FINTECH

Revolut sceglie l’Italia (e una manager italiana) per lo sviluppo in Sud Europa

La neobank, fondata a Londra nel 2015, ha già 5 milioni di clienti e punta a quota 100milioni entro i prossimi cinque anni. Milano è stata scelta come base per le attività in 8 Paesi europei, che sono guidate da Elena Lavezzi, ex Uber e Circle. Entro il 2019 anche la possibilità di fare credito e trading senza commissioni

Pubblicato il 20 Giu 2019

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La neobank Revolut sceglie l’Italia come base per il Sud Europa e mette una manager italiana alla guida delle operazioni nell’ufficio di Milano: Elena Lavezzi.

C’è gran movimento nel mondo fintech e non solo per l’accelerazione del progetto Libra, la criptovaluta lanciata da Facebook. In settembre la PSD2 entrerà nella fase operativa e l’open banking comincerà a fare sentire i suoi effetti, nel business e sul mercato (vedere a questo proposito il finanziamento milionario per la piattaforma TrueLayer). Intanto le challenger banks  lanciano con decisione il guanto di sfida agli istituti di credito come li abbiamo conosciuto fino ad oggi, proponendosi come alternativa per i loro clienti. In questo scenario quella di Revolut è una storia esemplare.

LA CRESCITA DI REVOLUT

Fondata a Londra nel 2015 da Nik Storonsky e Vlad Yatsenko, in luglio compirà quattro anni. Ha circa mille dipendenti, ha già superato i 5 milioni di clienti e punta a raggiungere quota 100milioni entro i prossimi 5 anni. Da pochi giorni è uscita dai confini europei, sbarcando in Australia e ha già licenze pronte per Singapore, Giappone e Stati Uniti, dove conta di arrivare entro fine 2019: dopo, in programma ci sono Hong Kong, Brazil and Russia. Una startup quindi con una crescita travolgente, che ha raccolto 336 milioni di dollari ed è valutata 1,7 miliardi di dollari.

Revolut è il progetto che si attua di una banca globale di nuova generazione: one banking in the world. Tutto è cominciato con la possibilità di fare shopping all’estero in 29 valute o  trasferire denaro da un Paese all’altro a costo zero, poi è arrivata la licenza bancaria in Lituania con lo sviluppo dei servizi tipicamente bancari ma digitali e con una customer experience da smartphone. E non solo.

Elena Lavezzi, Head of Southern Europe di Revolut

REVOLUT IN ITALIA

“In questi quattro anni abbiamo sviluppato un prodotto che ha migliorato radicalmente le abitudini finanziarie di oltre cinque milioni di persone in Europa, ma c’é ancora tanto da fare sia in Italia, sia in Sud Europa”, dice con entusiasmo Elena Lavezzi. La top manager ha appena cominciato a lavorare nella sua base a Copernico Isola a Milano (uno dei luoghi che, insieme ad altri, ospita la community del Fintech District) per la creazione di team locali e, ovviamente, la crescita dei clienti in Spagna, Portogallo, Grecia, Malta, Cipro, Slovenia e Croazia, oltre che in Italia ovviamente.

ELENA LAVEZZI ALLA GUIDA DI REVOLUT ITALIA E SUD EUROPA

La Lavezzi è una figura ben nota nell’ecosistema italiano (e non solo). Ha partecipato al lancio di Uber in Italia, da cui è uscita come direttore marketing, per poi guidare (dopo un passaggio in Tinaba) l’ingresso in in Italia di Circle, piattaforma di servizi finanziari basati sulla blockchain, dove è poi diventata Director Go-To-Market Retail Europe. “Vogliamo dare ai nostri clienti completo controllo e visibilitá delle proprie spese, oltre a permettere loro di non pagare più le commissioni e i costi nascosti spesso imposti dalle banche”. C’è alla base una diversa vision, aggiunge Lavezzi: “Per noi avere un conto corrente, una carta di credito non è un privilegio ma un diritto”. Tra i primi clienti di Revolut in Gran Bretagna ci sono stati tutti quei soggetti che non potevano rispondere alle richieste delle banche tradizionali.

I PROGETTI IN CANTIERE DI REVOLUT

Revolut è diventato lo strumento di pagamento di chi viaggia o ha relazioni internazionali. Il suo prodotto top (la carta Metal) è considerata ormai una sorta di status symbol, come conferma la galleria di selfie su Instagram di chi viaggia e immortala un momento speciale con la carta in mano. Non era mai successo…

La startup adesso è in rapida fase di espansione: ha impiegato due anni per raggiungere il primo milione di clienti; 6 mesi per il secondo e adesso marcia al ritmo di 1 milione di nuovi clienti ogni tre mesi. Con tanti progetti in cantiere per il 2019: una carta di credito per i bambini; il trading senza commissioni a Wall Street; la possibilità di investire in criptovalute e poi una nuova licenza per poter fare anche credito. La sfida è solo all’inizio.

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Giovanni Iozzia
Giovanni Iozzia

Ho studiato sociologia ma da sempre faccio il giornalista e seguo la tecnologia . Sono stato direttore di Capital, vicedirettore di Chi e condirettore di PanoramaEconomy.

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