Tutti possiamo fare la nostra parte: nella grande sfida per dare vita a un rapporto “sostenibile con la Terra” la vera innovazione è quella di mettere tutti nella condizione di fare la propria parte. E in questa prospettiva le scelte legate all’alimentazione sono quelle che più ci avvicinano, nella nostra quotidianità, al destino del pianeta.
Sappiamo infatti tutti benissimo che le scelte legate al regime alimentare incidono sulla nostra salute e sulla qualità della nostra vita, mentre non siamo ancora abbastanza consapevoli che con queste scelte quotidiane possiamo incidere direttamente sul consumo delle risorse del pianeta e in particolare sulla quantità di emissioni di CO2 che sono oggi uno dei target primari di paesi e industrie a livello mondiale.
Per questa ragione la Doppia Piramide della Salute e del Clima ha oggi un valore particolare in termini di innovazione e permette di aprire nuovi percorsi per tutto il mondo food grazie alla possibilità di mettere i consumatori nella condizione di scegliere, ogni giorno, ad ogni pasto, il proprio impatto in termini di consumo di risorse e di emissioni di CO2.
In occasione dell’evento “A One Health Approach to Food: the Double Pyramid connecting Food Culture, Health and Climate“, organizzato da Fondazione Barilla e Food Tank e col patrocinio della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco, Guido Barilla, presidente di Fondazione Barilla ha voluto osservare che l’obiettivo della Doppia Piramide della salute e del Clima è proprio quello di mettere tutti nella condizione di scegliere il regime alimentare più appropriato sia dal punto di vista della salute e del benessere sia per la possibilità che ha di incidere sul clima.
Alzando lo sguardo si può osservare che seguendo le indicazioni della Doppia Piramide della Salute e del Clima si può incidere anche sulla produzione agroalimentare e si può contribuire aa una evoluzione del Food system, stimolando e sostenendo lo sviluppo di una agricoltura sostenibile e di una industria più compatibile con l’ambiente. “Ma senza trascurare, – come Guido Barilla sottolinea -, il rispetto delle tradizioni e delle culture gastronomiche dei paesi”. A questo proposito Fondazione Barilla mette a disposizione sette diverse Doppie Piramidi della Salute e del Clima per sette grandi aree geografiche del pianeta.
La differenza, nel percorso per vincere questa sfida, sarà soprattutto nei dati e nella conoscenza. Da una parte c’è il lavoro effettuato dai ricercatori nell’analisi di regimi alimentari e di diverse tipologie di cibo, delle specifiche proprietà nutritive e della misurazione del loro impatto ambientali. Nello stesso tempo c’è la necessità di sostenere una migrazione del food system verso la generazione di un patrimonio di dati che sia nella condizione di calcolare l’impronta di carbonio di ciascun prodotto e di completare così il profilo vero del prodotto, sia in termini qualitativi sia in termini di impatto ambientale.
All’innovazione digitale, ai temi della rilevazione e dell’analisi dei dati, della tracciabilità di filiera e della comunicazione B2B prima e verso i consumatori finali si chiede un contributo potenzialmente sempre più importante perché la consapevolezza nelle scelte quotidiane arriva dalla conoscenza e la conoscenza arriva da dati sempre più affidabili.
Peraltro, i costi di una “cattiva alimentazione” sono ormai insostenibili. Il prezzo che si paga per problemi collegati a diete che possono condurre a malattie o addirittura alla mortalità rischia di superare il valore di 1,3 trilioni di dollari all’anno entro il 2030. E i costi per l’ambiente sono anche più alti se si pensa che le emissioni globali di gas serra collegate alla filiera alimentare potrebbe raggiungere i 1,7 trilioni di dollari sempre entro il 2030. A questo si devono aggiungere i temi dell’accesso al cibo e della sicurezza alimentare che a loro volta chiedono di accelerare nel ripensamento del sistema agroalimentare globale: ci sono quasi 700 milioni di persone in tutto il mondo che non hanno accesso a cibo sufficiente e come ci ricorda il GFSI Global Food Security Index dell’Economist Intelligence Unit (EIU) la food security nel mondo dopo tanti progressi segna per il secondo anno consecutivo un preoccupante regressione. Anche qui la differenza la può fare il digitale, con un controllo e monitoraggio delle risorse, nella possibilità di evitare sprechi, nella tracciabilità precisa e sicura di tutti i passaggi.