Concluso un 2015 di transizione ma molto importante per le start up italiane, come ben rappresentato alcuni giorni fa dalla relazione del Mise ad opera di Stefano Firpo, si tratta ora di “capitalizzare” nel 2016, anno in cui mi auguro si possa registrare l’importante e necessaria affermazione del ruolo delle imprese innovative per la crescita e l’ammodernamento di questo Paese. Magari facendo restare in Italia startup come VisLab, all’avanguardia nel mondo nel settore delle tecnologie per auto senza conducente. Ma procediamo per punti,
La startup: voglio scommettere su chi seguirà il modello americano di newco tecnologica (NTBF), ovvero imprese costituite recentemente che crescono e scalano il mercato con rapidità e remunerazione per coloro che ne sono coinvolti direttamente: azionisti, collaboratori e clienti. Fondate con un modello di business che integra prodotti reali e tangibili con servizi ed economie di scala rispetto alla concorrenza, e attività imprenditoriali che offrono più proposte di valore ad una clientela segmentata. In Italia punto su Eggtronic: tecnologia, integrazione di hardware e software e ampio mercato worldwide. Si tratta del giusto mix di apporto di mezzi e competenze proprie, capitale di debito (privato e pubblico) e significativo capitale di rischio.
L’azienda innovativa: la vera azienda innovativa è quella che saprà crearsi un mercato profittevole e non solo “di immagine” nella mobilità sostenibile, in grado di impiegare un carburante ecocompatibile con caratteristiche performanti rispetto agli attuali derivati dal petrolio. Tesla, forse. Toyota, Mercedes-Benz, BMW e FCA in una prospettiva di sempre maggiori attività operative nei confronti delle newco e grazie al contributo dell’open innovation. Ma non dimentichiamo Boeing per l’impegno nello sviluppo di un biocarburante sostenibile per l’aviazione.
Il personaggio internazionale: voglio citare un giovane ancora poco conosciuto, almeno in Italia, George Hotz: a 26 anni, senza budget, nel suo garage ha “aperto” i sistemi di Apple e di Sony. Ora si è focalizzato sui sistemi di guida autonoma per automobili e, notizia di pochi giorni fa, è riuscito a costruire da zero una automobile in grado di guidarsi da sola.
Il personaggio italiano: Sergio Marchionne, dopo aver guidato il profondo rinnovamento della FIAT può diventare un manager ancora più disruptive nell’introdurre in modo sistematico l’open innovation in una worlwide big corporate.
Il prodotto: il mezzo di trasporto (automobile, aeromobile) alimentato a biocarburante sostenibile con un’autonomia reale allineata con le aspettative della clientela.
Il brand hi-tech: in ambito IT sono di facile individuazione anche per il cliente finale (Apple, Samsung, Huawei, LG). Nel settore mobilità sono noti solo agli addetti ai lavori o agli esperti di innovazione, il grande pubblico non ha ancora scelto i suoi campioni.
Tecnologia: punto decisamente sulla meccatronica unita alla miniaturizzazione e sui biocarburanti sostenibili.
Trend hi-tech: credo che nel 2016 ci si concentrerà ancora sull’auto (guida autonoma, ibrido, elettrico), realtà aumentata, display/LED flessibili. Anche la gestione dei big data necessiterà di un ulteriore sviluppo. Le applicazioni IT dovranno dimostrare la loro redditività, in caso contrario saranno marginalizzati.
Il mercato: elettronica di consumo e mobilità sostenibile (automotive e aerospace). In ogni caso meccatronica. La “bolla” dei servizi digitali sta ridimensionandosi, dopo anni di ipervalutazione. Credo che tornerà anche il tema del biotech, ma sicuramente con valori più ridotti rispetto al settore dell’elettronica di consumo e dell’auto. Una sorpresa potrebbe essere rappresentata dalla sanità digitale.
Per approfondire il tema dell’open innovation, conoscerla e soprattutto capire come guidarla e trarne vantaggio, si può far riferimento all’iniziativa del Gruppo Digital360: una piattaforma che a 360° tocca tutti i temi dell’innovazione aperta.