Il 2022 sarà l’anno della svolta per gli investimenti sull’innovazione in Italia? L’emendamento al Decreto Infrastrutture approvato alla Camera lunedì 25 ottobre (data da ricordare e e poi spiegherò perché), che assegna altri 2 miliardi di euro al Fondo Nazionale Innovazione, è certamente una buona notizia e spinge all’ottimismo ma non giustifica facili entusiasmi. L’Italia ha una gap significativo da recuperare rispetto ad altri Paesi europei simili al nostro (basti pensare alla Spagna o alla Francia) e per riuscirci dovrebbe fare molto di più. Ma da qualche parte bisogna pur cominciare e una decisione come quella votata dai deputati può certamente avere un impatto positivo sull’ecosistema.
Da dove arrivano i 2 miliardi? Da una dotazione di 40 miliardi di Cassa Depositi e Presiti per la ricapitalizzazione delle grandi imprese. Si tratta del cosiddetto Patrimonio Rilancio istituito nel 2020. Per dare a Cesare quel che è di Cesare, va ricordato che l’emendamento porta la firma di Sestino Giacomoni, deputato di Forza Italia, dall’anno scorso Presidente della Commissione bicamerale di vigilanza sulla Cassa Depositi e Prestiti, uno dei più stretti collaboratori di Silvio Berlusconi soprattutto sui temi di natura economica.
Quando arriveranno questi soldi? Difficile prevederlo al momento. Entro il 31 dicembre i 2 miliardi devono essere assegnati al Ministero dello Sviluppo Economico. A quel punto sarà il ministro Giancarlo Giorgetti che dovrà utilizzarli per alimentare fondi di venture capital e il venture debt istituiti da CDP Venture Capital fino a un ammontare di 2 miliardi. Facile immaginare, quindi, prima della primavera 2022 non si arriverà alla conclusione del primo tratto della trafila burocratica. Dalla manifestazione di una volontà alla sua attuazione il passo è di solito lungo in Italia e non manca mai un diavolo pronto a mettere la coda nei dettagli. Vediamo quanto tempo passerà dal 25 ottobre 2021 prima che i 2 miliardi siano davvero disponibili.
“La nascita del Fondo Nazionale Innovazione ha significato un’iniezione di fiducia e ottimismo per tutti gli imprenditori innovativi. Linfa vitale per startup e scaleup in un Paese in cui il mercato del Venture Capital stenta a dimostrare visione e lungimiranza”, dice Angelo Coletta, presidente di InnovUp. “La nuova disponibilità di 2 miliardi è un’ottima notizia . Ora è importante che questi soldi vengano effettivamente utilizzati”. Anche perché sono destinati ad avere sul mercato uno straordinario effetto leva.
Nell’emendamento la disponibilità di capitali aggiuntivi è condizione per il conferimento dei fondi: CDP Venture Capital o altri investitori dovranno impegnare almeno il 30% della cifra sottoscritta. Se tutti i 2 miliardi saranno impiegati, si arriverà quindi a una massa di investimento di circa 3 miliardi. “Considerando i moltiplicatori , una misura di questo tipo se ben implementata mobiliterebbe nei 10/15 anni successivi, almeno un’altra decina di miliardi di investimenti privati in startup e società hi-tech italiane”, dice Gianluca Dettori, presidente di VC Hub Italia. “Questa potrebbe essere una svolta per tutto il settore dell’innovazione”.