Un Chief Innovation Officer per Credem: Piergiorgio Grossi, in arrivo da Ducati

Il Chief Information & Digital Transformation Officer di Ducati diventa Chief Innovation Officer del Credito Emiliano. Esperto di software, ha lavorato a lungo in Ferrari e si è occupato di startup. Con la creazione di questo ruolo in azienda Credem accelera la strategia di trasformazione digitale iniziata nel 2016

Pubblicato il 06 Nov 2018

Piergiorgio Grossi, Chief Innovation Officer, Credem

Piergiorgio Grossi, finora Chief Information & Digital Transformation Officer di Ducati, è diventato Chief Innovation Officer di Credem Banca. È la prima volta che Credem nomina un CIO.

CHI È PIERGIORGIO GROSSI

Un background tecnico nello sviluppo software e nella gestione di team di sviluppo software, Grossi è stato a lungo in Ferrari Formula 1: dal 2002 al 2008 vice-CIO, e dal 2008 al 2013 Head of Information Systems (CIO) di F1 Racing Team.

Dal 2013 al 2016 è stato in Iconsulting, System Integrator specializzato nello sviluppo di DataWarehouse, Business Intelligence, Performance Management e Big Data systems. Qui ha co-fondato due startup: indyco e Better Decisions.

Grossi è anche co-founder di ImpactHub Reggio Emilia (laboratorio di innovazione e incubazione) ed è coinvolto nei progetti di varie startup come consulente su Internet of Things e DevOps. È speaker in eventi e conferenze, e tiene lezioni in ambito universitario.

PIERGIORGIO GROSSI E L’OPEN INNOVATION

In questa intervista rilasciata a EconomyUp in occasione del lancio dell’app Ducati Link, Piergiorgio Grossi sottolineava l’importanza dell’open innovation, la strategia in base alla quale un’azienda ricerca idee, soluzioni e progetti innovativi al proprio esterno da startup, consulenti, fornitori e altri soggetti fuori dal suo perimetro. “Sappiamo bene – diceva – quanto i nostri ingegneri siano bravi, ma sappiamo anche che ci sono tantissimi ingegneri altrettanto bravi in giro per il mondo. Quindi la nostra capacità di innovazione, sia digitale sia del veicolo, passa attraverso le collaborazioni, per esempio con aziende come e-Novia. I suoi ingegneri hanno progettato e realizzato questa app per unire la potenza di una moto Ducati con le infinite potenzialità dell’intelligenza artificiale. Ma collaboriamo anche molto con startup e moltissimo con le università. Tra queste l’ateneo di Bologna e il Politecnico di Milano”.

Grossi (Ducati):”Con l’open innovation le nostre moto diventano intrattenimento”

CREDEM E L’INNOVAZIONE

La trasformazione digitale sta avendo un forte impatto sulle banche. L’esistenza del modello tradizionale di banca è messo in crisi dall’introduzione delle nuove tecnologie nel settore finanziario, il fintech. Perciò, per mantenere un vantaggio competitivo, gli istituti bancari devono saper innovare. Il Credito Emiliano ha deciso da qualche anno di puntare sull’innovazione digitale. Il fatto che, per la prima volta nella sua storia, abbia deciso di dotarsi di un Chief Innovation Officer la dice lunga sulle sue strategie. Che erano comunque già state delineate prima della nomina di Grossi. La banca controllata dalla famiglia Maramotti sta infatti procedendo a una campagna di assunzioni che guarda anche al mondo dell’information technology. Nel 2016 ha investito 40 milioni nel settore innovazione, assumendo 280 professionisti e facendo crescere l’organico del +2,5% rispetto al 2015. Ulteriori inserimenti avranno luogo entro la fine del 2018.

Inoltre Credem ha deciso di mettere in campo una serie di interventi di trasformazione digitale con l’obiettivo di accentrare un maggiore numero di processi e attività. In particolare ha identificato un insieme di aree di intervento come il processo di estinzione conti correnti e servizi accessori che vede una collaborazione tra filiale e back office. La società di tecnologia OT Consulting ha affiancato Credem in un progetto di trasformazione digitale: si è lavorato sulla velocizzazione delle funzioni più lente, sull’introduzione di processi di robotizzazione e sul monitoraggio continuo del roi, della performance e della compliance con l’obiettivo di ridurre tempi e costi. L’elemento distintivo della soluzione è la proposta di una piattaforma integrata che non guarda solo alla robotizzazione e quindi alla capacità di potenziare specifiche attività, ma più in generale alla capacità di monitorare l’intero processo e di misurare oggettivamente il ritorno dell’intervento di un processo di trasformazione digitale. (L.M.)

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