ECOSISTEMA

First Bite, il primo startup studio in Italia per il settore foodtech: ecco come funziona

Il progetto è pensato per generare idee di successo attraverso l’analisi dei trend di mercato. Attraverso sinergie con aziende e investitori, First Bite guida le nuove imprese fino all’inserimento nel mercato e nell’ecosistema foodtech

Pubblicato il 30 Ago 2021

First Bite Startup studio

La pandemia ha modificato radicalmente i modelli di business del mondo del cibo, ed il settore food tech è oggi più florido che mai. Per supportare le imprese del futuro, nasce First Bite, il primo startup studio in Italia dedicato interamente al settore del foodtech.

Il progetto è pensato per generare idee di successo attraverso l’analisi dei trend di mercato, e far crescere giovani imprenditori nel settore. Attraverso importanti sinergie con aziende e investitori, First Bite guida le imprese fino all’inserimento nel mercato e nell’ecosistema foodtech.

Food, 50+ startup che stanno cambiando il business del cibo

Il 1° settembre 2021 si terrà l’evento di presentazione nell’area estiva del Lungotevere Prati (Roma) nel Village di Moovenda, player italiano di food-delivery, con la partecipazione di università, esperti, investitori e aziende.

Che cos’è uno startup studio

Chiamati anche Venture Builder o Company builder, gli Startup Studio sono costruttori di startup, progettate per rispondere a specifiche esigenze del mercato, partendo da un’analisi dei trend per intercettare prodotti e servizi che soddisfino i bisogni del consumatore.

Lo Startup Studio non è un investitore early stage, ma un vero e proprio fondatore di startup. Come un Venture Capital, il revenue model di uno Startup Studio è basato sulle exit effettuate all’interno del proprio portfolio. Il suo obiettivo è quindi rendere le proprie startup finanziariamente e strutturalmente sostenibili, fino ad essere indipendenti, e poi liquidare l’investimento con un’operazione di M&A o una quotazione.

First Bite, come funziona lo startup studio foodtech

All’interno di First Bite, il processo di realizzazione e di nascita delle varie startup si sviluppa in quattro passaggi, a partire dal trend scouting: il team di analysts di First Bite studia costantemente i trend internazionali del foodtech cercando nuovi business innovativi, modelli di business di successo in Asia o USA assenti in Europa e nuove tecnologie legate al food e agrifood tech provenienti dai laboratori di ricerca europei.

Si prosegue con la ricerca dei talenti, in collaborazione con le principali università, centri di ricerca e aziende italiane, al fine di trovare giovani talentuosi e determinati a cui poter affidare i progetti: dopo un programma di formazione di sei mesi saranno pronti a iniziare la loro carriera, che li porterà a diventare imprenditori di successo.

Una volta selezionati i gruppi di lavoro, First Bite sceglie a chi affidare determinati progetti e, per agevolarne la crescita, investe nelle startup neo-costituite.

Al termine del programma si passa al passaggio di presentazione di fronte a venture capitalist, investitori privati e aziende con l’obiettivo di chiudere i primi finanziamenti per lanciare la propria idea, sempre supportati da First Bite.

First Bite, un trampolino di lancio per il foodtech

“Durante la pandemia abbiamo assistito ad un’importante crescita del settore e, soprattutto, un maggior interesse nella ricerca di idee innovative per poter creare un sistema sempre più al passo con i tempi. Per questo è nato First Bite” spiega Simone Ridolfi, CEO della holding MVND e di First Bite, “Ci sono tantissime realtà che hanno voglia di investire in nuovi progetti e, in questo, il nostro startup studio ha un ruolo fondamentale: si pensi solamente che l’84% delle startup create sono uscite da programmi del genere.”

“Il nostro obiettivo è aiutare i giovani imprenditori del futuro, selezionati tramite università e aziende, a creare il proprio business grazie alla nostra esperienza. A loro metteremo a disposizione nozioni, conoscenze e un importante network di potenziali investitori.”

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