OPEN BANKING

Perché la PSD2 è un’opportunità per le banche (e spiana la strada alla trasformazione digitale)

Da inizio anno è entrata in vigore la nuova normativa europea sui pagamenti. Il mercato dei servizi finanziari si aprirà ai colossi della tecnologia, con vantaggi significativi anche per i consumatori. Per gli istituti di credito il futuro sembra incerto, ma chi saprà innovare potrà consolidare la propria leadership

Pubblicato il 04 Mag 2018

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Lo scorso 13 gennaio è entrata ufficialmente in vigore la normativa europea sui pagamenti digitali, denominata PSD2 (Payment Service Direttive 2). Si tratta di una novità rilevante per il mondo dei servizi finanziari, in grado di spianare la strada alla cosiddetta digital transformation nel settore bancario. A guidare il cambiamento è soprattutto il paradigma dell’open banking, destinato a cambiare in modo radicale il modo di fare banca. Perché se da un lato ci troveremo di fronte a servizi più aperti, più accessibili e più facili da utilizzare, tanto per i clienti quanto per le aziende; dall’altro il panorama competitivo muterà profondamente, dando il via all’ingresso in campo di nuovi attori, fino ad oggi lontani da questo settore, ma oggi fortemente interessati al business dei servizi finanziari. Ma andiamo con ordine.

Che cosa cambia con l’introduzione della PSD2

I principali vantaggi derivanti dall’introduzione della PSD2 sono rivolti in prima istanza ai consumatori. Come spiega il sito pagamentidigitali.it, a loro sarà data la possibilità di utilizzare servizi diversi da quelli delle banche (rivolgendosi ai cosiddetti TPP, Third Party Provider) sia per quanto riguarda le operazioni di pagamento, sia per richiedere prestiti o effettuare investimenti. A livello di costi, poi, più di qualcosa si è mosso. A cominciare dalla modifica dell’articolo 62 del codice del consumo (relativo alle tariffe per l’utilizzo dei mezzi di pagamento), secondo cui d’ora in avanti nessun professionista potrà imporre ai consumatori spese aggiuntive per l’utilizzo di strumenti di pagamento digitali. Inoltre le commissioni interbancarie non potranno superare lo 0,2% del valore dell’operazione, per i pagamenti tramite carta di debito, valore che sale allo 0,3% se il pagamento viene effettuato tramite carta di credito. Senza dimenticare l’abilitazione del credito telefonico come modalità di pagamento per alcune tipologie di beni e servizi.

Ma maggiore apertura significa anche maggiore sicurezza. Il testo della PSD2, infatti, si apre allo sviluppo di misure di sicurezza e di protezione della privacy utili a garantire sempre più tranquillità ai consumatori. Anche perché tra le rivoluzioni in capo alla normativa, c’è la possibilità da parte di chiunque di accedere ai dati dei clienti (solo nel caso in cui questi ne forniranno il consenso). A questo proposito giocano un ruolo fondamentale le piattaforme di Big Data, sempre più utili per lo studio dei comportamenti, dei gusti e delle esigenze di ciascun cliente, nell’ottica di proporre offerte sempre più personalizzate.

Ad alimentare questo il processo di trasformazione digitale del settore finanziario saranno senza dubbio smartphone e dispositivi wearables. Grazie a questi device, infatti, negli ultimi anni si è parlato sempre di più di pagamenti digitali. Tutto il filone del mobile payment, per esempio, è già una realtà consolidata e sono ormai diverse le iniziative che permettono di digitalizzare la carta di credito, con la possibilità di effettuare pagamenti con lo smartphone. Non meno importante sarà il compito dei dispositivi indossabili, che ci permetteranno di pagare un caffè al bar con un smartwatch o un braccialetto elettronico.

Perché la PSD2 spiana la strada all’innovazione nelle banche

E le banche? Come stanno reagendo a questa ventata di innovazione? La regolamentazione dei servizi di pagamento è anche frutto dell’interesse che arriva dal mondo degli OTT (Over The Top). Società come Google, Facebook, Amazon, Apple, Alibaba, infatti, hanno messo da tempo gli occhi (e le mani) sui servizi finanziari. E la loro forza sta soprattutto in due fattori: il potenziale finanziario di cui godono, e la grossa mole di dati degli utenti di cui sono in possesso.

In questo contesto, per non perdere la leadership, gli istituti di credito hanno necessità di innovare. Il rischio è di finire travolti dalla potenza di fuoco di questi nuovi giocatori digitali. Marco Bragadin, CEO di ING Italia, gruppo che ha fatto dell’innovazione il suo cavallo di battaglia, sostiene che: «l’avvento nel settore dei servizi finanziari di colossi del Tech come Amazon, Apple Facebook, Google e Alibaba è certamente un fattore di cui il settore bancario deve tener conto per non mettere a rischio la sua sopravvivenza. L’introduzione della PSD2, di fatto ridefinisce il mercato europeo dei pagamenti aprendo le porte dell’open banking. È pensabile che anche i colossi del tech potranno presto proporsi come istituti di credito, fornendo forme di finanziamento, piccoli prestiti e investimenti. Per questo è fondamentale che le banche investano in modalità sempre più innovative per l’erogazione di servizi di pagamento e di credito».

E in questa direzione si è mossa proprio ING. Dalla collaborazione con una startup, Kabbage – azienda americana leader nel settore dei prestiti veloci alle pmi –  il gruppo olandese ha realizzato “Prestito Arancio Business”, un  servizio di instant lending che offre finanziamenti fino a 100mila euro, senza garanzie reali/personali totalmente paperless, con un processo di richiesta rapido e che garantisce una risposta sulla valutazione creditizia in soli 10 minuti.

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