L’exit è la vendita delle quote di una società (non necessariamente una startup) da parte di un fondatore o di un soggetto che vi ha investito al fine di realizzare un guadagno. Si parla di “exit” perché attraverso la vendita un imprenditore (o un investitore) esce dall’investimento fatto. Non a caso, un sinonimo di exit è “disinvestimento”, anche se il termine non è di uso frequente.
L’exit si realizza in due modi: a) quando le quote sono vendute sul mercato azionario, l’exit coincide con la quotazione in Borsa; b) cedendo le quote a un’azienda più grande, che generalmente collabora con la società acquisita anche dal punto di vista organizzativo e industriale, oppure a un altro soggetto che opera a livello finanziario, come un fondo di private equity.
È considerata l’obiettivo principale di chi investe in startup perché rappresenta il coronamento del percorso iniziato al momento dell’investimento. L’exit non è però lo scopo di tutti gli imprenditori ma soltanto di quelli che creano un’impresa per poi ottenere un guadagno dalla vendita.
In un periodo in cui è necessario raccogliere molte risorse da investitori terzi per permettere alle nuove imprese di “scalare” è frequente che gli imprenditori di nuova generazione sperino in una exit.