato in azienda affinchè il processo di innovazione possa portare realmente frutto. In particolare, l’autore cita 5 tipologie di rischio:
    • Market: stima dei clienti. Capire chi sono i clienti e la quantificazione della “massa critica” da raggiungere affichè il business sia sostenibile.
    • Competition: siamo facilmente copiabili e quindi sostituibili? O, al contraio, stiamo sviluppando qualcosa di “troppo innovativo” o “troppo esclusivo” e quindi ci stiamo costruendo una gabbia d’oro?
    • Operation (manufacturing): quantità e qualità di ciò che si produce
    • Finance: come si muoveranno i margini?
    • Team: le persone hanno le giuste competenze e la giusta motivazione?

Le abilità delle organizzazioni per fare innovazione

L’autore suggerisce di mappare i progetti di innovazione in una matrice che tenga in considerazione le 5 dimensioni citate qui sopra per avere una direzione chiara verso cui tendere.

  1. L’organizzazione tutta deve possedere alcune abilità:
    • saper “unire i puntini” (l’autore cita Steve Jobs). Unire i puntini significa inerpretare i bisogni dei clienti, processare le informazioni di contesto competitivo e di mercato, comprendere l’evoluzione sociale e l’evoluzione tecnologica. In sostanza: guardare al passato per “predire” l’evoluzione di ciò che potrà accadere. In questo modo sarà più facile cogliere, o addirittura costruire, le opportunità. Questo concetto presuppone, come è facile capire, l’accesso a più informazioni possibili dall’esterno. Ma anche saper organizzare quelle interne con delle pratiche di Knowledge Management efficaci.
    • lavorare con “entrepreneurial mindset” o, addirittura meglio, con “entrepreneurial spirit”. Tutti devono essere orientati al valore, trovando e sostenendo con dati la giusta collocazione della propria idea nel contesto aziendale.

È convinzione dell’autore che queste siano “soft skills” che possono essere insegnate (e tenute allenate) affinchè il “creative thinking” sia alla base dell’agire di tutti.

  1. Comunicare all’esterno (e all’interno) l’innovazione in modo efficace. Lavorare a nuove tecnologie che nessuno comprende (e quindi non è disposto a “pagare”) è assolutamente deleterio.

L’ultimo capitolo del libro mostra il “Product Viability Index”. Un indice calcolato su 39 parametri proposti dall’autore che restituisce la “prontezza” al mercato del prodotto che è stato sviluppato. Il calcolo dell’indice va reiterato nelle diverse fasi di avanzamento del progetto di sviluppo prodotto (si incastra perfettamente con il concetto di “User Story” proprio di SCRUM). I 39 principi costituiscono una check list a cui è sottoposto il prodotto ad ogni iterazione / incremento. In questo modo il team è sicuro di non perdersi delle “feature” importanti durante lo sviluppo.

Dal testo risulta molto evidente come l’innovazione sia un lavoro di squadra: marketing, comunicazione, R&D e Operation. Tutti coinvolti nel seguire la vision e nel creare valore riconosciuto dal cliente. L’innovazione è un procecesso che permea l’azienda intera, che deve essere organizzato, deve essere agito da persone competenti e motivate.

Anticipare per farsi trovare pronti

Nessuno ha la sfera di cristallo, non si può predire il futuro, ma pianificare per poter ANTICIPARE assolutamente si. Avere coscienza e conoscenza delle situazioni, dei fenomeni, degli asset è fondamentale. Ciò ci permette di essere pronti quando l’imprevisto accadrà. L’approccio AGILE permette, prima di tutto, di farsi trovare pronti! L’approccio iterativo e incrementale aiuta anche, in alcune situazioni portate a esempio da Brown, a costruire qualcosa di nuovo, anticipando il futuro.

Sembra una ricetta facile sulla carta. La difficoltà sta nell’esecuzione. Assicurarsi che gli ingredienti siano di prima qualità, assicurarsi che i passaggi siano rispettati, assicurarsi di aver adattato la ricetta in base agli utensili disponibili (leggi: asset aziendali, capitale umano).

Ai lettori più allenati a questi temi il libro, forse, non svela nulla di particolarmente nuovo. Fornisce, tuttavia, molti esempi concreti che possono aiutare a mettere i concetti in pratica (che, guarda caso, è la parte più difficile!)

4 citazioni del libro da ricordare

  • “It’s true that most essential element in creating high performance teams
    is getting teams member to personally support each other. Collaboration, trust, information sharing and collective problem solving are essentials
  • “Creative thinking is a style of decision making that promotes divergence as a principle and accepts that there is no one “right” answer”

  • “Find an exceptional idea, and you can reduce market risk by 25%. Find a strong value proposition, with a compelling differentiator, and you can reduce it by another 25%.”

  • “Average ideas are hard to kill because exceptional ideas are so hard to find”

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Virna Motta

Innovation Manager per Pirelli e professore al Politecnico di Milano, mi occupo di Innovazione, Change Management, Strategy & People Empowerment

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