“Sono americano, ma ho un’anima italiana. Quindi non giudico”. Con questa premessa Alec Ross fa pelo e contropelo all’ecosistema italiano del venture capital e delle startup. Senza censura, come lui stesso dice intervenendo con keynote speech a NewHope, l’assemblea pubblica di InnovUp a Roma. In pochi minuti un’analisi spietata, fatta all’investitore Alec Ross che, ricorda lui stesso, ha investito più di 800 milioni di dollari su 45 startup in cinque continenti.
Chi è Alec Ross
Alec Ross è stato consigliere del dipartimento di Stato per l’innovazione con Hillary Clinton e ha guidato la politica tecnologica per la campagna presidenziale di Barack Obama. Vive tra Stati e Italia, dove insegna alla Business School dell’Università di Bologna. Se può parlare da investitore, è perché è tra i fondatori di Amplo, società di venture capital con oltre 2 miliardi di dollari di asset.
I quattro messaggi di Alec Ross all’ecosistema italiano
Quattro i messaggi che Ross lancia nel suo speech, che riconosce uno spazio all’Italia nel sistema globale dell’innovazione (“collegare umanesimo con sviluppi tecnologici”) e invita all’ottimismo (“Non ho mai visto un pessimista cambiare il mondo”).
Primo: la paura è come un cancro per l’innovazione. “Servono investimenti più aggressivi per creare le startup che possono cambiare il Paese e l’Europa”
Secondo: guardiamo troppo a Roma e a Bruxelles. “Dobbiamo creare un ecosistema senza la mano dei governi”
Terzo: nell’ecosistema c’è troppa omogeneità, conformismo. E mancano le donne. Serve più diversità
Quarto: dobbiamo smettere di parlare di regolamentazione, prima dobbiamo creare i prodotti, come stanno facendo Stati Uniti e Cina con l’intelligenza artificiale. “In Europa c ‘è troppa attenzione alle regole. Ma l’arbitro non vince mai”.
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