Il Giappone, di solito considerato un Paese conservatore e tradizionalista, ha emesso proprio in questi giorni i primi bond al mondo denominati in Bitcoin. Non è un caso che l’esperimento sia avvenuto a Tokyo e non a New York, Londra o a Milano. Nell’ultimo anno, il primo ministro giapponese Shinzo Abe ha trasformato il Giappone in uno dei paesi al mondo più favorevoli ai Bitcoin ed in generale alle criptovalute.
A questi trend strutturali, si aggiungono gli eventi politici locali. La tensioni tra gli USA e la Nord Corea hanno creato un grosso nervosismo in Asia nei confronti del dollaro, a tutto vantaggio delle criptovalute.
La prima emissione di bond denominati in Bitcoin è stata gestita da Fisco, un gruppo basato a Tokyo che si occupa di informazione finanziaria. È un esperimento condotto con l’emissione di bond per 200 Bitcoin con un valore al momento dell’emissione di circa $800.000. I titoli garantiscono un interesse del 3% per tre anni. L’interesse può sembrare minimo ma alla fine dei tre anni i possessori dei bond riceveranno 200 Bitcoin “in contanti”, di fatto guadagnando anche dall’aumento di valore della criptovaluta (o perdendo se il valore del Bitcoin dovesse scendere).
Per dare un’idea delle potenzialità—e dei rischi di volatilità—quando ho conosciuto il Bitcoin per la prima volta a Londra nel 2011 era quotato a $31, oggi ha superato i $4.000.
Masayuki Tashiro, responsabile dei prodotti per Fisco, ha già comunicato ai giornalisti che la sua azienda è pronta a sperimentare nuovi bond in criptovaluta. Restare aggiornati sul mercato asiatico del Fintech—la finanza tecnologica—diventa sempre più una scelta obbligata per le banche e gli operatori italiani. In passato, innovazioni come Internet, l’e-commerce ed i social media esplodevano in Europa 2-5 anni dopo gli Stati Uniti. Nei prossimi due anni l’innovazione probabilmente arriverà dall’Asia, almeno nel settore dei pagamenti. I fratelli Samwer, fondatori di Rocket Internet, sono diventati miliardari clonando in Europa i siti web americani. Sarà curioso quali amministratori delegati e imprenditori avranno l’intuizione di fare lo stesso oggi con l’Asia.
(Immagine: OiMax su Flickr)