L'INCONTRO

Alessandro Benetton e il venture capital: con 2100 Ventures voglio innovare come ho fatto con il private equity

Alessandro Benetton racconta il suo nuovo impegno nel venture capital con il fondo 2100 Ventures. “Sono stato pioniere del private equity. Oggi essere venture capitalist è ‘cool’. Ma serve un investitore paneuropeo dal cuore italiano che investa nei giovani”. Le prime operazioni

Pubblicato il 22 Nov 2023

Alessandro Benetton

Alessandro Benetton e il venture capital con il fondo 2100 Ventures: è il nuovo capitolo nella storia dell’imprenditore, 60 anni il prossimo marzo, secondogenito di Luciano, il fondatore di un’azienda di abbigliamento diventata un grande gruppo che spazia dai servizi alla finanza.

Alessandro è stato pioniere e innovatore nel campo del private equity tra la fine degli anni Ottanta e gli inizi degli anni Novanta, e oggi, una trentina di anni dopo, vuole dare ulteriore impulso agli investimenti in Italia e in Europa lanciando 2100 Ventures, iniziativa di venture capital dedicata a startup e giovani founder. L’imprenditore, che presiede Edizione, la holding finanziaria controllata dalla famiglia Benetton, ha lanciato 2100 Ventures nel corso di una conferenza stampa di presentazione il 21 novembre 2023 a Milano. Ec0nomyUp ha raccolto le sue parole per capire meglio la filosofia e le ambizioni dietro questa nuova impresa.

“Negli anni Novanta, quando ho iniziato a fare l’imprenditore, il private equity era molto innovativo, quasi inesistente in Italia. Oggi la situazione è cambiata radicalmente”, racconta Benetton, che nel 1992, a 28 anni, ha fondato 21 Invest, realtà attiva nel mercato italiano dei fondi d’investimento. “Essere un venture capitalist è diventato ‘cool’, l’accesso ai capitali finanziari è più articolato rispetto al passato, quando si poteva fare affidamento quasi soltanto sulle banche tradizionali, e la cultura ha subito una grande trasformazione. Oggi si riesce a distinguere tra ‘unsuccess’, l’insuccesso, e ‘failure’, il fallimento, mentre una volta, se uno falliva in un’impresa, era marchiato a vita.”

Uno dei punti cardine di 2100 Ventures è l’importanza di investire nella propria comunità e nei giovani talenti, una strada che Benetton vede come promettente anche dal punto di vista finanziario. “Crediamo che aiutare un ecosistema significhi dare del valore. Non è solo una cosa positiva per la comunità stessa, ma può anche garantire un ritorno finanziario”, spiega l’imprenditore.

Proprio a sottolineare l’importanza della comunità e della contaminazione tra idee, la presentazione del nuovo veicolo di investimento è avvenuta nel contesto di una tavola rotonda con alcuni protagonisti del settore: Cameron McLain, co-fondatore e managing partner di Giant Ventures; Adil Bouhdadi, co-fondatore di Autone; Danila De Stefano, fondatrice di UnoBravo e Andrea Gennarini, co-fondatore e managing partner di 2100 Ventures. Il panel è stato moderato da Inès Makula, autrice di Made IT, uno dei principali podcast di imprenditoria digitale italiana.

2100 Ventures, come funziona il fondo di Alessandro Benetton

2100 Ventures nasce dall’incontro tra Alessandro Benetton e tre giovani professionisti con esperienza pregressa nel settore finanziario e del venture capital internazionale: Andrea Gennarini, Andrea Casasco e Andrea Gurnari. Un team che può contare anche sul supporto di autorevoli advisor come il business angel Luca Ascani, il General Partner di Unruly Capital Stefano Bernardi e il co-fondatore di Scalapay Raffaele Terrone.

Alessandro Benetton con i co-founders Andrea Gennarini, Andrea Casasco e Andrea Gurnari

Venture capital in sinergia tra Italia e Europa

Il fondo di venture capital lanciato da Alessandro Benetton, che avrà sede a Londra e Milano e una dotazione di capitale prevista di 30 milioni di euro, si pone l’obiettivo di rafforzare i legami tra l’ecosistema del VC italiano e quello europeo. Il team lavorerà a fianco dei migliori VC internazionali per attrarre investimenti esteri nelle startup italiane più promettenti, agevolando al contempo l’accesso dei founder europei al mercato italiano e del Sud Europa.

2100 Ventures investirà tra i 250 mila e i 750 mila euro per acquisire dall’ 1% al 5% di startup europee in fase early-stage (pre-seed, seed e Series A).

2100 Ventures, Benetton e la visione internazionale dell’innovazione

L’esperienza passata di Benetton nel campo del private equity e la sua formazione negli Stati Uniti hanno contribuito a formare la sua visione dell’innovazione e del mercato del venture capital. Dopo un Bachelor in Business Administration alla Boston University, ha conseguito un Master, sempre in Business Administration, alla Harvard University. Un’esperienza estremamente preziosa, soprattutto per l’incontro con il professor Michael Porter, economista statunitense di fama mondiale e uno dei maggiori esponenti della teoria della strategia manageriale, che è stato relatore della sua tesi su “Industrial Synergies in Sporting Goods Sector”.

“Grazie alla mia esperienza ho capito che l’approccio e l’accettazione dell’innovazione sono migliori negli Stati Uniti rispetto all’Italia. Quello che il professor Michael Porter mi ha insegnato è il metodo. Per esempio: il primo approccio deve essere sempre quello della data analysis. Oggi è ovvio, ma tre decenni fa non era così”.

“Quando poi sono rientrato in Italia, ho pensato di tornare al business di famiglia. Molti hanno pensato che fossi un figlio viziato, ma la verità è che, quando ho parlato con mio padre, lui mi ha detto: “Ti voglio bene e ti stimo molto, ma tra te e il management, preferisco il management. Così ho deciso di intraprendere la mia strada”. Strada che, da 21 Invest, lo ha condotto fino all’impresa di oggi, 2100 Ventures.

Perché è nata 2100 Ventures: un investitore paneuropeo dal cuore italiano

“L’ Europa sta per vivere una nuova era d’innovazione industriale” ha spiegato Benetton. “Le startup avranno un impatto sempre più importante sul tessuto industriale: che si tratti di creare nuovo valore dai dati, di aiutare le industrie tradizionali a innovarsi digitalmente, o di trovare nuovi modelli nella transizione globale verso un’economia sostenibile. Cerchiamo imprenditori che sognano in grande e che sfidano le difficoltà con ostinato ottimismo. 2100 Ventures nasce per sostenere queste imprese, per aiutare i tanti giovani founder dei vari settori, soprattutto italiani. Vogliamo essere un investitore paneuropeo dal cuore italiano”.

Il fondatore di 2100 Ventures guarda al futuro con ottimismo e vede grandi opportunità per il venture capital in Italia. “A volte si dice che è meglio andare in vacanza con le persone giuste, anche se nel posto sbagliato. Con i miei tre soci crediamo di essere le persone giuste nel posto giusto. Abbiamo anche degli advisor molto ferrati. Perché ci chiamiamo 2100? Perché, quando ho fondato 21 Invest, era il ventesimo secolo ma guardavo già al ventunesimo secolo, e ora vogliamo ulteriormente guardare al futuro con fiducia. Bisogna accettare il cambiamento come filosofia epocale di vita“.

I 3 elementi chiave di 2100 Ventures

L’unicità dell’iniziativa, a detta dei co-fondatori, risiede in tre elementi chiave: il vantaggio generazionale dei managing partners, poco più che trentenni e quindi capaci di instaurare un dialogo con i founder basato su una visione del mondo condivisa; un vasto network industriale focalizzato in particolare nel Sud Europa; un team che unisce un approccio fortemente imprenditoriale, competenze operative e solide esperienze internazionali.

Gli investimenti di 2100 Ventures

2100 Ventures ha già investito in sei startup, tra cui Jet HR, che si occupa dell’automatizzazione e semplificazione dei processi di gestione del personale delle PMI;  Autone, che favorisce la crescita di aziende retail attraverso la gestione data-driven dell’inventario; e BonusX, piattaforma che aiuta le persone ad accedere ai benefici fiscali e sociali. “Stiamo già lavorando per ridurre il gap oggi esistente tra l’ecosistema tecnologico italiano ed estero”, conclude Benetton.

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Luciana Maci
Luciana Maci

Giornalista professionista dal 1999, scrivo di innovazione, economia digitale, digital transformation e di come sta cambiando il mondo con le nuove tecnologie. Sono dal 2013 in Digital360 Group, prima in CorCom, poi in EconomyUp. In passato ho partecipato al primo esperimento di giornalismo collaborativo online in Italia (Misna).

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