“Nei prossimi giorni una parte del personale di PizzaBo sarà a Milano per conoscere meglio l’azienda e i relativi team nei quali potrà essere inserito. Per tutti coloro che hanno prospettato la mancanza di disponibilità al trasferimento, per motivi personali o professionali, sono state concordate delle misure in grado di integrare le garanzie previste dalla legge e dalla contrattazione collettiva”.
Si è chiusa così la vertenza sindacale che ha visto confrontarsi i dipendenti di PizzaBo, la startup di food delivery creata dal lucano Christian Sarcuni, e JustEat, il colosso delle consegne di cibo a domicilio (13,4 milioni di utenti e oltre 61 mila ristoranti takeaway) che ha rilevato da Rocket Internet la giovane impresa italiana. In altre parole, una parte dello staff si sposterà a Milano mentre chi ha detto no riceverà un’integrazione.
Il nodo della vicenda era appunto la volontà dell’azienda madre di trasferire da Bologna a Milano i 34 dipendenti della startup, con il conseguente rifiuto di una parte dell’organico.
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La chiusura del tavolo sindacale ha previsto ora che una parte del personale vada nel capoluogo lombardo, “mentre un’altra parte – si legge in una nota della società – si è riservata ancora qualche giorno di valutazione”. Non sono previste invece variazioni per chi lavora attualmente direttamente sul territorio di competenza con il ruolo di city manager e operatore logistico.
La chiusura della sede bolognese è prevista per il 15 giugno 2016. A quella data, chi non avrà accettato il trasferimento riceverà la “garanzia” prevista per legge.
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“JustEat, in Italia dal 2011, sta attraversando – si apprende dalla nota – una fase di sviluppo e per questo abbiamo necessità di nuove persone da integrare nel team e con cui portare avanti il consolidamento e lo sviluppo del mercato dei servizi per ordinare online pranzo e cena a domicilio in Italia”.