Il 15 luglio il mio social preferito, Twitter, ha compiuto quindici anni. È il mio preferito per diversi motivi che hanno a che fare con la tecnologia solidale. In primo luogo vi è l’attenzione all’accessibilità. Infatti possiamo rendere facilmente accessibile a chi non vede ogni immagine che accompagna il nostro tweet inserendo una descrizione testuale ed è possibile inserire i sottotitoli a beneficio dei non udenti quando attiviamo una “Spazio”.
Naturalmente non è solo una questione di accessibilità. Infatti la mia preferenza per questo social l’ho spiegata così cinque anni fa, naturalmente con un tweet: “Twitter è un information network: se segui la gente giusta ti offre informazione, formazione e relazioni, che puoi e devi contraccambiare!”.
Questa definizione vale ancora oggi. Scrivendo il mio ultimo libro mi sono reso conto che le informazioni che si trovano seguendo le persone giuste, la formazione e i rapporti che ne derivano sono elementi che contribuiscono a metterci nella condizione di esercitare al meglio la responsabilità, che è il cardine attorno al quale ruota (o dovrebbe ruotare) la presenza social di ognuno di noi e di cui tratta il mio “Social è responsabilità”.
In definitiva, il compleanno di Twitter è l’occasione per ribadire che il primo modo di mettere in pratica la tecnologia solidale sta anche nel modo in cui ciascuno di noi si comporta nei social, consapevoli che essi sono (anche) uno specchio, che restituisce quello che noi ci mettiamo dentro. Inoltre ciò che noi postiamo “educa” l’algoritmo che segue il nostro account e, a cascata, quelli degli altri che a noi sono connessi. In questo modo la forza dell’algoritmo può venire usata a nostro vantaggio e non solo a vantaggio di chi l’ha impostato.
E allora, buon compleanno, Twitter!