LA GUIDA

Da Libra a Diem: cos’è, come funziona e cosa aspettarsi dalla criptovaluta di Facebook

Annunciato per gennaio 2021 il debutto della stablecoin di Facebook, di cui si parla dal 2019. Dopo l’opposizione delle banche centrali, Facebook pensa ora a una stablecoin ancorata al dollaro. E cambia nome: ora è Diem. Qui tutta la storia, gli obiettivi e l’impatto che potrà avere la nuova moneta

Pubblicato il 04 Dic 2020

Libra

Libra di Facebook ha cambiato pelle, è diventata Diem e sembra pronta a sconvolgere il mondo dei pagamenti digitali a partire da gennaio 2021.

Dovrebbe infatti debuttare il prossimo gennaio la valuta digitale annunciata da Facebook a giugno 2019 con il nome di Libra come criptovaluta, che promette di rivoluzionare l’universo dei pagamenti e delle transazioni finanziarie. In un primo momento il lancio era stato previsto entro giugno 2020, ma l’anno della pandemia ha probabilmente influito sulla tempistica. Non solo: dovrebbe essere una stablecoin. Inoltre ha cambiato nome: la struttura che gestisce il progetto, la Libra Association, sarà ora conosciuta come Diem Association e la valuta si chiamerà Diem Dollar. L’evoluzione è avvenuta dopo che Facebook ha dovuto affrontare l’opposizione al suo progetto da parte di governi ed enti regolatori.

La notizia del probabile via libera nel 2021 arriva il 27 novembre 2020 dal Financial Times. Più in dettaglio, l’Associazione Libra con sede a Ginevra che emetterà e governerà la nuova valuta prevede di lanciarla con il sostegno del dollaro. La mossa rappresenterebbe un ulteriore ridimensionamento delle ambizioni iniziali del progetto. Le stablecoin sono progettate per evitare la volatilità tipica delle criptovalute quali i Bitcoin, rendendole in teoria più adatte a pagamenti e trasferimenti di denaro.

L’annuncio di Libra (oggi Diem), ormai un anno e mezzo fa, ha suscitato plauso e consensi, ma anche dubbi e critiche. Nei mesi successivi al lancio le autorità finanziarie di tutto il mondo si sono mosse per verificare gli aspetti controversi, alcuni tra i massimi vertici economico-finanziari mondiali hanno espresso posizioni contrarie e alcune delle organizzazioni che inizialmente avevano supportato Libra si sono tirate indietro. Per lungo tempo molti hanno temuto che la criptovaluta non avrebbe visto mai la luce.  D’altra parte a fine gennaio 2020 Mark Zuckerberg ha annunciato il lancio internazionale di WhatsApp Pay, sistema di pagamento tramite chat. E qualcuno ha pensato (a torto) che Libra fosse superata. Ma vediamo meglio cos’è e come funziona Libra, cosa è successo fino ad oggi e cosa aspettarsi dal futuro. Partendo da una questione dirimente: la differenza tra criptovaluta (quale doveva essere inizialmente Libra) e stablecoin.

Differenza tra criptovaluta e stablecoin

Una criptovaluta, lo ricordiamo, è una valuta digitale resa sicura attraverso un processo di crittografia. Attualmente nel mondo ci sono almeno 2.238 criptovalute: tra le più note Bitcoin ed Ethereum. Le crytpocurrencies più conosciute sono basate sulla blockchain.

Una stablecoin  è un asset digitale progettato per simulare il valore delle valute fiat come il dollaro o l’euro,e consente agli utenti di trasferire valore in tutto il mondo in modo economico e veloce, mantenendo allo stesso tempo la stabilità dei prezzi.

La mission di Libra

L’obiettivo dichiarato è fornire accesso al sistema finanziario ai circa 1,7 miliardi di adulti “unbanked” presenti oggi nel mondo, cioè tutti quelli che sono sprovvisti di un conto corrente bancario o analoghi servizi. Zuckerberg promette che, dall’inizio, il costo del servizio sarà basso o nullo. In seguito conta di offrire molteplici servizi: pagare le bollette con un clic, pagare il caffè attraverso la scannerizzazione di un codice o un mezzo pubblico senza contanti né carte.

Perché Facebook ha scelto il nome “Libra”?

In molti si sono chiesti perché Zuckerberg abbia chiamato la sua valuta digitale Libra. Nella Treccani si legge che libra, derivante dal latino, significa bilancia, in senso proprio e figurato (come simbolo cioè della giustizia). In astrologia la bilancia è sinonimo di equilibro ed equità. Nella variante fonetica e grafica “libbra” sta a significare unità di massa e peso e moneta. Il dizionario Garzanti specifica che libbra è l’unità di peso già usata dai greci e dai romani, poi impiegata in Italia nel medioevo (con valore di 300 g circa) e in altri paesi (Spagna, Francia, Germania); più a lungo nei paesi anglosassoni, con valore di 454 grammi.

Libra, storia di un annuncio

Il lancio a giugno 2019 (ma il “lavoro segreto” inizia dal 2017)

“Vogliamo rendere facile per tutti inviare e ricevere denaro proprio come accade con le nostre app per condividere messaggi e foto” scrive il fondatore e CEO Mark Zuckerberg il 18 giugno 2019 in un post sul social network con cui ha dato  la notizia e fornito ulteriori dettagli. Non solo una nuova criptovaluta ma lo sviluppo di un intero ecosistema: un’infrastruttura finanziaria globale accessibile a miliardi di persone. L’iniziativa è governata dalla Libra Association, associazione non profit basata a Ginevra, di cui al momento fanno parte una ventina di membri tra aziende, organizzazioni non profit e istituzioni accademiche internazionali.

Ma facciamo un passo indietro. Facebook comincia a lavorare all'”operazione Libra” almeno dal 2017, esprimendo però un rapporto altalenante con le criptovalute. Da una parte ha mostrato interesse, facendo anche trapelare notizie su possibili acquisizioni in questo ambito (ad esempio, Coinbase, nota società di scambio di criptovalute). Dall’altra parte le pubblicità delle valute digitali sono state spesso bloccate e proibite sulle sue piattaforme per lunghi periodi.

Il punto di svolta è stato un gesto di Zuckerberg passato quasi sotto silenzio dai media: a gennaio 2018 ha acquisito una licenza in Irlanda per offrire prestiti personali ai suoi 2,07 miliardi di utenti. Poi  l’interesse è diventato gradualmente più concreto con varie indiscrezioni sull’emissione di una possibile criptovaluta da parte di Facebook. Fino all’annuncio ufficiale.

QUI TUTTE LE TAPPE CHE HANNO PORTATO ALL’ANNUNCIO DI LIBRA

Dal no di Trump alle defezioni dei membri fondatori

Dopo l’annuncio ufficiale, Libra finisce sotto pressione da più parti, in particolare per la questione relativa alla sua regolamentazione. Nella prima settimana di luglio 2019  la Federal Reserve americana dichiara che i piani per creare una valuta digitale da parte di Facebook “non possono andare avanti” sino a quando non verrà fatta chiarezza su tutti gli aspetti controversi. Jerome Powell, chairman della Federal Reserve americana, afferma: Libra solleva serie preoccupazioni riguardo la privacy, il riciclaggio di denaro sporco, la protezione dei consumatori e la stabilità finanziaria”.

La reazione di Facebook non si fa attendere. Una portavoce dell’azienda spiega che Facebook “è molto allineata con il presidente sulla necessità di un dibattito pubblico sull’argomento. Questo è il motivo per cui insieme agli altri 27 membri fondatori dell’Associazione Libra abbiamo fatto questo annuncio con largo anticipo, così da poter intraprendere un discorso costruttivo e ottenere feedback”.

Poi, all’inizio di agosto, Mark Zuckerberg, in un post, fa una sorta di marcia indietro, avvisando che  Libra e la sussidiaria Calibra potrebbero subire dei ritardi notevoli o addirittura non essere mai lanciatiUna tattica per contrastare pressioni e critiche? O un autentico dietro-front? Alla luce degli sviluppi odierni, probabilmente una tattica.

Contro Libra si schiera l’allora presidente degli Stati Uniti Donald Trump. A luglio twitta: “Non sono un fan di bitcoin e altre criptovalute, che non sono soldi e il cui valore è altamente volatile e basato sul nulla. Similmente Libra, la ‘moneta virtuale’ di Facebook, avrà poco sostegno ed affidabilità. Se Facebook e altre compagnie vogliono diventare una banca devono ottenere un nuovo documento di autorizzazione bancaria ed essere soggetti a tutte le regole bancarie, come le altre banche, sia nazionali che internazionali”.

Una cosa è certa: tutte le banche vogliono vederci chiaro. Il 16 settembre 2019 i rappresentanti di U.S. Federal Reserve, Bank of England e altre 24 banche centrali incontrano alcuni esponenti del progetto Libra nella città svizzera di Basilea per discutere della modalità di funzionamento della blockchain che regolerà la circolazione della criptovaluta e gli obiettivi perseguiti,

La strada di Libra sembra sempre più in salita: a fine settembre 2019 alcuni rilevanti partner finanziari come Visa e Mastercard  cominciano a rivedere il loro coinvolgimento nella criptovaluta di Facebook, preoccupati delle decisioni che prenderanno i regolatori. Dopodiché, a ottobre 2019, Paypal, eBay, Visa, Mastercard e Booking annunciano definitivamente la loro defezione. Anche Vodafone fa sapere che le risorse in precedenza destinate a Libra saranno reindirizzate verso il suo consolidato servizio di pagamento digitale M-Pesa, al momento attivo in 6 nazioni africane.

Anche in Europa l’idea di Libra non convince i vertici politico-finanziari. A inizio dicembre 2019 i ministri delle finanze dell’Unione europea concordano che le valute digitali private come Libra di Facebook non dovrebbero essere consentite nella UE fino a quando i rischi che potrebbero comportare non saranno chiaramente affrontati. “Nessun accordo globale sulle Stablecoin dovrebbe iniziare a funzionare nell’Unione europea fino a quando le sfide e i rischi legali, regolamentari e di supervisione non saranno stati adeguatamente identificati e affrontati”, affermano i ministri in una dichiarazione congiunta.

Dicembre 2010: il cambio di nome

Da Facebook Libra a  Diem. Stuart Levey, CEO della Diem Association, con sede a Ginevra, ha detto a Reuters : “Il nome originale era legato a un’iterazione precedente dell’idea che ha ricevuto risposte complicate dai regolatori. Abbiamo drasticamente cambiato quello proposizione”.

Chi erano i primi sostenitori di Libra

Tre sono gli elementi chiave dell’iniziale progetto Libra: l’associazione di attori che la governa, la blockchain su cui si regge e la criptovaluta con cui viene utilizzata. Libra vuole insomma essere un ecosistema non monolitico, che mette insieme per la prima volta società, associazioni e investitori di diversi settori. L’associazione che governa il progetto, Libra Association, è una non profit basata a Ginevra, di cui all’inizio facevano parte 28 membri tra aziende, organizzazioni non profit e multilaterali, istituzioni accademiche da tutto il mondo.

Queste organizzazioni aderiscono all’associazione partecipando attivamente al network Libra, eseguendo un nodo di convalida sulla rete e servendo nella governance in cambio di ricompense generate da commissioni sulle transazioni, commissioni su conversioni e interessi sui depositi.

I membri fondatori che a giugno 2019 si sono impegnati a lavorare per lo sviluppo, la diffusione e l’accettazione della nuova cryptocurrency erano:

–Settore Pagamenti: Mastercard, PayPal, PayU (Naspers’ fintech arm), Stripe, Visa

–Settore Technology and marketplaces: Booking Holdings, eBay, Facebook/Calibra, Farfetch, Lyft, MercadoPago, Spotify AB, Uber Technologies, Inc.

–Settore Telecomunicazioni: Iliad, Vodafone Group

–Settore Blockchain: Anchorage, Bison Trails, Coinbase, Inc., Xapo Holdings Limited

–Settore Venture Capital: Andreessen Horowitz, Breakthrough Initiatives, Ribbit Capital, Thrive Capital, Union Square Ventures

–Non profit and multilateral organizations, and academic institutions: Creative Destruction Lab, Kiva, Mercy Corps, Women’s World Banking

Nel White Paper diffuso al momento della comunicazione della notizia, la Libra Association ha annunciato di voler raggiungere i 100 membri entro il lancio previsto per la seconda metà del 2020.

Le condizioni richieste per diventare membri devono essere almeno due su tre delle seguenti:

**Valore: Più di 1 miliardo di dollari di Market Value o più di 500 milioni di dollari di saldi di conti di clienti.

**Scala: Raggiungere più di 20 milioni di persone per anno, in più nazioni.

**Sostenibilità: Essere riconosciuti come Top-100 da associazioni terze o media nell’ambito della sostenibilità (ad esempio da Interbrand Global 100,  Fortune 500, the S&P Global 1200, the FTSE Eurotop 300)

I Funding Members saranno remunerati per il lavoro svolto. Avranno infatti diritto al Libra Investment Token, un secondo token della piattaforma, legato ai rendimenti dai titoli conservati dalla Libra Reserve. Apparentemente sembra che Facebook abbia lavorato per oltre un anno a un progetto del quale poi ha condiviso sia la governance che i potenziali ricavi con altri attori. Nel White Paper si parla anche dell’obiettivo futuro di aprire ulteriormente la rete andando addirittura a renderla totalmente permessionless, modificando di conseguenza anche quel meccanismo di remunerazione oggi previsto. Tuttavia non figurano tra i partner né Apple, né Google, né Amazon, né Microsoft e non è neppure presente nessuna banca. Tutte le informazioni tecniche possono essere reperite sul sito www.libra.org.

Membri fondatori: le defezioni

La presenza dei colossi del mondo dei pagamenti, da Mastercard a Visa, da PayPal a Stripe, avrebbe dovuto funzionare come garanzia per l’affidabilità del progetto. Invece tra settembre e ottobre 2019 questi attori hanno abbandonato la scena. Anche eBay e Booking, parte di quei gruppi hi-tech che avrebbero dovuto adottare Libra come strumento di pagamento, hanno deciso di non partecipare.

Il 14 Ottobre 2019 The Libra Association ha formalizzato il suo Board of Directors e l’Executive Team, con CEO David Marcus (già Leader di Blockchain in Facebook). Dei 28 Membri iniziali che avevano mostrato interesse, 21 hanno formalmente firmato lo statuto della Libra Association, l’entità incaricata della gestione e della governance dell’architettura blockchain della criptovaluta. L’Associazione ha visto le defezioni di Mastercard, VISA, Paypal, Mercado Pago, eBay, Stripe, Booking Holdings, lasciando al momento come unica società di pagamenti PayU.

Nel board sono stati nominati oltre al già citato David Marcus (Calibra), responsabile fin dall’inizio del progetto, anche Matthew Davie (Kiva), Patrick Ellis (PayU), Katie Haun (Andreessen Horowitz) e Wences Casares (Xapo). Il board ha quindi votato il team esecutivo dell’associazione composto da Bertrand Perez, chief operating officer e presidente, Dante Disparte, head of Policy and Communications e vicepresidente e Kurt Hemecker, head of business development.

Contestualmente, sempre il 14 ottobre, l’associazione ha confermato di aver ricevuto indicazioni di interesse da più di 1.500 controparti, con 180 controparti che posseggono i criteri richiesti per diventare membri fondatori. Obiettivo: arrivare a 100 membri.

Il 22 gennaio 2020 ha abbandonato la partita anche Vodafone. Si è trattato dell’ottava defezione dalla Libra Association: praticamente un terzo dei membri iniziali se ne è andato. Vodafone ha dichiarare di voler concentrare le proprie risorse sul progetto M-Pesa, sistema per il trasferimento di denaro e il microcredito lanciato nel 2007 dalla controllata Safaricom, al momento disponibile solo in alcuni paesi: Kenya, Tanzania, Afghanistan, Sudafrica, India, Romania e  Albania. Ora Vodafone punterebbe a espandere M-Pesa in altri Paesi.

Il wallet Calibra

Libra non è l’unica entità che è stata rivelata al mondo nella giornata del 18 giugno 2019. È stata infatti ufficialmente presentata anche Calibra, una società direttamente controllata da Facebook. Calibra è il primo wallet disponibile per gestire la nuova criptovaluta ed effettuare transazioni tramite questa moneta digitale.

Vedremo se, nella “nuova” Libra annunciata ora da Facebook, resterà il wallet con tutte le sue funzionalità.

Esempi di ambiti applicativi di Libra in Italia e nel mondo

È ancora presto per capire nel dettaglio le applicazioni pratiche di Libra nella nostra vita quotidiana. Tuttavia è prevedibile che la nuova moneta sarà usata dagli utenti per interagire con i negozi virtuali, per invio di denaro e in futuro dovrebbe includere anche altri servizi finanziari. Tra i membri fondatori c’è anche Uber: questo fa pensare che, nei Paesi dove è presente il servizio di ride-hailing, si potranno pagare le corse con Libra. Idem per la concorrente Lyft. Ma è necessario attendere ancora un po’ di tempo per i particolari sull’utilizzo di Libra.

Vantaggi (e svantaggi) di Libra per gli utenti

Le persone che non hanno attualmente accesso ai servizi finanziari (i cosiddetti “unbanked”) potranno finalmente pagare e scambiarsi denaro in modo facile e veloce. I Paesi in via di sviluppo sono già stati terreno di simili sperimentazioni. Non a caso, nel giorno del debutto del sito dell’associazione Libra su Internet, la foto in primo piano era quella di una donna africana. In particolare proprio l’Africa è ormai da oltre un decennio un grande laboratorio per le nuove tecnologie. L’impatto della telefonia mobile sul trasferimento dei soldi ha cambiato le dinamiche. Qui è nato e ha funzionato da subito un sistema come Mpesa che essenzialmente consente di pagare merci e servizi, trasferire denaro e accreditare stipendi attraverso le ricariche del cellulare. Guardacaso Mpesa è nato nel 2007 sulla rete mobile di Safaricom, una società affiliata di Vodafone. E Vodafone è tra i membri fondatori della Libra Association (poi uscito dall’Associazione). Altri vantaggi offerti da Libra: i (promessi) bassi costi per le transazioni e un’interfaccia che dovrebbe essere chiara e facile da usare. Inoltre la Libra Association assicura il controllo sulla sua valuta in modo che sia stabile, a differenza di altre cryptocurrencies come i Bitcoin.

Tra le criticità nell’uso di Libra potrebbero esserci le questioni legate alla privacy. Nella pagina dedicata alla privacy  sul sito di Calibra, è scritto che, se gli utenti daranno il consenso, Facebook o altre terze parti potranno accedere ai dati relativi alle transazioni finanziarie degli utenti stessi. È un punto critico per il regolatore e per la fiducia dei consumatori, perciò sarà necessario attendere i prossimi mesi per capire meglio come evolverà la questione.

Che cosa significa per le banche l’ingresso di Libra

Tutte le banche del mondo hanno drizzato le antenne quando si è parlato di una nuova criptovaluta di Facebook. Per questo il 16 settembre 2019 si è tenuto un incontro a Basilea (Svizzera) presieduto dal francese Benoît Coeuré, dal 2011 membro del Comitato Esecutivo della Banca Centrale Europea. Al tavolo i rappresentanti di U.S. Federal Reserve, Bank of England e altre banche centrali.

In particolare il CPMI era composto da 28 banche, tra cui le banche centrali di USA (Federal Reserve Bank di New York), Cina (PBoC), eurozona (BCE), Giappone (BoJ), Gran Bretagna (Bank of England), Svizzera (Swiss National Bank). Era la prima volta che i responsabili del progetto Libra incontravano i rappresentanti delle banche centrali, sebbene in passato vi fossero già stati dei contatti ma solamente con singole banche.

Libra ha fatto sapere che, per parte sua, il confronto con autorità e istituzioni è da ritenersi positivo: uno step necessario in vista del lancio previsto per il prossimo anno, essenziale al fine di raccogliere feedback ed eventualmente aggiustare il tiro prima del debutto.

Di fatto, Facebook è già diventata una banca. Solo in Italia, per esempio, Mark Zuckerberg può teoricamente decidere di offrire conti correnti e prestiti a 31 milioni di italiani iscritti a Facebook. Per mettere questi numeri nella giusta prospettiva, sottolinea in questo articolo Stefano Tresca, basta ricordare che Banca Intesa, il più grosso gruppo bancario italiano, ha 11,1 milioni di clienti. Nessuno di questi utilizza l’app della banca 5 o 10 volte al giorno come un utente medio di Facebook.

Molte banche internazionali e italiane si rendono perfettamente conto che il mercato è cambiato. Alcune hanno iniziato a sviluppare operazioni di open banking, altre stanno rafforzando il rapporto con i clienti più tradizionali. Ma è chiaro che l’ingresso di Facebook imprimerà una forte accelerazione al processo di trasformazione digitale che sta avvenendo in questo come in moltissimi altri settori. È vero che le banche sono già sopravvissute a crisi epocali ed è molto probabile che sopravvivano anche a questa. Tuttavia, annota ancora Tresca, questo ottimismo va riservato al sistema bancario nel suo complesso, non ai singoli operatori. La crisi del 2008 ha causato la bancarotta di Lehman Brothers, la quarta banca di investimento più grande degli Stati Uniti. Nel 2009 sono fallite 140 banche solo negli USA. Quando Facebook entrerà a tempo pieno nel mercato bancario, seguita eventualmente da un altro colosso come Amazon che si sta attrezzando allo scopo, andrà inevitabilmente a colpire le banche. Così come avrà un impatto pesante sulle varie startup nate negli ultimi anni che sono legate al mondo della finanza (fintech).

“Le banche – osserva Valeria Portale – non devono temere di essere già sconfitte dall’avanzata di criptovalute come quella di Facebook. Ma non possono certamente stare a guardare, perché gli equilibri potrebbero mutare velocemente. Questo potrà avvenire sia per effetto della normativa, con la PSD2 che già apre la porta a nuovi attori che, previa autorizzazione del consumatore, potranno appoggiarsi ai conti correnti per avviare un pagamento, sia per l’evoluzione delle abitudini dei consumatori, che tra i più giovani si affideranno sempre più ad attori non tradizionali per la gestione dei pagamenti”.

Paradossalmente forse è proprio questo il momento migliore per le banche tradizionali per innovare ed iniziare a creare alleanze con il mondo delle startup e delle realtà innovative.

Libra, Facebook e il ruolo dello Stato

Tra le varie preoccupazioni c’è quella che la proliferazione di criptovalute come Libra possa portare a una radicale revisione delle regole statali sulle politiche monetarie. Per esempio: se i cittadini useranno una o più cryptocurrencies, perché dovrebbero pagare le tasse allo Stato? In questo intervento per EconomyUp l’avvocato Francesco Dagnino, co-fondatore di Lexia Avvocati, mette a confronto il Bitcoin e il progetto della Libra Association per la criptomoneta di Facebook. Il focus è giuridico: quale ruolo avranno gli Stati con l’avvento delle valute alternative? Lo scenario non è ancora chiaro.

Libra e i suoi simili: 6 casi di digital currency e stable coin

Come ha scritto in questo articolo per EconomyUp Roberto Mancone, Libra ha avuto il merito di aver scatenato un dibattito globale e ispirato competitor ancor prima ancora di essere realizzata. Ecco gli esempi citati da Mancone relativi a digital currency e stable coin:

  1. A ottobre Ikea ha completato il pagamento di suoi fornitori in Islanda con l’uso di Licenza in Digital Cash. Ciò è avvenuto con Monerium, autorizzata ad emettere e-money per blockchain con scambio di smart contracts su Etherum Blockchain) attraverso l’utilizzo della piattaforma di Procurement di Tradeshift, la Fintech colosso tra le Fintech che servono la maggiorparte delle Fortune 500, con più di USD 500 miliardi (attulamente in valuta tradizionale…) di transazioni all’anno.
  2. The People’s Bank of China, la Banca Centrale Cinese, ha confermato di sviluppare una Digital Currency con intenzione di lanciarla entro metà 2020, creando una Digital Currency che potrebbe far cambiare l’egemonia del Dollaro Americano e ridurre incertezza del Renmimbi
  3. Il Governatore della Bank of England, Mark Carney ha proposto la creazione di una Global Digital Currency che possa stabilizzare il sistema finanziario globale, disturbato da “trade and currency wars”. La creazione di una “Synthetic Hegemonic Currency” (SHC), governata dal settore pubblico con supporto delle Banche Centrali potrebbe rimpiazzare il Dollaro Americano come riserva Globale. La proposta è finalizzata a bilanciare gli spostamenti geopolitici e di global trade che faranno ridurre il peso del dollaro negli scambi mondiali (ad oggi USA conta solo per 10% del trade globale e 15% del PIL Global, eppure circa il 50% delle fatture di commercio internazionale e circa il 75% delle emissioni di securities avviene in USD). E’ prevedibile uno spostamento verso valute asiatiche con lo shift di PIL mondiale verso il continente asiatico e con il cambiamento da Supply Trade Globale a Supply Trade Locale attualmente in atto.
  4. IBM Worldwire con il suo Stellar Protocol ha al momento 44 Banche nel mondo che coprono 72 paesi e 47 valute per rivoluzionare il metodo di pagamento tra Banche con utilizzo di Stable Digital Currencies (cambiabili con rapporto 1 a 1 con le valute tradizionali)
  5. Società come Tallyx hanno sviluppato “info token”, ossia token digitali rappresentativi di crediti commerciali in valute equivalenti che permetteranno lo stravolgimento delle attività di Reverse Factoring (Supply Chain Financing) o di finanziamento dei fornitori direttamente dalle Grandi Corporates attraverso Dynamic Discounting o Deep Tier Financing, offrendo alle banche lungimiranti che vogliano differenziarsi sul mercato o alle Grandi Corporates che vogliono ottomizzare la loro liquidità di offrire smobilizzo dei crediti vantati nei loro confronti dai propri fornitori e dei Tiers sottostanti (i fornitori dei fornitori di susseguenti livelli nella supply chain che hanno difficoltà di accesso al credito bancario) senza passare per le Banche.
  6. Ad agosto 2019 Walmart,  tra le più importanti catene di negozi per la vendita al dettaglio di tutto il mondo,  ha registrato un brevetto per la creazione di una stablecoin ancorata al dollaro americano. Se ciò avvenisse, si troverebbe a competere con Libra di Facebook. Gli addetti della catena statunitense hanno depositato presso l’ufficio United States Patent and Trademark Office un report intitolato System and Method for Digital Currency Via Blockchain. Il documento spiega le modalità di creazione di una criptovaluta, in questo caso di una stablecoin, e sottolinea che potrebbe essere utilizzata per pagare generi alimentari.

In conclusione Libra sta aprendo una nuova frontiera, anche se dovrà affrontare inevitabili contrapposizioni di governi e istituzioni che non possono non cercare di mantenere una stabilità globale.

(Articolo aggiornato al 04/12/2020)

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Luciana Maci
Luciana Maci

Giornalista professionista dal 1999, scrivo di innovazione, economia digitale, digital transformation e di come sta cambiando il mondo con le nuove tecnologie. Sono dal 2013 in Digital360 Group, prima in CorCom, poi in EconomyUp. In passato ho partecipato al primo esperimento di giornalismo collaborativo online in Italia (Misna).

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