Covid-19 e startup Fintech: la situazione di emergenza causata dalla pandemia sembra avere effetti molto diversi sul mondo fintech italiano. Dalla survey sottoposta dall’Osservatorio Fintech & Insurtech del Politecnico di Milano alle startup Fintech & Insurtech italiane, emerge come più della metà, il 54%, dichiara di non avere subito impatti negativi, e nel 19% dei casi persino positivi.
Covid-19 e startup Fintech e insurtech: ci concentriamo inizialmente sull’effetto sulla loro attività caratteristica, “industriale”, che ci hanno raccontato le startup, per poi dare una visione dal punto di vista più “finanziario”.
Covid-19 e startup fintech: il vero Smart Working
Da due mesi si sente parlare sempre più spesso di Smart Working, e riscontriamo molte difficoltà da parte di alcune aziende e soprattutto PA nell’implementarlo. Specialmente se si parla del vero Smart Working (e non di semplice telelavoro), inteso come approccio per garantire migliori risultati professionali grazie a un’adeguata gestione indipendentemente dal luogo dove si lavora. Nessuna difficoltà invece per molte startup, che hanno dichiarato di essere già strutturate in questa direzione, affermando anzi in alcuni casi che è possibile “lavorare completamente smart […] senza cali di produttività e senza dover effettuare nessuna modifica di software/hardware”. Molte startup dimostrano di conosce chiaramente cosa significa il vero Smart Working, non solo la parola.
Covid-19 e startup fintech: le opportunità
Diverse startup hanno già saputo cogliere interessanti opportunità. Alcune startup hanno persino ampliato il proprio business, essendosi ampliata “la platea delle aziende e delle persone che useranno […] le tecnologie per il contatto e il business da remoto”, come dichiarato da una startup operante nel settore del Lending & Financing.
Ci sono poi startup che hanno avuto un impatto positivo dal punto di vista dell’innovazione, come una startup attiva nella gestione dei sinistri che dichiara di essersi dovuta “inventare di tutto per poter gestire il […] lavoro a distanza e con strumenti non convenzionali pur di continuare a dare un buon servizio” ai clienti.
Startup Fintech, l’impatto del Covid-19
L’impatto che la corrente situazione ha avuto sulle startup dipende molto dal business in cui esse operano e dal prodotto/servizio offerto.
Credito corporate
Guardando al settore del credito corporate, ci sono startup che hanno evidenziato un aumento della domanda di credito e “di finanziamenti meno strutturati / di importo inferiore”, ipotizzando inoltre che “dopo una crisi, il comparto creditizio percepisce un forte sviluppo e una chiamata all’innovazione” a cui le startup Fintech possono contribuire fortemente. Per contro, una startup segnala che “il rischio di default delle aziende è incrementato significativamente”, ponendo possibili sfide nella gestione del rischio di credito.
Settore assicurativo
Nel settore assicurativo, alcune startup hanno segnalato come impatto positivo della corrente situazione una maggiore consapevolezza nei consumatori che “eventi negativi possono accadere” e che “assicurarsi non è poi solamente un costo”. Si sono ridotti i sinistri, positivo per alcune startup, ma negativo per quelle attive nella gestione dei sinistri, che hanno registrato “una diminuzione nell’affidamento degli incarichi”, un’evenienza “abbastanza normale visto il numero inferiore di auto che circolano”.
Mobile banking
Una realtà attiva nel mobile banking che offre “un prodotto nativo ‘digital mobile’” senza reti fisiche, segnala poi che le potenzialità del prodotto “ben si prestano alla soluzione dei problemi quotidiani di gestione del denaro, ancor di più in un momento come questo dove vi è assoluta impossibilità a spostarsi”. Rileva tuttavia una “piccola flessione delle performance commerciali di acquisizione nuova clientela che riflette il minor traffico web su aree tematiche come quelle del banking e dei pagamenti”.
Difficoltà di relazione con i clienti e rallentamento dei nuovi business
Dal lato degli impatti negativi, per alcune startup l’interazione con i clienti ha risentito della situazione, vista la diminuzione delle “possibilità di visitare aziende e incontrare partner strategici” e delle “possibilità di contattare rapidamente responsabili aziendali di aziende clienti”. Ciò ha causato talvolta “difficoltà di dialogo con le amministrazioni delle aziende”, spesso impegnate in “altre priorità di emergenza”, come sottolineato da una startup del settore degli Investments. Allo stesso modo ne ha risentito l’espansione del business, con un “mercato di riferimento completamente fermo” secondo una startup Insurtech, con “ogni decisione […] rimandata a quando riinizierà l’attività” ed in generale con un “rallentamento delle trattative in corso”.
Un impatto negativo è stato poi registrato da startup pronte a lanciare nuovi prodotti e servizi, o da quelle in corso di autorizzazione ad operare da parte di Banca d’Italia. Secondo una startup che offre soluzioni di Bank Account Aggregation infatti “gli impatti dell’attuale situazione sanitaria si concretizzeranno […] in un allungamento dell’iter autorizzativo”.
Una startup Insurtech focalizzata su small business ha poi evidenziato come la situazione sta impattando la propria clientela: “il nostro cliente medio è proprio il piccolo imprenditore / commerciante / artigiano che si è trovato dal giorno alla notte con il negozio chiuso o con la non possibilità di lavorare”. La startup rileva quindi un doppio effetto: da un lato “l’interesse non è sceso (anzi in alcuni casi è anche aumentato)”, dall’altro il conversion rate è drasticamente diminuito, avendo “quasi tutti iniziato a post-porre la decisione sulla nostra classe di prodotti a quando la situazione è più chiara”.
Il “congelamento” degli investimenti
Se passiamo invece al punto di vista finanziario delle startup, oltre ai problemi di cassa generati dal fermo dei clienti, svariate fonti dirette e indirette evidenziano un “congelamento” degli investimenti. Anche diverse startup che hanno risposto alla survey hanno evidenziato forti difficoltà nella raccolta fondi, ritenuta “impossibile da fare ora” da una startup attiva nel settore del credito.
Continuano solo alcuni fondi regionali, anche italiani, che hanno un’ottica più industriale e stanno cogliendo l’occasione per valorizzare ancora meglio le risorse che immettono nelle startup che hanno ottimi modelli di business ma una situazione finanziaria tesa.
Ricordiamo però infine che la situazione è in fortissima evoluzione, per questo continuiamo a monitorarla e ad aggiornare le nostre analisi. Alcune startup intervistate 20 giorni fa stanno già registrando una ripresa di alcuni clienti, anche se su prodotti diversi, molto correlati alla situazione attuale.