Paratissima

A Torino si sperimentano nuovi modelli di stampa 3D

Durante l’evento in programma dal 6 al 10 novembre, verrà presentato RepRap, il progetto di Maurizio Mambrin per sondare il fenomeno dell’home 3D printing. In mostra anche la Move Machine 0.1, puzzle-scultura tridimensionale del Man Walking at ordinary speed di Muybridge

Pubblicato il 29 Ott 2013

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Un puzzle animato in 3D di quasi due metri per uno dell’opera d’inizio ‘900 “Man walking at ordinary speed”, realizzata dal fotografo inglese Eadweard James Muybridge, sarà una delle installazioni più suggestive che animeranno la nona edizione torinese di Paratissima. La manifestazione, in programma nel capoluogo piemontese dal 6 al 10 novembre, ospita artisti, creativi, fotografi, illustratori, pittori, stilisti, scrittori, registi e designer emergenti, che non sono ancora entrati nel circuito ufficiale dell’arte, e qualche nome affermato in vena di sperimentazione. La Move Machine 0.1, questo il nome dell’installazione 3D, è un’idea di Maurizio Mambrin, imprenditore seriale quarantenne e fondatore di Marvel 1901, laboratorio di sperimentazione nel contesto tecnologico, economico e sociale del RepRap Project. E’ un esperimento che si propone di sondare, con nove prototipi nell’arco di un anno, il fenomeno nascente dell’home 3D printing con lo scopo di capire il potenziale sviluppo di nuovi modelli organizzativi, produttivi, distributivi ed economici di quella che molti annunciano essere la nuova rivoluzione industriale. Il progetto RepRap, lanciato nel 2005 dall’ingegnere britannico Adrian Bower, si basa sul principio dell’autoriproduzione, ovvero la capacità di una stampante 3D di replicare buona parte dei suoi componenti e di rendere disponibili in Rete i file 3D dei prodotti, secondo logiche open source, eliminando di fatto l’esigenza di costose cattedrali industriali. Secondo i promotori di questa visione, la stampa 3D sta assumendo rapidamente i connotati della quarta rivoluzione industriale, quella che sancirà il superamento dei confini della prototipazione. In sostanza si passerà da una produzione di massa a una produzione a metà strada tra il peer-to-peer e il teletrasporto: i produttori si limiteranno a creare i file 3D che saranno poi distribuiti su Internet per essere realizzati dagli home-maker a casa propria o negozio che sia.

Intanto, a Paratissima si potrà sperimentare la Move Machine 0.1, novanta tessere modello tetris in Pla, una plastica biodegradabile ottenuta dal mais, che compongono un puzzle-scultura tridimensionale (90 x 3 x 180 cm) del Man Walking at ordinary speed di Muybridge, animato con la tecnica dell’ombrocinema. Tanta tecnologia per un’opera che ritorna alle origini del cinematografo, sfruttando quest’antica tecnica di animazione, wireless come si direbbe oggi, ottenuta sovrapponendo una griglia nera su un’immagine striata: normalmente si fa scorrere l’immagine per creare il movimento, in questo caso sarà il movimento degli spettatori a determinare lo stesso risultato. Altro aspetto intrigante è rappresentato dal fatto che i file 3D dell’opera saranno resi disponibili sul sito www.marvel1901.com, in modalità opensource, consentendo a chi lo vorrà di replicare la Move Machine 0.1 con la propria stampante RepRap in una sorta di grande evento unico e replicabile a livello globale.

L’ideatore Maurizio Mambrin è “uno di quei ragazzi cresciuti negli anni ’80 che, nei primi anni ’90, furono investiti dall’onda della new-economy”. Una ventina d’anni alle spalle come startupper di progetti innovativi dalla tecnologia al non profit, dall’editoria al cinema. Una quotazione allo Iem di Londra nel 2000 con la web-company torinese Emondo. Poi, la YouManCom, un’innovativa startup web per la raccolta fondi online in favore di progetti non profit, lanciata nel 2001 con il Gruppo Giuliani (quelli dell’Amaro), spentasi un paio di anni dopo per aver mancato il colpo della vendita a Matrix. Quindi, un’avventura ai confini della realtà con la torinese Opennet, uno spin-off del Csi Piemonte, il consorzio per il sistema informativo piemontese, esauritasi nell’arco di qualche anno a colpi di carte bollate e recriminazioni, intorno al progetto europeo Azioni Innovative. Infine, il cinema con la Barbablù, società di produzione torinese che puntava alla quotazione sul terzo mercato londinese per costruire un modello di finanziamento di tipo privato per le coproduzioni cinematografiche internazionali. La crisi finanziaria del 2008 si è portata via investitori e, ironia della sorte, anche il terzo mercato di Londra.

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