E-commerce, il futuro passa da qui

Le nuove imprese finanziate B2c nascono per colmare una mancanza di offerta e migliorare la vendita online. Le innovazioni porteranno il commercio digitale ad essere sempre più semplice, personalizzato, interattivo e social. Ecco le principali tendenze secondo Osservatori del Politecnico di Milano e Polihub

Pubblicato il 13 Feb 2014

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Lo scenario internazionale. La ricerca si è basata sull’analisi di circa 500 startup che hanno ricevuto finanziamenti da investitori istituzionali negli ultimi due anni a livello sia internazionale sia nazionale operanti nell’ambito dell’eCommerce B2c.

Due le tipologie di iniziative identificate: i “merchant”, ossia operatori che abilitano online la propria offerta di prodotti o servizi, e i “service provider”, ossia aziende che offrono ai merchant soluzioni di supporto all’attività eCommerce. Con riferimento ai merchant, è possibile raggruppare le startup finanziate in funzione del comparto merceologico di appartenenza. I settori più attivi sono l’Abbigliamento e il Turismo e trasporti. Altri ambiti dinamici sono l’Arredamento e la Ristorazione. Meno rilevanti i contributi che arrivano dagli altri comparti merceologici molto significativi nel panorama dell’eCommerce B2c, come Assicurazioni, Editoria, Grocery e Informatica ed elettronica di consumo.

Nei diversi settori merceologici le startup finanziate operano o per colmare la mancanza di una reale offerta online, come ad esempio nella prenotazione di mezzi di trasporto alternativi (taxi, bus, …) a quelli classici commercializzati online (aereo, treno, …), o per innovare in un comparto già ben presidiato online, come ad esempio l’offerta di capi di abbigliamento personalizzati. Per completare la fotografia, è utile analizzare, nei comparti merceologici più attivi, le novità portate dalle startup finanziate.
* Abbigliamento: i filoni innovativi più sperimentati sono la creazione di abiti e accessori personalizzati (CustomMade), l’esperienza di acquisto supportata da personal shopper (Stitch Fix) o l’offerta di prodotti usati di lusso (VestiaireCollective.com). A livello generale troviamo progetti sia di innovazione di prodotto, grazie alla co-creazione di vestiti e gioielli personalizzati e unici, che di innovazione di processo, mediante l’ideazione di esperienze di acquisto sempre più semplici e intuitive, come quella di Zalando, con procedure di reso gratuite e veloci, o come quella di Ditto, con un camerino di prova 3D per gli occhiali.
* Turismo e trasporti: tra gli ambiti più ricorrenti abbiamo la prenotazione di servizi di trasporto – aereo (Hipmunk), ferroviario (Capitaine Train), bus (Ticketgoose) e taxi (Click A Taxi). I filoni più innovativi sono riconducibili alla gestione di urgenze e imprevisti (come ad esempio HotelTonight che offre solo camere d’albergo disponibili lo stesso giorno della prenotazione a prezzi fortemente scontati) e all’utilizzo condiviso di mezzi di trasporto (Avego). Nel caso specifico di Avego è stato proposto un modello di business che rende remunerativo l’autostop e che sfrutta i device integrati nello Smartphone, come il gps per la localizzazione della vettura.
* Arredamento: i filoni individuati sono l’abilitazione di modelli ad asta (Artspace.com) e l’offerta di prodotti di lusso (Chairish).· Ristorazione: gli ambiti più diffusi sono la gestione del pranzo a domicilio con consegna del cibo pronto (JustEat) o delle materie prime per preparare una ricetta (HelloFresh) e la prenotazione tramite Smartphone del menù da consumare al ristorante (OrderAhead). Troviamo, quindi, sia soluzioni da usare in mobilità, che di norma abilitano la prenotazione senza impegnarsi in una fase di consegna, che progetti focalizzati sulla distribuzione a domicilio di cibo. L’innovazione più spinta è volta a creare un’esperienza unica e personalizzata, grazie alla possibilità di portarsi a casa uno chef rinomato mediante una prenotazione online.
Altri comparti molto attivi sono il Ticketing per eventi (Songkick), i prodotti per i Bambini (Casabu), il Food and wine (Farmigo, NakedWines.com), il Couponing (nomorerack) e tutti i servizi di baby e dog sitter (Rover.com).

In sintesi, i filoni innovativi più ricorrenti sono: l’offerta di prodotti di nicchia, come ad esempio i prodotti a km 0 transati da Door to Door Organics, la gestione di pricing dinamico, su cui si basa il modello di business della piattaforma canadese Spinzo, il riuso, come accade sul marketplace peer to peer Tradesy su cui si commercializzano esclusivamente prodotti di seconda mano, i consigli degli esperti, indispensabili nel caso di acquisto di prodotti per bambini come su Citrus Lane, e la gestione dei regali online, ad esempio mediante l’invio di gift card spendibili online come su Treater.

Con riferimento alla seconda categoria, i service provider, è possibile raggruppare le startup finanziate in funzione delle fasi del processo di interazione azienda-consumatore supportate (pre-vendita, vendita, o intero ciclo):
* Pre-vendita: i servizi tipicamente supportati sono l’aggregazione di offerte per veicolare traffico ai siti eCommerce (come ad esempio il servizio proposto da CatalogSpree che ti permette di accedere all’offerta dei tuoi siti preferiti da un’unica applicazione o Room 77 che consente di comparare più di 200.000 camere d’albergo in tutto il mondo, aggregando la proposta di tutte le principali agenzie online), l’ingaggio del cliente tramite i Social Network (come Gigya che offre diversi servizi social tra cui dei meccanismi per la gestione del social login sul sito attraverso le informazioni utente registrate su Facebook) e la gestione di notifiche push (ad esempio ShopAdvisor consente di tenere tracciati gli oggetti del desiderio al fine di inviare una notifica quando il prezzo diminuisce);
* Vendita (Pagamento): molto ricorrente la ricerca di innovazioni nell’ambito dei pagamenti. In particolare, abbiamo soluzioni di mobile payment (ad esempio Boku ha abilitato una piattaforma per il pagamento online e mobile attiva in 67 paesi) e di gestione della sicurezza (ad esempio OneID ha sviluppato il proprio progetto di autentificazione digitale per eliminare l’inserimento di userID e password in fase di pagamento);
* Intero ciclo: i filoni più diffusi sono la progettazione completa di siti eCommerce (come ad esempio BigCommerce che ha sviluppato una piattaforma per abilitare l’offerta online di piccole o medie imprese) e la gestione dei servizi di customercare che seguono il cliente durante tutto il processo di interazione con il merchant eCommerce (Needle, ad esempio, ha sviluppato una soluzione di customer care diretta dai fan o dal personale delle aziende mediante diversi strumenti – chat, telefono, email, …).

Per concludere, le startup che abilitano servizi per l’eCommerce stanno operando per rendere il processo eCommerce sempre più:
* multicanale: ad esempio attraverso la progettazione di soluzioni (come fatto da Slyce in Canada) che consentono il riconoscimento, attraverso device mobile, dei prodotti all’interno di un video e che offrono la possibilità di acquisto su siti eCommerce o in negozi di prossimità;
* semplice: ad esempio abilitando la possibilità di creare sui siti dei merchant delle liste regalo per delle particolari occasioni, come compleanni o matrimoni, e chiedendo ai propri amici in modo molto intuitivo e semplice di dare il proprio contributo (come fatto da BuyBox in Francia);
* interattivo: ad esempio dando la possibilità di interagire e capire i propri utenti per personalizzare al massimo l’esperienza di acquisto (come fatto ad esempio da BrainSINS in Spagna);
* sociale: come ad esempio la creazione di tool che consentono alle PMI di vendere online su Facebook sfruttando il traffico presente sui Social Network (come fatto da Getonic).

Lo scenario in Italia
In Italia le startup analizzate che hanno ricevuto finanziamenti da investitori istituzionali, business angel più i principali Incubatori e Family Office negli ultimi due anni e che operano in ambito eCommerce B2c sono 32.

Riportiamo di seguito alcuni dati relativi a queste startup:
il 75% delle startup sono merchant, mentre il restante 25% sono service provider;
• il 47% di esse ha ottenuto un finanziamento da parte di un Business Angel, il 43% da parte di un Venture Capitalist o di una Investment company, mentre la restante parte da Incubatori (nel 10% dei casi) o Family Office.
nell’80% dei casi la startup è stata fondata da un imprenditore con profilo manageriale, mentre nel restante 20% dei casi l’imprenditore ha un profilo tecnico;
• per il 47% dei casi l’età del fondatore è compresa tra i 30 e i 40 anni, nel 33% dei casi è superiore ai 40 anni, il restante 20% è inferiore ai 30 anni;
quasi l’80% degli imprenditori ha deciso di porre la sede della propria attività nel Nord Italia, con una preferenza spiccata per la città di Milano. Le iniziative rimanenti sono equamente distribuite tra Centro e Sud Italia.

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