Amazon contro negozi, 10 anni di caduta libera del retail americano

Dal 2006 al 2017 il valore di mercato di alcuni grandi catene come Sears e JCPenny è precipitato di quasi il 100%, mentre quello della società di Bezos è cresciuto di oltre il 2000%. Resiste solo Wallmart. Ecco perché l’innovazione è necessaria per la sopravvivenza

Pubblicato il 07 Giu 2017

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Il mercato del retail “fisico” è in caduta libera. Lo dimostra questo grafico realizzato da Yahoo Finance, che evidenzia come il valore di alcune grandi catene statunitensi delle vendite sia crollato fino a raggiungere in un paio di casi quasi il 100% in meno nell’arco dell’ultima decina di anni. Contemporaneamente, neanche a dirlo, Amazon, colosso delle vendite online, è vertiginosamente schizzato verso l’alto, fino a raggiungere + 2347%. Un fenomeno, quello dei negozi che muoiono, che sembra aggravarsi di giorno in giorno, tanto che si parla di “apocalisse americana”.

Retail, cosa insegna l’apocalisse americana

In base alle statistiche elaborate da Yahoo il risultato peggiore è quello di Sears, storica catena di grande distribuzione fondata nel 1886 da Richard Warren Sears e Alvah Curtis Roebuck, inizialmente basata su vendite per catalogo e poi passata al “fisico” con l’apertura del suo primo negozio nel 1925: il colosso di Chicago è passato da 27,8 miliardi di dollari di valore di mercato nel 2006 a 1,2 miliardi al 31 marzo 2017, con un crollo del 96%. Molto male anche JCPenny, grandi magazzini del Texas, scesi da 18,1 a 1,7 miliardi nel periodo già citato, con un calo del 91%. Segue Koh’ls, fondata nel 1962 a Milwaukee, nel Wisconsin, in caduta verticale del 73%. Tempi duri anche per i grandi magazzini Macy’s, un tempo lustro di New York, che perdono il 64% del valore. Da questa lista nera si salva soltanto, con poco margine, Wallmart: dai 214 miliardi di dollari del 2016 è salito ai 217,8 del 2017.

Inutile dire che il paragone con Amazon è spiazzante. Nello stesso periodo preso in esame il gigante dell’e-commerce è passato da un valore di mercato di 17,5 miliardi di dollari agli attuali 428,3 miliardi.

Quindi c’è la morte in vista per i negozi brick and mortar, ovvero quelli legati all’economia reale e caratterizzati dall’esistenza di strutture aziendali fisiche in cui i clienti possono recarsi di persona per vedere ed acquistare i prodotti? Non tutti la pensano così. Una delle chiavi per la loro sopravvivenza è l’innovazione.

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