Gli indicatori chiave di prestazione (Key Performance Indicators, KPI) sono valori misurabili di indici che aiutano le aziende a inquadrare i risultati che ottengono in relazione ai loro obiettivi strategici. Una sorta di spia delle performance aziendali, in grado di rilevare lo stato di salute di qualsiasi organizzazione, grazie a dei numeri che ne identificano in maniera chiara e univoca il rendimento complessivo e/o dei diversi reparti (ma anche del singolo dipendente). Senza tali indicatori, i manager dovrebbero fare affidamento esclusivamente su valutazioni e opinioni di natura soggettiva, con tutti i limiti che ciò comporterebbe.
I KPI vengono individuati durante la fase che porta alla pianificazione della strategia, subito dopo aver stabilito gli obiettivi da raggiungere e le attività funzionali a tali scopi. Le organizzazioni, di solito, utilizzano KPI a più livelli per quantificare il loro successo in rapporto ai goal prefissati. I KPI di Alto Livello tendenzialmente si concentrano sulle prestazioni complessive della compagnia, mentre i KPI di Basso Livello misurano i processi che eseguono i singoli reparti o dipartimenti (vendite, marketing, risorse umane, customer care, ecc…).
Nello specifico, queste metriche chiave forniscono informazioni in merito alla qualità delle attività introdotte dall’azienda, al grado di soddisfazione dei clienti, all’allineamento o alla distanza che intercorre tra i risultati della strategia aziendale e i rispettivi obiettivi e alla necessità di apportare o meno miglioramenti ai processi di business.
Come abbiamo visto in questo articolo, i KPI possono tornare utili anche per misurare il grado di innovazione di un’azienda.