È il momento di osare. Mi piace aprire questo nuovo anno con l’invito che Nino Lo Bianco lancia dalla copertina del suo nuovo libro. Nel 2021 ci giochiamo molto. Come Paese, come aziende, come individui.
Conosco Nino Lo Bianco da almeno un decennio e di lui mi hanno sempre colpito l’energia e la curiosità. Nonostante l’età, mi verrebbe da aggiungere, sapendo che lui non se ne avrà a male. Perché Lo Bianco è quel che si dice un decano della consulenza manageriale in Italia: dopo una brillante esperienza internazionale, dal 2003 è presidente di BIP che ha fondato con Carlo Capé e Fabio Troiani e ha contribuito a far diventare in meno di 15 anni la prima multinazionale italiana del settore con circa 3000 persone nel mondo.
Riusciranno le aziende a sfruttare il potere del digitale? È il sottotitolo del libro di Lo Bianco, che pone la domanda-chiave in un momento in cui la politica sembra avvitarsi sulle tattiche attorno al Next Generation EU senza mostrare di avere una strategia per il Paese e le aziende rischiano di interpretare la crisi solo come opportunità per ridurre i costi senza una visione del futuro, senza comprendere che stiamo per entrare in una nuova era A.C., After Coronavirus, con effetti incomprensibili se non si cambia prospettiva.
Per questo trovo ammirevole la confessione di un’ottuagenario che scrive: “Si è creata una cesura tra la mia esperienza, maturata nei primi quarant’anni, e quella di questi ultimi sei-sette, tale da rendere molte delle acquisizioni di quegli anni, che ritenevo avrebbero avuto valore anche per il tempo a venire, obsolete”. Quanti manager assai più giovani sono capaci di ammettere che lavorano con una cassetta degli attrezzi “obsoleta”?
Lo Bianco ha scritto “È il momento di osare” per effetto dell’emergenza Covid, che gli ha lasciato il tempo e lo spazio mentale, ma il libro porta dentro almeno un decennio di riflessioni dopo il precedente titolo (Volevo fare il consulente) sul contesto economico italiano e il futuro della consulenza di fronte alla rivoluzione digitale. Non è ottimista, il pioniere, sul “futuro futuro”, come scrive lui, dell’Italia: “Se i trend attualmente rilevati non muteranno, sarà impossibile mantenere la nostra decima posizione mondiale nel ranking delle economie più industrializzate. La nostra ventisettesima posizione nella classifica dell’innovazione, senza un salto di cultura e un significativo investimento nel digitale, non dà scampo”.
Non c’è ottimismo ma non c’è neanche la resa a un inevitabile declino. Paradossalmente il Covid potrebbe aver generato un’opportunità inaspettata. “Lo scatto di orgoglio dell’Unione ha consentito alla Commissione Europea di varare un piano di investimenti senza precedenti. In quest’occasione, per la prima volta, il nostro Paese è stato privilegiato e gli ammontare che ci vengono assegnati sono più consistenti”.
Ecco perché il 2021 è il momento di osare! Di non aspettare che passi la bufera sperando tutto torni come prima ma di giocare all’attacco per cogliere un’opportunità che, se persa, potrebbe portare davvero al declino di un Paese (e certamente di molte imprese). “L’imperativo categorico è: non disperdere le risorse generate da questa inaspettata situazione”, scrive Lo Bianco, anticipando un ritornello del dibattito politico d’inizio anno. Ma dirlo non basta, se si fa solo tattica partitica. “La debolezza storica del nostro sistema economico è la derivata della scarsa visione di lungo termine ma, soprattutto, dell’incapacità del sistema di tradurre le statuizioni, leggi e regolamenti, in attuazione pratica”, avverte Lo Bianco.
Il 2021 sarà quindi decisivo per capire come staremo nel mondo nel decennio che si apre. C’è una grande partita politica da giocare, con una squadra che non è proprio da mondiale vista la sua abilità a palleggiare con i bonus, per garantire le condizioni a cittadini e imprese per essere “moderni” (e uso volutamente un termine antico). E poi ci sono le innumerevoli partite che piccole, medie e grandi aziende devono giocare, ricordando che non tutto dipende dal Governo e dai Partiti, dagli incentivi e dalle sovvenzioni.
“È cominciato il processo di selezione dei protagonisti del futuro”, scrive in chiusura del suo libro Nino Lo Bianco con spirito darwiniano: “Non sopravvivono i più forti ma quelli che si adattano meglio alle nuove situazioni. Sarà bellissimo. Sarà stimolante”.
Sarà bellissimo e sarà stimolante questo 2021 per chi vedrà ogni difficoltà come un’opportunità e affronterà il cambiamento e l’innovazione non come una fastidiosa e preoccupante necessità ma come scelta, un desiderio. E, perché no, anche un sogno.