A CDP Venture Capital arrivano nuovi capitali “promessi” dal Mise per dare una ulteriore spinta agli investimenti sulle startup e le PMI innovative. Un passo avanti ma bisogna farne altri. Angelo Coletta, imprenditore (è tra gli altri impegni founder e CEO della startup di visual commerce Zakeke) è stato presidente di Italia Startup dal 2018 al 2021, portando l’associazione alla fusione con Apsti (L’associazione dei Parchi Tecnologici) da cui è nata InnovUp e chiede un importante salto di qualità nell’impegno finanziario a favore dell’ecosistema italiano dell’innovazione. Dopo Riccardo Donadon e Marco Bicocchi Pichi con lui proseguiamo la serie di incontri con i presidenti dell’associazione di riferimento per l’ecosistema in occasione dei 10 anni dello StartupAct
Dieci anni dopo, qual è il tuo bilancio dello Startup Act?
Il bilancio è sicuramente positivo. Le startup sono entrate nel vocabolario della politica economica e si intravede finalmente un ecosistema che nel suo complesso ha ora una struttura per poter crescere e scalare in tutte le sue componenti.
Che cosa ha funzionato e che cosa non ha funzionato?
Ha funzionato l’idea di creare una legislazione ad hoc che ha permesso che il fenomeno cominciasse ad essere “classificato” e quindi visibile. Ciò che non ha funzionato è che la norma non può sostituire la cultura del rischio e dell’innovazione su cui c’è ancora tantissimo da fare
Che cosa serve per i prossimi 10 anni? Tre priorità a partire dalla prossima legislatura
1) una politica di lungo termine in termini di risorse per sostenere la crescita finanziaria di tutto l’ecosistema: almeno 5 miliari di euro l’anno per i prossimi 5-7 anni
2) migliorare complessivamente il legal framework pro-innovazione, allineandolo ai migliori standard internazionali. Siamo ancora un po’ barocchi per attrarre talenti sul nostro territorio a tutti i livelli (startupper, manager,top manager, gestori fi fondi di successo, etc) e per professionalizzare e managerialjzzare tutto ecosistema. Siamo ancora culturalmente troppo provinciali
3) investire come Paese sulle hard skill. Soprattutto i laureati stem devono quintuplicare nel prossimo decennio se vogliamo essere attori nelle industry significative del futuro
Una domanda personale: che cosa facevi nella primavera – estate del 2012? Eri già impegnato con le startup?
Si sudava molto in quell’estate…e non era per il caldo. Nel 2012 ero impegnato nella battaglia per far crescere la mia startup bookingshow, nel settore del ticketing degli eventi, che nel 2017 sono riuscito a vendere con soddisfazione.