Perché l’insurtech non farà scomparire gli agenti assicurativi

L’intervento umano nel settore delle assicurazioni è ancora necessario, perché l’alfabetizzazione digitale non è completa. Inoltre il prodotto venduto al cliente richiede riservatezza, ed è sempre complesso e personale. Ecco perché la figura del broker non sparirà così a breve

Pubblicato il 03 Feb 2017

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L’innovazione digitale farà scomparire molte professioni. È un ritornello che ormai sentiamo ripetere quasi ogni giorno. E in fondo non è detto si tratti di una previsione lontana dalla verità. Uno dei mestieri più a rischio, ad esempio, sembra essere quello dell’agente assicurativo, figura destinata a sparire nell’arco di pochi anni. Secondo molti sostenitori di questa teoria elementi come l’uso dell’Intelligenza Artificiale insieme ad algoritmi per il Data Mining sempre più accurati porteranno in pochi anni alla riduzione dei professionisti addetti alla gestione dei rapporti con i clienti e alla creazione di offerte specificatamente dedicate in favore di chatbot, gli assistenti virtutali in grado di interagire con con un cliente simulando l’operatore umano.

Eppure sembra che questa teoria, seppur affasciante dal punto di vista teorico, si piuttosto distante dalla realtà. Perché se è vero che il rapporto tra mondo assicurativo e tecnologia è sempre più stringente, è altrettanto vero che la presenza dell’agente assicurativo in “carne e ossa” è ancora considerata indispensabile per una serie di motivi.

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