Prerogativa importante per il progresso è la neutralità. Neutrale: termine di origine latina (- nessuno dei due -), generalmente riferito ad un Paese che si tiene “estraneo ad un conflitto”, non parteggia per alcuno dei contendenti. Quindi il progresso, inteso come avanzamento, evoluzione, deve essere neutrale, non va in contrapposizione con la tradizione, con la storia, seppure possa sembrare in antitesi in alcuni casi, anzi… Per usare un’assonanza col mondo nel quale lavoro, quello del digitale, del software, il progresso rappresenta un upgrade migliorativo e continuativo di versioni via via obsolete della sfera tecnologica ma soprattutto culturale. La cosa importante è che, proprio come accade per i software, è garantito un periodo di compatibilità del nuovo upgrade con quello esistente, periodo non determinato, nel quale tutti devono aggiornare la loro versione di software.
Non c’è progresso senza sostegno a chi resta indietro
Questa deve essere la convinzione di chi vuole governare il cambiamento, senza subirlo. Neutralità del progresso dunque in termini di equilibrio e convivenza equilibrata delle diversità, passato vs futuro, storia e tradizioni vs innovazione, donne vs uomini.
Il mondo è bello perché è vario. Questa frase, per quanto banale possa sembrare, racchiude in sé una grande consapevolezza della quale ahimè ci siamo convinti soltanto negli ultimi tempi, da quando le “diversità” sono considerate un valore aggiunto. Le diversità razziali, culturali e linguistiche, che un tempo erano anche causa di conflitti, oggi, in un mondo in cui la parola d’ordine è globalizzazione, diventano motivo di espansione in mercati nuovi e “diversi”.
Parlando di diversità riflettiamo un attimo sulla “diversità di genere”: la diversità tra l’uomo e la donna non strettamente legata agli aspetti biologici e fisici, ma inerente i loro tratti sociali e culturali.
L’approccio femminile alla molteplicità
Ci sono numerosi studi di carattere sociologico che sostengono la diversità di genere definendone l’origine in alcuni particolari orientamenti della donna e dell’uomo: è propria dell’orientamento femminile per esempio, la tendenza a visualizzare la realtà in termini di sfumature e complessità, contro la tendenza maschile a raffigurare la realtà come un insieme di netti contrasti e semplificazioni, bianco o nero, amico o nemico, vicino o lontano. Quello femminile dunque è un approccio alla molteplicità, contro il dualismo maschile.
Tutto questo ha avuto nella storia come naturale conseguenza la creazione di uno stereotipo femminile legato al mondo artistico, irrazionale e con forte coinvolgimento sentimentale.
Oggi assistiamo ad una svolta epocale: l’attenzione ai bisogni, la difesa dei diritti delle minoranze, la condanna della violenza come metodo di risoluzione delle controversie, la valorizzazione di tratti quali la gentilezza e la sensibilità (prettamente femminili), la diffusione di usi come la cosmetica e la cura della persona, sono tutti segnali di una crescente labilità nelle definizioni di genere.
Personalmente non mi stupisco di tutto ciò, la considero come una naturale ed inevitabile evoluzione, un progresso, una nuova fase di evoluzione della specie della quale i libri di storia parleranno, forse ai nostri nipoti o pronipoti. Sottolineo il termine “naturale”, perché credo che il processo non vada forzato. Anche questo è un upgrade del software e c’è un periodo di compatibilità col vecchio sistema, seppure la durata di tale periodo dipenda solo dai tempi della società. Si tratta infatti di un forte cambiamento con ripercussioni a 360 gradi nella vita dell’uomo, è necessario dunque rispettare i tempi naturali di gestione del cambiamento, senza forzare la mano.
Alla base del progresso, la storia ci insegna c’è sempre un sentimento di inquietudine, una volontà al cambiamento e al miglioramento, ma allo stesso tempo un sentimento di resistenza al cambiamento. E’ proprio questa resistenza che detta i tempi dell’evoluzione, è importante che gli uomini metabolizzino il cambiamento e gli effetti del cambiamento stesso.
La diversità come base del progresso
La diversità dunque come base del progresso dell’uomo, che non è detto porti a standardizzazione e uniformità, …. anzi. Quello che ci si aspetta al contrario è una valorizzazione delle diversità, guai a rendere tutto perfettamente uguale e scontato. Significherebbe di lì in avanti rinunciare al progresso.
Il ruolo femminile dunque sempre più vicino a quello maschile, ma con la certezza che non potranno mai sovrapporsi. Ciascuno con le proprie peculiarità, ciascuno con i propri valori e i propri limiti, l’uno a fianco all’altro. Questo è importante, l’uno a fianco all’altro, continueranno a garantire un progresso che non avrà mai fine, dal momento che le diversità tra i due generi non potranno mai azzerarsi.
Programmare il futuro senza distinzioni di sesso
Il futuro ci riserba ancora tanto progresso, progresso e progresso. Il treno è partito e non possiamo (e non vogliamo) più fermarlo. Ma se consideriamo il progresso come arricchimento (e non cancellazione) del passato, è proprio da questa valorizzazione delle diversità che dobbiamo cogliere i benefici del progresso.
Non dobbiamo spaventarci all’idea che l’intelligenza artificiale possa sostituirsi all’uomo. Le macchine sono progettate per dare risposte, gli uomini per fare domande. I robot non sostituiranno gli uomini, ma li aiuteranno a svolgere compiti e lavori che loro altrimenti non potrebbero svolgere. Non deve spaventarci il concetto di “Big Data”: se ho migliaia di persone di Roma che postano sui social “stiamo andando al mare ad Anzio”, velocemente le macchine sapranno che su quella strada ci sarà traffico, che i distributori di benzina si riempiranno di macchine in coda, che gli stabilimenti balneari finiranno lettini e ombrelloni, che i ristoranti faranno un ottimo incasso, etc. Le macchine non potranno mai sostituirsi agli uomini e qui mi viene in mente una citazione antica, a conferma della neutralità del progresso, e a dimostrazione della centralità dell’uomo e della sua insostituibilità: la citazione è presa dall’Antigone di Sofocle del 442 a.C. “Molte sono le realtà eccezionali, ma nulla è più eccezionale dell’uomo”.
Il progresso dunque continuerà ad evolvere…, ma continuerà ad essere neutrale? senza distinzione di sesso, tra uomini e donne, o di cultura, tra nord e sud, o di etnia, tra italiani o arabi. Dipende solo da noi se saremo in grado di insegnare alle macchine ad essere davvero neutrali. Il progresso è neutrale? Si lo è, finchè l’uomo continuerà a programmarlo così.