SMART PAYMENTS

Sistemi di pagamento, tutti gli attori e come portare qualcosa di nuovo

Se si guarda la filiera che sta dietro i sistemi di pagamento, dal consumer al circuito, si vede che la gran parte di startup e challenger banks operano in uno schema tradizionale. Gli spazi di innovazione non mancano: dalla carta che collega consumer e merchant al modello social per prenotare e pagare un ristorante

Pubblicato il 20 Lug 2020

Photo by Blake Wisz on Unsplash

Per vedere e apprezzare l’innovazione nei sistemi di pagamento, che è uno dei segmenti più vivaci e promettenti del fintech, è necessario avere presente la filiera che si mette in movimento. Ecco tutti gli attori che entrano in gioco ogni volta che viene usata una carta di credito o avviato un pagamento digitale.

Sistemi di pagamento, tutti gli attori

  1. Consumer/Card Holder. Il cliente che detiene la carta. Paga un canone annuo all’issuer. In alcune transazioni potrebbe essergli richiesta una commissione per il singolo pagamento.
  2. Issuer. Istituzione finanziaria che ha emesso la carta verso il cliente e che autorizza la transazione di pagamento, provvedendo poi all’addebito verso il cliente. Per la sua attività l’issuer addebita una commissione all’acquirer che ha gestito la transazione (MIF, Multilateral Interchange Fee)
  3. Acquirer. Istituzione finanziaria che gestisce la transazione di pagamento e trasferisce i fondi al merchant addebitando l’issuer. Per la sua attività l’acquirer addebita una commissione al merchant (Acquiring Fee) che è comprensiva della MIF.
  4. Merchant. Negozio, fisico o virtuale, dove il cliente finalizza il suo acquisto pagando con carta
  5. Circuito. Istituzione finanziaria che gestisce e regolarizza l’accettazione delle carte aderenti al proprio ambito.Relativamente alla MIF, come è noto, la Commissione Europea è intervenuta più volte al fine di contenerne l’importo, sia in ottica di antitrust che per incentivare i cittadini all’uso della moneta elettronica.

    Dove stanno startup e challenger banks

Lo schema degli attuali sistemi di pagamento appena descritto, consolidato da anni, è quello che sottende alla stragrande maggioranza degli strumenti attualmente presenti sul mercato, startup, fintech e challenger banks comprese.

La maggior parte di questi player si è inserito nel sistema con il ruolo di issuer, ovvero colui il quale consegna materialmente, o digitalmente, lo strumento di pagamento al cliente e che poi viene remunerato secondo lo schema sopra descritto.

Ci sono poi alcuni player che hanno optato per interpretare il ruolo di aggregatori di carte (Paypal, Curve) ed altri che, come Satispay, hanno implementato un sistema di pagamento che non usa carte di credito ma soltanto trasferimento fondi tra wallet digitali. In questi ruoli, prettamente tecnici ed altamente vigilati è difficile innovare e, di conseguenza, ci si limita a seguire sentieri già segnati.

L’innovazione oltre acquirer e carte di credito

Ma le strade per portare qualcosa di nuova in questo mondo non mancano: un istituto di moneta elettronica (IMEL) potrebbe, ad esempio, proporre una carta di pagamento, collegata ad un conto di moneta elettronica, sia ai propri clienti che ai merchant che riesce a convenzionare; in questo modo, tutte le transazioni effettuate dai clienti dell’Imel presso i merchant convenzionati non dovrebbero più essere instradate verso l’acquirer ed il circuito di appartenenza della carta, in quanto si prefigurerebbero come un semplice giro conto, tra il conto del cliente e quello del merchant.

Un’architettura di questo genere consentirebbe al merchant di azzerare le commissioni di acquiring e di riversare parte del valore acquisito nei confronti del cliente (ad esempio in tema di programmi di loyalty). Pensate a quanto avviene oggi in una grande catena di fastfood, dove è possibile pagare al tavolo il proprio con carta di credito, e come potrebbe essere molto più vantaggioso per tutti trasformare questo sistema nell’architettura sopra descritta. In questo modo si creerebbe una sorta di piattaforma, facilmente esportabile e personalizzabile all’occorrenza, a seconda del verticale in cui si inserirebbe.

Un social network per prenotare e pagare il ristorante

Se poi, sempre all’interno dello stesso schema, la carta di pagamento venisse sostituita da un wallet digitale (senza il supporto di una carta di pagamento), la dinamica si farebbe ancora più interessante. Se, infine, volessimo spingerci ancora oltre, pensate all’impatto che una simile soluzione avrebbe se fosse calata in un social network legato alla ristorazione: con una sola app, si potrebbe visualizzare i ristoranti, prenotare, visualizzare il menu ed effettuare l’ordinazione al tavolo (sempre dal proprio smartphone) e, a fine cena, una volta controllata l’esattezza del conto, uscire da ristorante senza dover nemmeno passare per la cassa … bello no ?

Questo, per rimanere in tema food, è solo l’antipasto e, nel prossimo articolo, vedremo cosa è stato fatto e, soprattutto, cosa rimane ancora da fare in termini di normative dei sistemi di pagamento, parleremo di soluzioni legate all’open banking e delle nuove figure introdotte dalla PSD2.

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Giovanni Vattani
Giovanni Vattani

Da oltre 20 anni nel settore dei pagamenti, ha contribuito all’adozione ed alla diffusione, nel settore B2C delle Utilities, di sistemi di pagamento innovativi quali PayPal, MyBank e CBill. Partecipa agli Osservatori “Fintech&Insurtech” e “Innovative Payments” del PoliMI. Cuore amatriciano, sommelier a tempo perso è appassionato di rugby (purtroppo solo come spettatore).

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