Vanetti (Jusp): «Presto otterremo un nuovo importante finanziamento»

Il CEO e co-fondatore della startup ideatrice del sistema che trasforma lo smartphone in un Pos annuncia che riceverà un terzo round di investimento a breve. Obiettivo: internazionalizzazione. La cifra è ancora riservata ma – spiega – «l’ammontare finale determinerà quanto e dove riusciremo ad espanderci»

Pubblicato il 16 Feb 2015

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Ha cominciato a sviluppare software a 11 anni, sognando di diventare un hacker. Oggi Jacopo Vanetti invece è uno startupper e uno dei protagonisti della rivoluzione dei pagamenti digitali in Italia, con il Pos mobile messo a punto dalla sua Jusp, di cui è co-fondatore, startup incubata nel Polihub, l’incubatore del Politecnico di Milano, dove Vanetti ha studiato ingegneria informatica.

Il punto
Poco più di un anno sul mercato, per Jusp e alcuni risultati sono già arrivati. Il primo bersaglio sono state le compagnie assicurative, Axa più altre quattro più piccole, alle quali l’azienda ha venduto soluzioni all in one per la rete dei venditori di polizze, che permettono di gestire tutto il rapporto con il cliente dallo smartphone.

Per quanto riguarda i negozi, con Jusp – dice Vanetti – «il vantaggio è anche pratico: ci si registra sul sito, e si può avere il pos in una sola settimana, invece che in sette, come avviene con gli altri Pos».

Senza contare che, attraverso Jusp, il Pos diventà proprietà di chi lo usa (il costo è 49 euro), mentre le banche lo noleggiano, chiedendo una fee. Jusp ha appena abilitato anche la tecnologia NFC sui suoi device, oggi il sito ha circa 10 mila utenti unici al giorno. Il mercato Il mondo dei pagamenti digitali in Italia è in crescita ma i numeri assoluti sono ancora molto piccoli: in tutto ci sono soltanto 40 mila Pos mobile attivati secondo l’Osservatorio Digital Innovation.

«Ma questo tipo di mercato per noi è un vantaggio, se fosse già tutto digitalizzato ci sarebbero già dei big player e una startup come Jusp non avrebbe senso». La crescita è collegata anche a come andranno servizi che stanno dall’altro lato della barricata, come Apple Pay, che consentono di trasformare lo smartphone in uno strumento per fare pagamento: «Per noi sono dei facilitatori, perché Apple Pay e gli altri avranno sempre bisogno di Pos per effettuare i pagamenti».

Il futuro
Non c’è solo l’Italia nell’orizzonte di Jusp: «L’idea per il 2015 è consolidare qui ma anche aprirci ad almeno altri due mercati europei». Per crescere e ampliare lo staff (al momento a Jusp lavorano 20 persone) servono soldi, e Jacopo Vanetti – come ha annunciato a EconomyUp TV – sta chiudendo un nuovo round di finanziamento, il terzo, per una cifra ancora riservata: «In parte è già definito, l’ammontare finale determinerà quanto riusciremo ad espanderci e in quali Paesi». Nel 2013, Jusp era stata la startup più finanziata d’Italia, con un round da 6 milioni di dollari (anticipato da un primo round da 500 mila euro). E la corsa non sta perdendo velocità.

CLICCA QUI PER GUARDARE L’INTERVISTA A JACOPO VANETTI, CEO E CO-FONDATORE DI JUSP, SU ECONOMYUPTV

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