Finanziamenti scaleup: 61 milioni di dollari per Soldo, la società inglese dell’italiano Carlo Gualandri che ha sviluppato una piattaforma digitale per la gestione delle spese aziendali. Il round di serie B è stato guidato da Battery Ventures and Dawn Capital, con la partecipazione dei precedenti investitori Accel and Connect Ventures. Con questa operazione la scaleup, fondata a Londra nel 2014, porta la sua raccolta a 82 milioni.
A cinque anni dalla sua nascita, Soldo si conferma una scaleup internazionale del fintech, visto il livello degli investitori e la partecipazione anche della Silicon Valley Bank (una piccola parte della cifra è a debito). E Paolo Gualandri un imprenditore seriale in grado di cavalcare con abilità le onde dell’innovazione. Nella stagione della New Economy, alla fine del secolo scorso, è con Paolo Ainio tra i founder di Matrix, società che dà vita a Virgilio, motore di ricerca antecedente a Google. Exit più soddisfacente (con Telecom) e ripartenza in Gran Bretagna nel mondo dei giochi con Gioco Digitale. Altra exit (Bwin) e altro giro con Fineco che lo porta nel mondo dei servizi finanziari, con una esperienza digitale inusuale nel settore.
VIDEO – CARLO GUALANDRI RACCONTA SOLDO E PERCHÉ È
MEGLIO FARE STARTUP A LONDRA
Soldo nasce come conto multi-spese ma il mercato consumer è difficile da aggredire e soprattutto poco remunerativo. La startup fa subito pivot verso le aziende che hanno una gestione delle spese dei dipendenti inefficiente che può essere migliorata grazie al digitale. Soldo diventa così una “spend management platform”, scalabile e con una sua ragione di essere nella capacità di ridurre i costi aziendali.
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FINANZIAMENTI SCALEUP, CHE COSA FARÀ SOLDO
I nuovi capitali serviranno a Soldo per crescere soprattutto in Gran Bretagna (dove è nata e dove ha ottenuto la prima licenza bancaria), in Italia e in Irlanda (dove ha chiesto e ottenuto una seconda licenza per poter continuare ad operare nello spazio europeo anche dopo la Brexit). Nel prossimo anno però si lavorerà anche per entrare in nuovi mercati europei. Saranno 12 mesi intensi, visto che è previsto anche il raddoppio dei dipendenti. È un’accelerazione prevista dai piani di sviluppo che in questo momento non hanno come obiettivo l’utile di bilancio: “Potremmo raggiungerlo entro due anni ma questo non ci permetterebbe di crescere come il mercato consente”, spiega Gualandri, che preferisce puntare al potenziale di crescita di un mercato dove la gran parte delle aziende, comprese le large coporate, usano ancora sistemi analogici o digitali ma molto elementari (diciamo i fogli excel…) per la gestione delle spese. C’è poi tutta l’area di nuovi servizi legati ai viaggi d’affari e il settore del procurement che apre grandi possibilità di sviluppo.