Festa di compleanno con pranzo stellato by Enrico Bartolini (al Mudec di Milano) per Oval Money, che celebra sontuosamente i due anni sul mercato con tre novità che segnano un altro passo avanti nell’incontro fra fintech e banking: un conto corrente con carta di debito, un nuovo logo e un prodotto di risparmio.
La startup, fondata nel 2016 e basata fra Torino e Londra, intanto non si chiama più Oval Money, ma Oval: un marchio più semplice, con un carattere proprietario che permette di sviluppare una famiglia di prodotti, come Oval Pay, conto corrente con carta di debito Visa focalizzata però non sulle spese ma sul risparmio, che è il mantra della startup.
Oval Pay, risparmiare con la VISA
“Per la prima volta in Europa sarà possibile risparmiare e fare investimenti utilizzando la propria carta per i pagamenti”, dice Benedetta Arese Lucini, cofounder e Ceo. “Oval Pay effettuerà degli arrotondamenti in tempo reale su tutti gli acquisti, in modo che piccoli importi siano automaticamente trasferiti in un salvadanaio digitale o investiti direttamente nei prodotti disponibili”.
E qui arriva la terza novità con cui Oval apre il suo terzo anno di vita: Tasso Fisso, un prodotto finanziario sviluppato con il partner inglese Cirdan Capital Management per chi non ama rischiare: garantisce un tasso di interesse del 2% ma per capitali vincolati per un anno. È disponibile dal 4 aprile, giorno del compleanno di Oval, e sarà “aperto” solo per un mese. Quasi come una campagna di crowdfunding.
L’open banking secondo Oval Money, la startup alleata di Intesa Sanpaolo
Giugno 2018, Intesa Sanpaolo investe su Oval Money
Oval, nata per sostenere l’educazione finanziara dei nuovi risparmiatori nello scenario dell’open banking, poco meno di un anno fa ha visto l’ingresso nel suo capitale di Intesa Sanpaolo, prima operazione di un grande istituto di credito con una startup. Nel giugno 2018 fu annunciato che i servizi di Oval Money sarebbero stati integrati in Banca5, la banca di prossimità nata per raggiungere i millenial e comunque un target diverso da quello tradizionale. Gli effetti della collaborazione con l’istituto guidato da Carlo Messina cominciano a farsi sentire anche se non vengono ufficialmente dichiarati.
Chi è il partner bancario di Oval Pay?
Chi è il partner bancario di Oval Pay? Alla domanda il team glissa, sostenendo che preferisce camminare con le proprie gambe ma è evidente che, in una logica di open innovation, la startup sta lavorando come se fosse un innovation lab esterno, immagine che non piace ai founder di Oval. Ma anche le modalità di lancio di Oval Pay, indirettamente, confermano il ruolo di “esploratore” di nuove aree di mercato. Dal 4 aprile partirà il lancio ma sarà possibile solo “prenotarsi” per un primo gruppo di 10mila clienti che con i loro feedback contribuiranno allo sviluppo del prodotto: una sorta di test, secondo i sani principi lean startup e che difficilmente potrebbero essere seguiti da un grande player del credito.
Che cosa di può fare con Oval Pay
Che cosa si potrà fare con Oval Pay? Shopping, versamente in contanti in 15mila esercizi convenzionati, prelievi ma anche scambio di denaro fra amici, pagamenti di tasse e servizi come con qualsiasi altro conto corrente ma con un forte sostegno di intelligenza artificiale che fornisce statistiche aggiornate sull’uso che si fa del proprio denaro.
“Oval Pay è anche la prima carta di credito verticale”, fa notare Edoardo Benedetto, altro cofounder responsabile del product design. E aggiunge Claudio Bedino, altro cofounder: “La nostra sfida resta sempre quella di offrire strumenti di consapevolezza e “benessere finanziario” che aiutino a migliorare il rapporto con il denaro, perseguendo obiettivi di risparmio e investimento di medio e lungo periodo” “Con queste nuove proposte contiamo di aumentare il numero dei nostri clienti”, dice Benedetta Arese Lucini. Attualmente sono circa250mila, prevalentemente in Italia e Gran Bretagna, nella fascia d’eta 25-45 anni e mediamente riescono a risparmiare 125 euro al mese. “Quest’attività produce un’enorme quantità di dati, simile a quella che abitualemnte gestisce una banca di medie dimensioni “, spiega Simone Marzola, il cofounder che ha il ruolo di CTO e DPO.