SOSTENIBILITÀ & INNOVAZIONE

Sostenilibilità, 11 startup che aiutano a ridurre gli sprechi d’acqua

Piove sempre meno e fa sempre più caldo. La siccità è un’emergenza da affrontare con un cambiamento delle abitudini ma anche con l’innovazione. Ecco 11 startup da conoscere per ridurre i consumi di acqua, da casa ai campi

Pubblicato il 01 Lug 2022

Photo by Matt Palmer on Unsplash

Con il crescente riscaldamento globale, diventa sempre più preoccupante il problema della siccità. Per ridurre i consumi d’acqua serve l’attenzione di tutti per evitare gli sprechi ma vengono in aituo anche tecnologie e innovazione. Sono numerose le startup contro la siccità, perché con le loro soluzioni permettono di utilizzare l’acqua in maniera più sostenibile, dal lavaggio dell’auto all’irrigazione dei campi. In questo articolo ne abbiamo selezionate 11.

Che cos’è la siccità, lo spreco italiano, le misure per risparmiare

Il processo di desertificazione sta colpendo, tra le altre aree geografiche, gran parte dell’Europa mediterranea e l’Italia non fa eccezione. Il Gruppo intergovernativo sul Cambiamento Climatico (IPCC) definisce siccità come “insolito e temporaneo deficit di disponibilità d’acqua, con conseguenti impatti economici, sociali e ambientali negativi”. Il bilancio idrico va in negativo se le temperature aumentano eccessivamente, se c’è una carenza o una tempistica inadeguata delle precipitazioni. La siccità, caratterizzata da un’evoluzione lenta, costituisce un problema per tutto il ciclo idrologico: dalle precipitazioni all’umidità del suolo, dalle acque sotterranee ai flussi fluviali ai serbatoi. È un problema quindi a tutto tondo, e in quanto tale comprende rischi per tutta la società.

L’ANBI dipinge una situazione tutt’altro che ideale, in cui la Sicilia è sul podio per percentuale di territorio a rischio di desertificazione col 70%, seguono il Molise con il 58%, la Puglia (57%), la Basilicata (55%). Tra il 30% e il 50% troviamo: Sardegna, Marche, Emilia Romagna, Umbria, Abruzzo e Campania; tra il 10% ed il 25%: Calabria, Toscana, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Veneto e Piemonte.

Il problema della desertificazione è principalmente legato al cambiamento climatico: piogge prolungate o brevi e violente sono entrambe dannose per l’equilibrio chimico del suolo. Massimo Gargano, direttore generale ANBI, la definisce come “processo lento e in qualche modo irreversibile di riduzione o distruzione del potenziale biologico del suolo, legato a diversi fattori come il clima, le proprietà del suolo e soprattutto le attività umane”.

Il consumo eccessivo di acqua: il dramma dello spreco italiano

Oltre ai problemi climatici, a peggiorare il bilancio idrico si aggiunge anche l’azione dell’uomo. Si è stimato che il consumo pro capite italiano di acqua potabile è molto elevato rispetto ai dati europei: tra i 215 e i 236 (nelle grandi città) litri per abitante al giorno, contro la media europea di 125 litri secondo Istat 2018 e 2020.

Investimenti italiani nel settore idrico:

L’indagine condotta da Utilitalia (Associazione delle imprese idriche energetiche e ambientali), sommando gli investimenti del Recovery plan ai progetti delle aziende associate candidabili a essere finanziati dal Pnrr ha stimato che 11 miliardi di euro nei prossimi 5 anni verranno investiti in serbatoi, nuovi approvvigionamenti, riutilizzo delle acque reflue, riduzione delle dispersioni e interconnessioni tra acquedotti.

La risposta europea alla siccità: gli Irrigants d’Europe

Le maggiori associazioni europee che gestiscono l’irrigazione ed il consumo dell’acqua nell’agricoltura si sono unite nel 2017 a creare Irrigants d’Europe per creare politiche di coesione effettive nella lotta contro la siccità, la sicurezza alimentare e il cambiamento climatico. Tra i membri troviamo l’Associazione Nazionale Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e Acque Irrigue (ANBI) unita alla spagnola FERNACORE, alla portoghese FENAREG e a IRRIGANTS DE FRANCE.

Le misure delle Regioni italiane per ridurre il consumo d’acqua

Conferenza delle Regioni e Protezione Civile concordano sulla gravità del fenomeno idrico italiano dovuto ad un aumento delle temperature e scarsità di precipitazioni. In attesa di un decreto specifico, Comuni e Regioni si iniziano a muovere con misure straordinarie: in Emilia Romagna e in Toscana è stato predisposto ai comuni di ridurre l’utilizzo dell’acqua potabile nei servizi non indispensabili, come lavare le auto, innaffiare gli orti e riempire le piscine private; in Lombardia si chiede ai cittadini di fare uso parsimonioso dell’acqua; il Piemonte, regione più colpita (il Lago Maggiore è calato di un metro e il Po non ha mai toccato punti così bassi da 70 anni a questa parte) ha emanato ordinanze restrittive per ridurre sprechi d’acqua; il Trentino chiude i rubinetti dalle 23 alle 6 di mattina. In Val d’Aosta si raziona l’acqua per uso non domestico; nel Lazio Zingaretti ha dichiarato lo stato di calamità; in Sardegna estate senza restrizioni ma rischio di incendio elevatissimo.

Soluzioni anti-siccità: attenzione allo spreco e innovazione tecnologica

Nella vita quotidiana si consiglia di installare rubinetti rompigetto (dispositivo che miscela acqua e aria in uscita così da diminuire il volume complessivo di acqua utilizzato), installare scarichi a doppia via piuttosto che scarichi vecchi con un solo pulsante, utilizzare lavastoviglie e lavatrice a pieno carico, preferire la doccia al bagno e riutilizzare l’acqua con cui si sono lavate frutta e verdura per innaffiare le piante… questi sono solo alcuni degli accorgimenti domestici che possono davvero fare la differenza.

In agricoltura il riuso dell’acqua depurata è una strategia vincente se il problema riguarda l’approvvigionamento delle acque superficiali (fiumi, laghi, bacini, e sorgenti) che stanno soffrendo le alte temperature. Ogni anno nei depuratori europei vengono trattati 40 miliardi di metri cubi di acque reflue, ma ne vengono utilizzati solo 964 milioni.

Anche la dissalazione, quindi la trasformazione da acqua di mare ad acqua potabile, è una soluzione resa possibile grazie all’evoluzione tecnologica del settore e all’abbattimento dei costi. In Italia solo lo 0,1% di approvvigionamento idrico è dovuto ad acque salmastre e gli impianti sono principalmente nelle grandi e piccole isole.

11 startup che propongono soluzioni contro la siccità

Sono numero i progetti innovativi che nel mondo hanno come obiettivo la riduzione dei consumi d’acqua all’interno della grande tendenza della sostenibilità. Qui abbiamo selezionate alcune startup da conoscere in questa difficile stagione di siccità.

1. Wash Out, lavare l’auto senza acqua

Startup e siccità, cominciamo da un’attività diffusa e che comporta un grande consumo d’acqua.

Si stima che per un lavaggio tradizionale dell’auto si consumino dagli 80 ai 140 litri d’acqua. Per risolvere questo spreco sono stati creati prodotti definiti savewater che non necessitano di risciacquo: basta un panno in microfibra per rimuovere le particelle dello sporco che si trovano in sospensione sulla carrozzeria per azione di polimeri contenuti nello spray. Il lavaggio a secco garantisce lucidità e pulizia (ad opera di cere emulsionate) e sostenibilità, visto che i tensioattivi contenuti all’interno sono biodegradabili. Altro vantaggio è la necessità di poco spazio

Su questi principi opera Washout, startup di Car Care a domicilio ed ecosostenibile per privati e business fondata nel 2016 e acquisita nel 2020 da Telepass. Washout permette di risparmiare fino a 160 litri d’acqua per ogni lavaggio. Nel 2021 il risparmio complessivo è stato di circa 26 milioni di litri d’acqua, con un aumento del 70% rispetto al 2020: una cifra che corrisponde a 170.000 docce evitate.

Oggi Washout è presente in sei città: Bologna, Firenze, Milano, Monza, Roma e Torino. Da gennaio 2022 ha cominciato il suo percorso di internazionalizzazione, dalla Francia: Parigi e Lione. La sostenibilità del modello non riguarda solo l’eliminazione dell’acqua: nelle città dove opera Washout si è riscontrata una riduzione delle emissioni di CO2 di 6.800 kg che equivalgono a 45.000 km di spostamenti casa/lavoro-autolavaggio.

Washout nonoffre solo lavaggio auto ma un’esperienza completa di Car Care, tra cui servizi di igienizzazione (dopo l’inizio della pandemia da Covid-19), rigenerazione degli interni, lucidatura ed exterior detailing. Ecologica perché utilizza prodotti waterless che si vaporizzano al momento dell’utilizzo. Inoltre un’applicazione digitale proprietaria le permette di semplificare i flussi operativi e di risparmiare tempo e costi.

La qualità del servizio, svolto completamente a mano, è assicurata dall’esperienza di Washer che vengono formati grazie alla Wash Out Academy di Milano, recentemente lanciata: un centro di formazione finalizzato al training degli specialisti del Car Care.

2. The Circle, il più grande impianto d’acquaponica d’Europa

Fondata a Roma nel 2016, la startup ha realizzato un impianto di acquaponica (un connubio simbiotico tra allevamento e agricoltura che permette di risparmiare il 90% di acqua rispetto all’agricoltura tradizionale: gli ortaggi che vengono coltivati fuori suolo e l’acquacoltura beneficiano in un circolo chiuso l’una dagli scarti dell’altra) di 5.000 metri quadrati, il più grande d’Europa.

Non è solo una startup contro la siccità. The Circle. non producendo nessun rifiuto e nessuna emissione, non solo è a impatto zero, ma a impatto positivo. Prevede una produzione per ettaro doppia rispetto alla norma, un risparmio annuale di emissioni di CO di 33.000 kg e un risparmio di 135 litri d’acqua per kg di prodotto. Non utilizza diserbanti, fertilizzanti di sintesi e antiparassitari e aumenta la velocità di crescita delle piante coltivate.

3. Ondo, una insurtech contro le perdie dacqua

Startup InsurTech londinese, Ondo è una startup decisamente anti siccità.
Infatti ha come obiettivo far diventare il sistema LeakBot (B2B InsurTech) uno standard in tutte le case. Agganciando un device alle tubature di casa fa sì che arrivino delle notifiche sullo smartphone in caso di guasti e perdite permettendo una rilevazione tempestiva. È stato stimato che il 40% dell’acqua in Italia non arriva al rubinetto per problemi ai tubi.

4. Altered, il rompigetto che riduce il consumo d’acqua

Design, esperienza del cliente e sostenibilità sono gli ingredienti di questa startup svedese, fondata nel 2016, per creare prodotti all’avanguardia. Tutti i prodotti di Altered, che siano per la doccia o per i lavandini hanno come obiettivo principale il risparmio d’acqua, tra cui un rompigetto che riduce fino al 98% il consumo di acqua. Ha recentemente avviato una partnership con Ikea.

5. Agrow Analytics, programmare l’irrigazione in base al terreno

Questa startup spagnola, fondata a Malaga nel 2021, ha sviluppato una piattaforma online che consente di risparmiare fino al 30% d’acqua nel settore agricolo monitorando il terreno e pianificando l’irrigazione distinguendo quali terreni necessitano di acqua e quali invece sono ancora abbastanza umidi e quindi troverebbero l’irrigazione precoce dannosa. L’obiettivo è arrivare ad un’agricoltura più efficiente e sostenibile. Tecnologia usata dal produttore di frutta e verdura SanLuca.

6. Hydrao, la doccia che ti avverte se consumi troppa acqua

Hydrao è  una startup contro la siccità. Fondata a Grenoble nel 2015,  ha come obiettivo “Preservare l’acqua potabile per le generazioni future attraverso la tecnologia“. Ha sviluppato tecnologie utili ed eco-responsabili (con un impatto ambientale positivo), per questo i prodotti sono senza batterie, autosufficienti dal punto di vista energetico e utilizzano una microturbina.

Ha sviluppato un soffione doccia educativo ed ecologico a LED che cambia colore a seconda dei consumi. La gamma dei colori va dal verde (consumo di 0-10 litri) al rosso (30-40 litri) con due misure intermedie: blu (10-20 litri) e viola (20-30).

7. SmartIsland, monitoraggio e data anlysis per l’agricoltura di precisione

Startup di agricoltura smart che opera nel precision farming, l’agricoltura di precisione, SmartIslad, fondata in Sicilia nel 2014, ha sviluppato diverse tecnologie per la sostenibilità idrica. “Daiki”, ad esempio,  è in grado di monitorare il fabbisogno idrico e climatico delle piante fin dal momento di piantazione. Con la Data Analysis, invece, permette di rilevare informazioni sullo stato di coltivazione della pianta.

SmartIsland ha partecipato al progetto “Acqua nelle nostre mani”, iniziativa di Finish e Future Food Institute che ha come obiettivo quello di combattere la siccità intervenendo concretamente sul territorio. Quest’anno la regione interessata è la Puglia, in particolare la provincia di Brindisi, nella quale verranno piantati 500 alberi di ulivo per ristabilire l’equilibrio del territorio trasformando il terreno da arido ad agricolo.

8. Orygini, l’affinamento dei vini nel mare di Sicilia

Una startup contro la siccità che usa l’acqua dove ancora c’è, nel mare. Innovativa, giovane e nuovissima (è stata fondata nel 2022 e viene presentata il 14 luglio a Palazzo Biscari, Catania), Orygini sfrutta il mare catanese per la propria sperimentazione vinicola. L’enologia etnea subisce un avanzamento grazie all’idea dei tre giovani amici Giuseppe Leone, Riccardo Peligra e Luca Catania che, in collaborazione con le cantine vinicole Benanti e Passopisciaro, svolgeranno la prima analisi di affinamento sottomarino in parallelo all’analisi di altri vini soggetti a invecchiamento tradizionale, tenendo conto degli stessi parametri. Le 2000 bottiglie di Etna Doc Rosso ed Etna Doc Bianco e le 200 bottiglie di Volcano gin vengono poste ad una profondità di 50 metri sotto il livello del mare in una gabbia metallica apposita nell’area marina protetta dell’Isola dei Ciclopi. Sommozzatori specializzati estrarranno mensilmente dei campioni durante tutta la durata dell’invecchiamento, quindi l’analisi chimica effettuata non sarà esclusivamente pre e post immersione delle bottiglie (pratica che avviene per molte cantine sottomarine). È quindi il primo esperimento in cui si monitora l’effettivo affinamento dei vini sott’acqua, tenendo in considerazione fattori come: la pressione, il buio totale, l’assenza di suoni, la temperatura costante, l’assenza di rumore.

Il risparmio energetico è un altro punto chiave: non è necessario regolare la temperatura e l’umidità con climatizzatori, né creare cantine isolate termicamente perché l’ambiente è naturalmente refrigerato. Si stima che verranno risparmiati 68 chilogrammi di CO2 ogni 1.000 bottiglie immerse. Un sistema di blockchain monitorerà la vita di ciascuna bottiglia.

9. Prime foglioline, gli ortaggi micro ma super 

Agricoltura 4.0 anche in Emilia Romagna, dove l’informatico Nilo Sori dal 2019 ha iniziato a coltivare micrortaggi in idroponica sfruttando l’energia dei pannelli fotovoltaici, la fibra di cocco e un programma informatico per gestire le coltivazioni in modo tale da piantare e recidere le piantine nel momento più opportuno per garantire freschezza. I micrortaggi sono considerati dei veri e propri superfood, perché sviluppano al proprio interno un concentrato di antiossidanti, sali minerali, carotenoidi e vitamine fino a 40 volte superiore a quello dei comuni ortaggi.

10 .Hexagro, l’orto urbano verticale

La startup milanese, fondata nel 2013, e presentata alla Design Week 2022 punta sul modello del living farming tree, ovvero dell’orto urbano verticale, digitalizzato e automatizzato che permette di avere cibo di alta qualità a chilometro zero, anzi, direttamente nel salotto. L’urban farming permette di coltivare frutta e verdura fresca tutto l’anno, è adatto a ogni tipo di abitazione perché le sezioni esagonali di cui è composto sono modulabili. è stato quindi scelto un design biofilico per gli orti indoor che sfruttano la tecnologia aeroponica, che permette un risparmio di risorse, in particolare di acqua, perché i nutrienti vengono nebulizzati direttamente sulle radici. Il progetto di questa startup è stato proposto per la prima volta nel 2013 in Costa Rica, nel 2021 è stato lanciato il Living Farming Tree

11. PROiNOS, in vigna con meno acqua

Startup e siccità, chiudiamo con PROiNOS, startup veneta fondata nel 2017, è risparmiare acqua per annaffiare le vigne tramite sensori collocati sui vigneti che emettono un segnale quando necessitano di irrigazione. La Cantina Sociale di Orsago ha promosso il progetto, che ha raccolto un numero sempre maggiore di aziende. L’articolazione tecnica del progetto prevede quattro fasi (difesa dalle attività, fertilizzazione, irrigazione e certificazione) che mirano a ridurre l’impatto generato dalla coltivazione della vite sull’acqua sia dal punto di vista qualitativo (inquinamento da nutrienti e antiparassitari) sia da quello quantitativo (scarsa efficienza d’uso della risorsa), anche nella prospettiva degli effetti indotti dai cambiamenti climatici.

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Cecilia Federici
Cecilia Federici

Studia Storia dell'Arte ma è appassionata di innovazione e tecnologia.

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