La digital fabrication probabilmente è l‘innovazione che più visibilmente potrebbe cambiare il mondo del lavoro e della manifattura nel futuro prossimo.
La manifattura digitale consiste nella possibilità di creare oggetti solidi e tridimensionali partendo da disegni digitali, il che significa, in buona sostanza, ma non solo, stampa 3D, a cui però si affiancano altri metodi come il taglio laser e la fresatura a controllo numerico a seconda che si usino tecniche “additive” o “sottrattive”.
Imponente, anche se ancora non del tutto compreso e comprensibile, l’impatto economico della nuova tecnologia. I modelli economici che si stanno sviluppando attorno alla digital fabrication sono chiamati “regenerative economic model” e prevedono di generare maggiore valore riducendo la dipendenza dalle risorse economiche, creando, come indiretta conseguenza, anche nuovi mercati e, soprattutto avviando un sistema di “economia circolare” in cui l’obiettivo è solo vendere la merce.
Secondo la relazione annuale di Wohlers Associates, tra il 2020 e il 2024, si prevede una crescita annuale del settore di manifattura additiva del +26,6%, con proiezioni di mercato fino 40,8 miliardi di dollari nel 2024.