SOSTENIBILITÀ

Beyond Meat: i tempi difficili del gigante della carne non carne



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Fondata nel 2009 a Los Angeles da Ethan Brown, Beyond Meat è diventata uno dei marchi di riferimento per vegetariani e vegani. Il suo hamburger vegetale ha ridotto notevolmente l’impatto sull’ambiente. Ma le vendite sia negli Stati Uniti, sia nel resto del mondo sembrano non premiare questo approccio sostenibile

Pubblicato il 12 gen 2024



Beyond Meat è un'azienda alimentare statunitense che produce sostituti della carne a base vegetale. I loro prodotti sono progettati per simulare l'aspetto, la consistenza e il gusto della carne animale, offrendo alternative più sostenibili per l'ambiente e più salutari per i consumatori che desiderano ridurre o eliminare il consumo di carne dalla loro dieta.
Beyond Meat

Nel settore della carne-non carne di origine vegetale, Beyond Meat è sicuramente uno dei principali marchi di riferimento. Una valida alternativa per vegetariani e vegani, ma non solo: la connessione con la sostenibilità induce anche altre tipologie di consumatori ad optare sempre più per quest’alimentazione cruelty-free.

Tra sensibilità per il tema e visibilità data da diverse star, il brand ha avuto una notevole ascesa di popolarità, accompagnata da un impennata del titolo in borsa e poi da crolli finanziari che mettono l’accento su quanto sia complesso cambiare le abitudini alimentari di miliardi di persone se queste non coincidono anche con prezzi al dettaglio più che convenienti.

Cos’è Beyond Meat la carne vegana

Fondata nel 2009 a Los Angeles, Beyond Meat ha iniziato ad avere successo nel 2016, in seguito al lancio del primo hamburger che riprende il sapore della carne, tanto da essere dichiarato alimento top del settore.

Nata dalla crescente domanda di alimenti che potessero sostituire e soddisfare i consumatori vegani e vegetariani (numerica sempre più in aumento) l’allora startup ha investito sin da subito sull’idea di un nuovo tipo di alimentazione. La missione è quella di andare “oltre la carne”, il cui consumo contribuisce all’inquinamento del nostro Pianeta, in connessione all’emissione di CO2 per la produzione di derivati bovini e non solo.

Partita da un hamburger veg come test, oggi l’azienda dispone di una linea completa di prodotti capaci di sostituire i classici pasti a base di carne offrendo un’ampia gamma di varianti.

Storia del fondatore della startup Ethan Brown

Alla guida di Beyond Meat c’è Ethan Brown, 49 anni, vegano e ambientalista convinto che ha dichiarato sin dall’inizio dell’avventura imprenditoriale il suo obiettivo di dare una risposta concreta alla sfida dei cambiamenti climatici.

Dopo un’esperienza in ambito governativo e una carriera come executive di energie rinnovabili presso la Ballard Power Systems, Brown ha fondato Beyond Burger nel 2009. In una visita in un laboratorio dell’Università del Missouri, ha scoperto una tecnologia per la creazione di tessuti animali utilizzando vegetali, che ha deciso di acquistare per la sua startup.

L’innovazione al centro della rivoluzione green quindi. Anche oggi portare il prodotto dai laboratori di produzione al mercato è la sfida più difficile del processo di diffusione, ha spiegato Brown in una sua intervista al Time. Oltre alla necessità di scardinare le convinzioni legate alla carne, come ad esempio quelle sui principi nutrizionali o a tema di festività religiose.

In prima linea tra innovazione e sostenibilità, Ethan Brown ha vinto diversi premi tra cui il riconoscimento di Bloomberg Media per le 50 personalità più influenti del 2019.

Gli ingredienti della carne vegana Beyond Meat

La carne marchiata Beyond Meat è composta da un hamburger vegetale a cui viene aggiunta una frazione proteica estratta dal pisello giallo, in un processo che ha ridotto notevolmente l’impatto sull’ambiente.

La “carne-non-carne” nasce da un’analisi accurata delle proprietà dei vegetali, per comprendere il mix giusto per amminoacidi, lipidi, minerali, vitamine e acqua. Il tutto con l’obiettivo di creare l’alimento proteico del futuro dal sapore e consistenza di carne, attraverso un processo proprietario di cottura, raffreddamento e pressione, per ottenere il prodotto finale.

Il Beyond Burger, primo prodotto della linea, ha acquisito sempre più successo, permettendo la nascita di altri alimenti come Beyond Beef e Beyond Sausage. Tutta la linea è inoltre priva di ingredienti geneticamente modificati, di soia e di glutine.

Quanto Beyond Meat è sostenibile

La sostenibilità è da sempre al centro dell’attenzione del founder Ethan Brown: è una prerogativa fondamentale di Beyond Meat, nonché oggetto di analisi e monitoraggio costante. In particolare, secondo il Center for Sustainable Systems dell’Università del Michigan un “Beyond Burger” genera il 90% in meno di emissioni di gas serra, richiedendo il 46% di energia in meno, con un impatto del 99% inferiore sulle risorse idriche e usando il 93% in meno di terreno rispetto al tradizionale macinato.

Un impatto importante che su grande scala, attraverso la grande distribuzione, permetterà di generare un miglioramento climatico sempre più importante, riducendo anche gli allevamenti tradizionali e le relative emissioni di CO2.

Com’è diventata popolare Beyond Meat

Ad accrescere la popolarità del progetto hanno contribuito principalmente due fattori. Da un lato, l’aumento di sensibilità per le tematiche climatiche e ambientali ma anche la preferenza di molte più persone per un’alimentazione alternativa a quella standard.

Una delle lamentele più diffuse tra vegetariani e vegani è il gusto poco gradevole dei prodotti a base vegetale, lontani dal sapore del classico hamburger. Beyond Meat ha puntato molto su questo e con un burger veg al sapore di carne è riuscito ad avvicinare al suo prodotto anche i consumatori carnivori che vogliono variare la propria dieta.

Dal punto di vista del business, grazie a partnership strategiche, la scalabilità è stata abbastanza veloce. Dapprima nei fast food per arrivare poi nei supermercati, la portata del fenomeno è globale: da Canada a Cina passando per UK. Tra i partner di spicco anche KFC, TGI Fridays e McDonalds.

Dove comprare Beyond Meat in Italia

In Italia è possibile assaporare un Beyond Burger da Welldone, catena di hamburger nata a Bologna e tra i primi a distribuirlo in Europa.

Inoltre è possibile acquistare gli hamburger, le salsicce e altri prodotti Beyond Meat nei supermercati Alì & Alìper, Esselunga, Spar Maiora e in alcuni Carrefour, oppure in alcuni shop online.

Il mercato Plant Based meat è cresciuto esponenzialmente

La necessità di variare dieta, mangiare cibi sani e non inquinare sono tra i fattori più diffusi alla base della crescita del mercato plant based meat, che secondo il Rapporto Good Food Plant-Based State of the Industry Report 2022 crescerà nel 2040 fino a valere tra i 90 miliardi di dollari e i 110 miliardi di dollari. Un aumento che di anno in anno conquisterà sempre più quote rilevanti di un mercato multimiliardario globale come quello della carne, stimato 1,4 trilioni di dollari.

Altro fattore di crescita è dato dalle tecnologie sempre più sofisticate che stanno portando i prodotti plant based ad un livello sempre più alto. Dal Giappone è arrivata la notizia della creazione del primo tipo di carne sintetica, ottenuto in laboratorio partendo da cellule animali ma senza ricorrere alla macellazione. Si tratta di un filetto di manzo di tipo Wagyu (pregiata varietà giapponese) ottenuto con stampa 3D e che apre le porte alla possibilità di personalizzazione. Senza trascurare però i limiti legislativi e di scalabilità della produzione. Ci vorrà un po’ di tempo all’arrivo in tavola ma il futuro degli animali sembra essere più roseo.

Chi sostiene Beyond Meat: da Bill Gates a Leonardo Di Caprio

Il successo del settore si basa anche sulla visibilità data dal mainstream: sempre più star infatti sono interessate a promuovere uno stile di vita cruelty-free.

Beyond Meat in particolare annovera tra i suoi principali investitori e sostenitori Bill Gates e Leonardo di Caprio, due nomi importanti in prima linea nella sensibilizzazione sulle tematiche ambientali. Nel board dei soci originari figurano anche Evan Williams e Biz Stone, già founder di Twitter e anche loro vegani convinti.

Senza dimenticare di citare Don Thompson, ex CEO di McDonalds, una delle società che ha appena concluso con l’azienda del Beyond Burger una partnership pluriennale.

Leonardo DiCaprio ha anche investito in Mosa Meat e Aleph Farms, società nate per promuovere lo sviluppo della carne bovina coltivata sostenibile. Entrambe le aziende hanno dimostrato la capacità di produrre la carne di manzo direttamente dalle cellule animali, con la presentazione del primo hamburger coltivato da Mosa Meat nel 2013 e la prima bistecca e ribeye coltivata da Aleph Farms rispettivamente nel 2018 e nel 2021.

L’accordo tra Beyond Meat e Mc Donald’s

Dopo l’esperimento con un panino plant based che il colosso del fast food ha iniziato ad offrire al pubblico canadese nel 2019, dal 2021 è possibile scegliere i prodotti di Beyond Meat negli Usa. In Europa il debutto è nel 2024 con il McPlant,panino con hamburger Beyond Meat, prima a Zurigo e poi in tutta la Svizzera.

Si tratta di una rivoluzione alimentare che permette di normalizzare le opzioni vegetali, rendendole più facilmente accessibili al grande pubblico e non più riservate ad una nicchia esclusiva.

Bisogna inoltre considerare che la presenza di cibi vegani in una catena frequentata da un target per lo più carnivoro, sensibilizza i consumatori e li pone davanti alla possibilità di scegliere la sostenibilità e imparare ad apprezzare le alternative. Un altro punto che permette di individuare nella carne vegetale un alimento che diventerà sempre più a consumo di massa.

Il crollo in borsa di Beyond Meat

Quando Beyond Meat ha fatto il suo debutto sul mercato nel maggio 2019, ha suscitato un entusiasmo straordinario tra gli investitori, e il prezzo delle sue azioni è aumentato del 163% nel primo giorno di negoziazione, un fenomeno che non si vedeva dai tempi della bolla dot-com. In soli due mesi, il prezzo delle azioni di Beyond Meat è aumentato di oltre otto volte.

Tuttavia, l’euforia iniziale è svanita e il sentimento degli investitori si è sgonfiato. Le azioni di Beyond Meat sono scambiate a un minimo storico, con un calo del 97% rispetto al loro picco. Il valore di mercato dell’azienda è ora di soli 500 milioni di dollari.

La ragione principale di questo drastico cambiamento è la sorprendente caduta delle vendite di Beyond Meat. Nel 2015, l’azienda ha registrato vendite per meno di 9 milioni di dollari. Nel 2019, le vendite sono salite a quasi 300 milioni di dollari. Nel 2020, l’azienda ha avuto un rendimento eccezionale durante la pandemia di coronavirus.

Nel 2021, tuttavia, sono emersi i primi segnali negativi. Le vendite sono aumentate solo del 14% e sono effettivamente diminuite rispetto all’anno precedente negli Stati Uniti. Nel quarto trimestre, la crescita totale delle vendite è diventata negativa, preludio di un disastroso 2022, anno in cui le vendite globali sono diminuite del 10%.

Il 2023 non è stato un anno migliore: il terzo trimestre 2023 ha visto Beyond Meat registrare un fatturato inferiore dell’8,5%, e le vendite sono crollate del 24%, compreso un calo del 35% negli Stati Uniti. I margini lordi sono scesi al di sotto del 5%.

Il calo continuato ha visto le azioni precipitare del 53% nell’arco del 2023, riducendo la capitalizzazione di mercato a 2,06 miliardi di dollari.

Le collaborazioni con grandi catene come Yum Brands e McDonald’s non hanno ancora fruttato un inserimento stabile nei menu nazionali, e l’analisi del mercato rivela una domanda inferiore alle aspettative per l’hamburger Beyond. Gli analisti sono scettici sulla capacità di Beyond Meat di raggiungere i tassi di crescita previsti del 21% per quest’anno e del 25% per l’anno successivo, specialmente senza un lancio nazionale del McPlant negli USA, per ora distribuito in alcuni ristoranti del Texas e della California.

Il momento difficile per Beyond Meat potrebbe indicare un rallentamento generale per i prodotti a base vegetale, anche se ciò non necessariamente riflette la situazione di tutto il settore. In Italia, il mercato delle proteine vegetali è in crescita, con un fatturato di 500 milioni di euro nel 2022.

Il primo crollo finanziario causato dall’embargo in Russia

In seguito alla pubblicazione dei conti della terza trimestrale 2021, Beyond Meat ha subito un brusco crollo del titolo in borsa. L’inversione di rotta è stata causata dalla doccia fredda dei dati: la società ha chiuso il trimestre riportando un fatturato netto preliminare di circa 106 milioni di dollari, mancando la sua stima di circa il 30%. Una decelerazione -stando alle dichiarazioni del CEO condizionata “dal peso e dall’imprevedibilità di Covid-19” – molto maggiore rispetto alle previsioni, con “risultati inferiori alle aspettative.”

A fine novembre 2021, inoltre, la società ha accusato un altro colpo con la sospensione dell’importazione dei prodotti in Russia, mercato in cui era approdata nel 2019. Il provvedimento è stata preso sulla base dell’embargo sui prodotti agricoli occidentali imposto da Mosca nel 2014. Una questione che si trascina da luglio 2021 e si è conclusa con la definitiva decisione delle autorità doganali di considerare la carne-non-carne di Beyond Meat aderente alla definizione dei prodotti soggetti a divieto.

Nel corso di dicembre, Beyond Meat ha tuttavia dato segni di ripresa, anche grazie, all’entrata in società di Doug Ramsey e Bernie Adcock. Entrambi con 30 anni di lavoro in Tyson Foods alle spalle, si sono uniti a Beyond Meat rispettivamente come direttore operativo e capo della catena di approvvigionamento.

(Articolo aggiornato al 11/01/2024)

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