Possiamo dirlo: il 2017 è stato l’anno della definitiva consacrazione del fintech. La tecnologia applicata alla finanza si è resa infatti protagonista di avvenimenti significativi sia a livello nazionale sia internazionale. In questo scorcio di fine anno, per esempio, non si può fare a meno di parlare di bitcoin, e di come la loro crescita costante stia mettendo analisti ed esperti di fronte a un interrogativo fondamentale: è una rivoluzione finanziaria o solo una bolla che esploderà da un momento all’altro? Il crollo del 40% dei giorni precedenti il Natale sembrerebbe dare ragione agli scettici ma solo il tempo potrà dare risposte più complete.
Oltre ai bitcoin c’è di più però, perché l’anno che sta per concludersi è stato anche quello dell’investimento più grande mai ricevuto da una startup italiana. Stiamo parlando di Satispay che a settembre ha chiuso un round da 18,5 milioni. L’operazione ha portato la società fondata da Alberto Dalmasso a entrare di diritto nella classifica delle cento startup globali che stanno innovando il settore della finanza.
Al richiamo del fintech non sono rimasti indifferenti nemmeno le banche. Lo dimostra il fatto che, a settembre, Banca Sella – insieme con Copernico – ha inaugurato a Milano il Fintech District, il primo distretto dedicato completamente all’innovazione finanziaria.
E poi ancora è stato l’anno delle Ico, della blockchain, delle criptovalute alternative ai bitcoin e delle multinazionali finanziarie (e non) che puntano sul digitale per dare una spinta significativa ai propri servizi. Di seguito abbiamo provato ad elencare le tappe fondamentali di un percorso che hanno portato il fintech a diventare qualcosa di più di una semplice manifestazione dei tempi.
Tutti i numeri del Fintech in Italia
Il fintech in Italia piace, ma le startup non incidono. È quanto è emerso da una recente ricerca condotta dall’Osservatorio Fintech & Digital Finance della School of Management del Politecnico di Milano. Secondo l’analisi dell’Osservatorio, il 16% degli italiani ha utilizzato almeno una volta servizi di finanza innovativa. Negli ultimi tre anni le startup hanno raccolto oltre 25 miliardi di investimenti, ma senza portare la disruption nel mercato.
Boom Satispay, 18,5 milioni di investimento
La società fondata da Alberto Dalamasso e soci, che ha sviluppato un’applicazione per i pagamenti e lo scambio di denaro tramite smartphone, ha chiuso di recente il suo terzo round di investimento raccogliendo ben 18,5 milioni di euro. Grazie a questa operazione la società piemontese ha portato la raccolta si capitali a 26,8 milioni di euro, divenendo di fatto la startup italiana più finanziata.
I cento innovatori globali del fintech
Cinquanta realtà innovative leader e cinquanta emergenti. È divisa così la classifica “Fintech 100, Leading Global Fintech Innovators”,realizzata da H2 Ventures in collaborazione con Kpmg che comprende le cento migliori startup fintech al mondo. È un elenco in cui rientrano tutte le società che si sono dimostrate capaci di portare la cosiddetta disruption nel mondo dei servizi finanziari. Tra queste, come dicevamo, Satispay è l’unica startup italiana.
Nasce a Milano il distretto del fintech
Inaugurato il 26 settembre a Milano, il Milan Fintech District è l’hub promosso da Banca Sella e Copernico adibito all’operatività delle aziende più avanzate del settore finanziario. Prende vita nel nuovo palazzo S32, nel quartiere Isola, e si tratta di un polo in cui i principali operatori fintech presenti in Italia avranno la possibilità di lavorare fianco a fianco per favorire la nascita di collaborazioni industriali e commerciali, con l’obiettivo di attrarre nuovi investimenti e dare impulso allo sviluppo di questo settore.
Tutti pazzi per i bitcoin
Il Bitcoin è una moneta digitale, creata e garantita da Internet (una criptovaluta). Può essere comprata e venduto come una valuta in borsa. Di recente la sua quotazione ha sfiorato il tetto dei 20mila dollari. Ma perché il Bitcoin sale così tanto? E soprattutto è ancora possibile guadagnare oppure è troppo tardi? I meno esperti devono usare cautela. L’ascesa della criptomoneta sembrava inarrestabile fino al crollo dei giorni precedenti il Natale, che ha portato la quotazione sotto gli 11mila dollari. Solo un forte fluttuazione o l’inizio dello scoppio di una bolla? Leggi questo articolo per sapere di più sull’anno movimentato del bitcoin
Gli abiti su misura si possono pagare in bitcoin (con Lanieri)
I bitcoin sono divenuti popolari a tal punto che persino una startup italiana ha deciso di accettare pagamenti in bitcoin per la vendita dei propri prodotti. Si tratta di Lanieri, e-commerce di vestiti sartoriali Made in Italy, che ha deciso di accettare i pagamenti dei propri prodotti tramite la moneta virtuale più famosa al mondo.
Nella valle dei bitcoin
Mentre ci si interroga se è il bitcoin è una bolla (qualcuno dice addirittura una truffa) o una vera rivoluzione finanziaria, c’è chi usa già le criptovalute per comprare il caffè, andare a mangiare una pizza o dal parrucchiere. Succede in Italia, a Rovereto, da dove si sta estendendo a tutto il Trentino quella che viene chiamata la “bitcoin valley”, un’area in cui commercianti e cittadini stanno già utilizzando i bitcoin per le commissioni quotidiane
Quando a finanziare una startup sono le monete virtuali
Se avete bazzicato di recente il mondo della finanza avrete sicuramente sentito parlare delle ICO (acronimo di Initial Coin Offering). Si tratta di un sistema di raccolta fondi basata sulle criptovalute. Si è sviluppato un vero e proprio dibattitto sulla reale efficacia o meno di questa tipologia di finanziamento. Come funzionano le ICO? In parole semplici permettono alle aziende di raccogliere fondi tramite l’emissione di una propria criptovaluta (tecnicamente detta “token”). I token si basano quasi Ethereum, la seconda criptovaluta più importante dopo il bitcoin.
Non solo Bitcoin: cos’è Ethereum
In molti la considerano la tecnologia rivale di bitcoin. Ma Etherum piattaforma virtuale basata su blockchain è un po’ diversa. Si tratta di una piattaforma decentralizzata del Web 3.0, che permette di eseguire programmi chiamati “smart contracts” cioè digitalizza completamente in maniera sicura, affidabile, veloce, automatizzata, low cost, la conclusione e gestione dei più svariati tipi di contratto e molte altre operazioni: dalle transazioni finanziarie ai sistemi elettorali, registrazione di nomi dominio, piattaforme di crowdfunding, proprietà intellettuale, assicurazioni e real estate.
Blockchain, la catena di blocchi che cambierà aziende e startup fintech
Uno dei fenomeni più rilevanti e disruptive che hanno catturato l’attenzione internazionale nel 2017 è certamente la Blockchain, la catena di blocchi che sta rivoluzionando il settori della finanza, delle assicurazioni e altro ancora. La Blockchain è una sorta di sistema peer-to-peer che consente lo scambio e la distribuzione sicura di qualsiasi genere di dati.
Funziona come base tecnologica di modelli organizzativi e di lavoro, algoritmici e definiti via software, dove la gerarchia perde di significato per lasciare spazio alla connessione di menti e dove responsabilità e profitto sono regolati da meccanismi di fiducia e controllo distribuiti e definiti da smart contract. Delle potenzialità di questa nuova tecnologia ne abbiamo discusso durante “Blockchain Business Revolution” l’evento dedicato alla catena di blocchi realizzato da EconomyUp e Blockchain4innovation lo scorso settembre (qui abbiamo riassunto i temi più importanti dell’incontro)
Le aziende e il fintech (i casi Just Eat e Nexi)
Contrariamente a quanto si possa pensare, il fintech non è un settore riservato esclusivamente alle startup. Anche le grandi aziende sono interessate al business che si sta sviluppando attorno al mondo delle tecnologia applicata alla finanza.
Una delle novità più rilevanti di questo 2017 riguarda, per esempio, lo sbarco nel campo del business bancario del colosso delle consegne a domicilio Just Eat. Come ha raccontato in questo articolo Stefano Tresca in questo articolo, Just Eat ha infatti iniziato a concedere prestiti ai ristoranti, sfruttando l’enorme mole di dati di cui è in possesso. Ad oggi Just Eat non ha acquisito una propria licenza bancaria, ma lascia gestire le pratiche ad un’altra azienda inglese di successo, Funding Circle.
Altro caso significativo è quello di Nexi. Più che di fintech, come ha detto il suo amministratore delegato Paolo Bertoluzzo, si tratta di una società Paytech. L’obiettivo di Nexi è la diffusione dei pagamenti senza contanti, attraverso il potenziamento della tecnologia degli instant payments.