È la scaleup italiana per eccellenza, la cui storia di successo è considerata un esempio per tutto l’ecosistema. Moneyfarm, società che vende consulenza finanziaria online, è una sintesi delle regole e delle opportunità dell’innovazione.
Moneyfarm è una società internazionale di gestione del risparmio specializzata negli investimenti a medio-lungo termine. Tramite la sua piattaforma online offre a oltre 30mila clienti in Italia e nel Regno Unito una consulenza finanziaria accessibile, indipendente e trasparente. Grazie all’utilizzo delle tecnologie digitali Moneyfarm ha sviluppato un modello innovativo che le permette di fornire un servizio di gestione finanziaria semplice, trasparente e a costi inferiori a quelli offerti dai gestori tradizionali. È regolata dalla Financial Conduct Authority (FCA) e vigilata in Italia da Consob. Ad agosto 2012 è sbarcata sul web conMoneyfarm.com, aprendo la strada alla consulenza indipendente via Internet nel mercato italiano.
Ecco la sua storia e la tappe della sua crescita.
La storia di Moneyfarm: come è nata, chi l’ha fondata, quali programmi ha
Giovanni Daprà e Paolo Galvani, fondatori di Moneyfarm: oggi sono rispettivamente AD e presidente
Moneyfarm è stata fondata da Paolo Galvani, Giovanni Daprà per semplificare la vita di chi vuole investire i propri risparmi. Paolo Galvani è stato amministratore delegato della Sgr di Banca Sella, poi è andato a Londra per Deutsche Bank, che ha lasciato nel 2008 alla ricerca di un nuovo paradigma di business nel mondo dei servizi finanziari, tradizionalmente poco propenso all’innovazione. Oggi è il presidente di MoneyFarm. Giovanni Daprà, invece, dopo una laurea in Finanza all’Università Bocconi, ha conseguito un master in Mathematical Trading and Finance alla Cass Business School di Londra. In passato ha lavorato per Deutsche Bank AG. Oggi è Ceo della scaleup.
Fondata nel 2011, Moneyfarm inizia a muovere i primi passi nella primavera 2012 con un modello di consulenza nell’ottica di asset allocation: il cliente si abbona e riceve via internet consigli su come investire i suoi soldi in un orizzonte di almeno due anni, gestendo i portafogli con una manutenzione bimestrale. Strada facendo l’offerta si è evoluta offrendo anche la possibilità di comprare a chi non ha voglia di andare in banca per fare l’ordine. Moneyfarm può farlo perché è una sim (società di intermediazione immobiliare) autorizzata da Consob e Banca d’Italia. Si fa pagare dai clienti con una percentuale sui soldi investiti, una commissione flat dello 0,8%, circa la metà di uno strumento equivalente come un fondo bilanciato. «Quest’anno il portafoglio più prudente ha reso l’1%, quello più aggressivo il 4%», raccontava Galvani nel 2013 a EconomyUp. «Siamo allineati con il mercato ma con costi decisamente inferiori, almeno l’1%».
Moneyfarm ha un’anima fortemente tecnologica pur vendendo servizi finanziari. Gli ingegneri sono gran parte del team. «L’elemento disruptive non può essere delegato all’esterno», spiega Galvani. «A Milano però è difficile trovare bravi informatici, la domanda è altissima e noi non siamo in condizione di pagare cifre altissime. Per questo abbiamo deciso di aprire una sede altrove». Precisamente a Cagliari, dove c’è un buon humus tecnologico grazie all’università e al retaggio di Tiscali. A Milano resta il marketing e la finanza gestita da un comitato investimenti che si riunisce una volta la settimana.
► L’altra finanza: l’intervento di Paolo Galvani, presidente di MoneyFarm, a EconomyUpTV
2013: I primi investimenti su Moneyfarm
Nel 2013 MoneyFarm ha già ottenuto finanziamenti per 2,65 milioni di euro dai fondi UnitedVentures e Principia Sgr, che controllano il 70% della società. Ai founder è rimasto il 30%. «In un business come il nostro se non fai così, non vai da nessuna parte», spiega Galvani.
Dopo un anno e mezzo di attività MoneyFarm ha 650 abbonati, di cui 500 solo per la consulenza. Il target per la sostenibilità dell’impresa è 5000. «La sfida è essere sempre più semplici», sintetizza Galvani. Per questo la piattaforma lancia nel 2013 una nuova versione del portale ancora più essenziale per creare un portafoglio personale e capire le potenziali performance. È stata introdotta anche un’area prova dove è possibile fare un checkup gratuito dei propri investimenti e testare gli strumenti a disposizione.
2015: 16 milioni per Moneyfarm, investimento record per il Fintech italiano
Nel 2015 la società fondata da Paolo Galvani e Giovanni Daprà, ha ricevuto un investimento di 16 milioni di euro dal fondo inglese Cabot Square Capital e da United Ventures. Un cifra record per l’Italia.
A pochi anni dalla nascita, Moneyfarm aspira a diventare leader europeo dei servizi di Digital Wealth Management unendo tecnologia, innovazione ed esperienza nella gestione del risparmio. “Siamo pronti e motivati ad affrontare i prossimi importanti passi: ulteriore consolidamento del mercato italiano e la scalata alla leadership Europea tenendo bene a mente la nostra storia e soprattutto le migliaia di clienti che ci hanno sostenuto fino ad oggi” dichiarano i founder.
2016: Allianz investe sui consulenti robot di Moneyfarm
Nel 2016 il numero uno al mondo nel campo delle assicurazioni, Allianz, ha acquisito una quota di minoranza (e ottenuto un seggio nel Cda) di Moneyfarm. In particolare, Allianz è stato attratto dalla consulenza automatizzata lanciata da Moneyfarm e dall’utilizzo del robo-advisory, la cui fetta di mercato potrebbe valere, secondo le stime, la bellezza di 2mila miliardi di dollari nel 2020.
L’importo dell’operazione sarebbe top secret – almeno secondo quanto riferisce MoneyFarm – ma il Financial Times riferisce che si aggirerebbe attorno ai 7 milioni di dollari.
L’ingresso nel capitale di Moneyfarm è, secondo il cofondatore e presidente della società, Paolo Galvani, “un’ulteriore conferma della nostra tecnologia e del nostro modello”. Che prevede un largo impiego del robo-advisory: gli algoritmi computerizzati sono infatti i responsabili (attraverso l’analisi del questionario online proposto ai clienti) della definizione del profilo di rischio degli investitori, della proposta di un portafoglio di prodotti finanziari e degli aggiustamenti in base alla situazione del mercato. Un algoritmo proprietario che Allianz deve aver giudicato come particolarmente promettente, tanto da decidere di portarselo in casa invece di crearne uno proprio.
2017: Moneyfarm acquisisce Ernest, la startup che gestisce il risparmio con chatbot e AI
Per continuare a crescere la società di Galvani e Daprà sa che non può ignorare la disruption in atto nel settore fintech. Per questo nel 2017 Moneyfarm annuncia l’acquisto di Ernest, personal banker alimentato da intelligenza artificiale che combina la tecnologia di elaborazione delle lingue naturali con l’apprendimento automatico. Con questa operazione, di cui non sono stati svelati i dettagli economici, MoneyFarm diventa il primo operatore digitale a utilizzare i chatbot per la gestione dei risparmi e degli investimenti.
Con l’acquisizione della tecnologia di Ernest, Moneyfarm è in grado di fare un passo avanti nel suo percorso per accompagnare i clienti lungo l’intero ciclo di vita finanziario: dalla generazione dei risparmi fino all’investimento.
Fintech: Moneyfarm acquisisce Ernest, la startup che gestisce il risparmio con chatbot e AI
2018: 46 milioni da Allianz per Moneyfarm e l’acquisto di Vaamo per entrare nel mercato tedesco
A fine maggio del 2018 Moneyfarm annuncia di aver concluso un round di finanziamento da 46 milioni di euro (al momento il più alto round di finanziamento per una fintech italiana). A guidare l’operazione è Allianz (che già aveva investito nella società a settembre 2016), insieme a un altro gruppo di investitori. Grazie a questa operazione, Moneyfarm porta il totale dei fondi raccolti a oltre 70 milioni di euro, il che la rende una delle aziende innovative più finanziate di sempre in Italia e in Europa.
L’importante aumento di capitale è finalizzato a consolidare ulteriormente la presenza di Moneyfarm in Italia e nel Regno Unito, oltre a supportare il progetto di espansione internazionale, permettendo alla Società di continuare a offrire ai risparmiatori una consulenza indipendente, investendo nella crescita, ampliando l’offerta di prodotti e consolidando il team che oggi conta 90 professionisti nelle sedi di Londra, Milano e Cagliari. Questo round di finanziamento, che valida un modello di business al quale anche gli istituti finanziari tradizionali hanno iniziato a guardare con grande interesse, supporterà la Società nel suo piano per affermarsi ulteriormente come leader europeo nel settore del risparmio gestito digitale e continuare a guidare l’innovazione della consulenza finanziaria.
Per chiudere l’anno in bellezza, Moneyfarm compie un passo deciso verso lo sviluppo in Europa: la scaleup entra nel mercato tedesco attraverso l’acquisizione del robo-advisor Vaamo, con base a Francoforte, che è stato il primo gestore patrimoniale digitale indipendente ad aprire in Germania nel 2014, ed è oggi tra i principali robo-advisor attivi nel paese. Adesso l’operazione è al vaglio dell’autorità di vigilanza tedesca BaFin.
Con questa operazione Moneyfarm acquisisce il know-how commerciale e le skills del team Vaamo: elementi che contribuiranno allo sviluppo delle attività B2C per il mercato tedesco così come le competenze B2B che Vaamo si porta in dote grazie all’esperienza acquisita negli ultimi anni attraverso partnership con istituzioni finanziarie del calibro di N26 e 1822direkt, la sussidiaria online di una delle principali banche di investimento tedesche.
Qui puoi leggere tutti i dettagli dell’operazione:
Scaleup, Moneyfarm compra Vaamo ed entra nel mercato tedesco
Le ambizioni di Moneyfarm
L’acquisizione di Vaamo si inserisce nella strategia ambizione di Moneyfarm. “La nostra ambizione è quella di costruire un servizio di consulenza finanziaria paneuropeo che sia in grado di soddisfare tutte le necessità finanziarie specifiche di un risparmiatore, in tutte le fasi della sua vita – ha affermato Paolo Galvani, Co-fondatore e Presidente di Moneyfarm -. Oggi Moneyfarm riceve un’importante conferma dal mercato che ci permetterà di esprimere tutte le potenzialità del nostro modello di business. Utilizzeremo questi finanziamenti per investire ulteriormente sul nostro prodotto e aumentare la gamma dei servizi che offriamo ai nostri clienti, a partire da un prodotto pensionistico per il mercato italiano che dia seguito a quello recentemente lanciato in UK. Continueremo a offrire un servizio di consulenza accessibile, innovativo e indipendente, al passo con le necessità presenti e future dei risparmiatori”.