SMART PAYMENT

Pagamenti digitali: perché Facebook lancia WhatsApp Pay (mentre Libra perde pezzi)

Nei prossimi 6 mesi sarà rilasciato in diversi Paesi WhatsApp Pay, servizio sperimentato in India che consente di pagare via chat. Nel 2019 era rimasto fermo per ragioni burocratiche e tecnologiche. Facebook continua a muoversi nel campo dei pagamenti, mentre la criptovaluta Libra vede un’altra defezione: quella di Vodafone

Pubblicato il 31 Gen 2020

Osservatorio Innovative Payments 2020

Facebook insiste sui pagamenti digitali annunciando il lancio di WhatsApp Pay, mentre il progetto Libra continua a perdere colpi (con l’ultima defezione in ordine di tempo da parte di Vodafone).

Durante la presentazione dei risultati finanziari, Mark Zuckerberg ha annunciato che nei prossimi 6 mesi WhatsApp Pay sarà rilasciato in diversi Paesi. Il colosso di Internet sta testando il nuovo sistema in India già dal 2018. Nel 2019 alcune normative ne hanno impedito il lancio in tutto il Paese: sono state necessarie modifiche burocratiche (per rispettare le leggi dei singoli Paesi) e tecnologiche. Intanto, a maggio 2019, il social network ha fatto sapere di aver scelto Londra come centro per sviluppare WhatsApp nel settore dei pagamenti mobili. E adesso è arrivato l’annuncio del lancio ufficiale in varie parti del mondo.

L’obiettivo della nuova mossa di Zuckerberg è rendere universale il sistema di pagamento contenuto dentro WhatsApp, trasformandola di fatto nell’unica app occidentale che sfida il modello cinese di app-sistema operativo (vedi WeChat) separato dal singolo sistema operativo o tipo di apparecchio.

Come funziona WhatsApp Pay: si paga via chat

Il sistema di pagamento aggregato a WhatsApp si basa su tecnologia UPI (Unified Payment Interface) Peer to Peer, piattaforma di pagamento che lavora in tempo reale, sviluppata da National Payments Corporation of India per facilitare le transazioni interbancarie.

In sostanza consente di effettuare pagamenti fra persone, ma anche di pagare nei siti di ecommerce che lo supportano. I pagamenti passano attraverso il proprio account WhatsApp che è legato a un conto corrente o a una carta di credito.

Facebook e le banche

Solo in Italia Facebook ha 32 milioni di utenti e il nostro Paese è uno tra quelli in cui il servizio di Whatsapp è più utilizzato. Inoltre il mercato dei pagamenti in mobilità tramite app è estremamente parcellizzato. E, dopo il taglio delle commissioni interbancarie, l’unica cosa davvero redditizia per gli istituti di credito sono i dati dei clienti. Ma anche sul fronte dei dati vincono i colossi di Internet. Non è peregrino pensare che, quando Facebook entrerà a tempo pieno nel mercato bancario, andrà a colpire sia le banche sia le startup legate al mondo della finanza.

WhatsApp Pay in partenza. Ma Libra dove va?

Se WhatsApp Pay sale, Libra scende. E bisognerà capire a fondo analogie e differenze tra i due progetti, sempre che l’ultimo – la criptovaluta di Facebook per consentire anche agli “unbanked” di scambiarsi denaro – sopravviva. Il 22 gennaio scorso è infatti arrivato l’annuncio dell’ultima defezione in ordine di tempo, quella di Vodafone. L’azienda si è ritirata dalla Libra Association sostenendo di voler concentrare le proprie risorse sul progetto M-Pesa, sistema per il trasferimento di denaro e il microcredito lanciato nel 2007 dalla controllata Safaricom, al momento disponibile solo in alcuni paesi: Kenya, Tanzania, Afghanistan, Sudafrica, India, Romania e  Albania. Ora Vodafone punterebbe a lanciare M-Pesa in altri Paesi. E ha deciso che le risorse inizialmente allocate per Libra serviranno a questo scopo.

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