STRATEGIE

La svolta nei pagamenti digitali: dopo Paypal e Visa anche Mastercard apre alle criptovalute

Mastercard comincerà a supportare determinate criptovalute direttamente sul suo circuito. Già PayPal e Visa hanno fatto il loro ingresso in questo mercato. Ma anche player “esterni” al mondo dei digital payments come Bank of New York Mellon, Deutsche Bank e Tesla hanno aperto ai Bitcoin. E Amazon potrebbe unirsi al gruppo

Pubblicato il 15 Feb 2021

Mastercard

Anche Mastercard punta a farsi strada nel mondo delle criptovalute. È il terzo gigante dei pagamenti digitali, dopo PayPal e Visa, ad aprire alle cryptocurrencies. Ma anche player di altri settori hanno annunciato in questi giorni l’ingresso nel mercato: la storica Bank of New York Mellon garantirà il deposito di Bitcoin per i suoi clienti. Un’intenzione analoga arriva da Deutsche Bank. Morgan Stanley vuole investire direttamente in Bitcoin. E Elon Musk ha  svelato che Tesla ha investito 1,5 miliardi nella valuta digitale.

Amazon, dicono alcune voci, sarebbe pronta ad accettare pagamenti in Bitcoin. D’altra parte si attende per quest’anno il debutto definitivo dell’attesa Diem di Facebook (ex Libra), che aveva annunciato il suo progetto di criptovaluta a giugno 2019, supportata anche da Visa, Mastercard e PayPal. Le stesse che poi si sono ritirate dal gruppo di partner dell’iniziativa messa in piedi da Zuckerberg. Ma che, evidentemente, non hanno rinunciato al progetto, tanto da portarne in pista uno proprio. Ma partiamo da Mastercard per capire cosa si sta muovendo nei rapporti tra criptovalute e l’industria tradizionale dei servizi finanziari.

Mastercard

A partire da quest’anno Mastercard comincerà a supportare determinate criptovalute direttamente sul suo circuito, ha scritto il 10 febbraio 2021 in una nota ufficiale sul blog aziendale Raj Dhamodharan, Executive Vice President, Digital Asset & Blockchain Products e Partnerships.

Il servizio sarà a disposizione di clienti, commercianti e imprese.

Non tutte le criptovalute attualmente in circolazione saranno supportate all’interno del circuito di Mastercard. “Sebbene le stablecoin siano più regolamentate e affidabili rispetto al passato, diverse risorse digitali in circolazione devono ancora rafforzare le loro misure di conformità, quindi non soddisfano i nostri requisiti”, ha spiegato Dhamodharan.

In particolare il top manager di Mastercard ha fatto capire che lo scopo dell’iniziativa non è consigliare agli utenti di usare le criptovalute, ma permettere loro di gestire i pagamenti come preferiscono. “Qualunque sia la tua opinione sulle criptovalute – ha specificato – resta il fatto che queste risorse digitali stanno diventando una parte più importante del mondo dei pagamenti…Con 89 brevetti blockchain concessi a livello globale e con altre 285 applicazioni blockchain in attesa in tutto il mondo, abbiamo già uno dei più grandi portafogli di brevetti blockchain del settore dei pagamenti da cui attingere per realizzare questi progetti di successo”.

QUI LA NOTA COMPLETA PUBBLICATA SUL BLOG DI MASTERCARD

L’annuncio di Mastercard è stato accolto da una nuova ondata di acquisti di Bitcoin, con la valuta che ha raggiunto un massimo storico oltre quota 48mila dollari (un anno fa era sotto 10mila).

Già l’anno scorso Mastercard aveva iniziato a collaborare con Wirex e BitPay per creare carte crittografiche pensate per consentire alle persone di effettuare transazioni utilizzando le proprie criptovalute. Quest’anno la società ha avviato altre partnership, unendo anche le forze con LVL, una piattaforma che consente di vendere ed acquistare criptovalute.

Bank of New York Mellon

Quasi contemporaneamente anche Bank of New York Mellon si è mossa per rendere più facile per i clienti l’utilizzo delle criptovalute annunciando il lancio di una nuova unità denominata “Digital asset”, che dovrebbe essere operativa entro l’anno. Si occuperà della custodia, del trasferimento e dell’emissione di Bitcoin e altre criptovalute per i clienti istituzionali. Bny Mellon è la più antica banca americana e anche la maggiore banca depositaria al mondo. Con il suo ingresso nell’universo Bitcoin la criptovaluta viene in qualche modo sdoganata per tutto il mondo dei servizi finanziari.

Tesla

Tesla è entrata con decisione nel mercato dei Bitcoin  quando, giorni fa, ha inviato una comunicazione alla Sec, l’organismo di controllo della borsa statunitense, in cui annunciava di aver acquistato Bitcoin per un valore di 1,5 miliardi di dollari. Obiettivo: “Dare più flessibilità, diversificare e massimizzare i ritorni del proprio capitale”. L’azienda ha detto di avere intenzione di accettare la criptovaluta anche come metodo di pagamento per le proprie auto elettriche, seppure, almeno in una fase iniziale, adeguandosi alle leggi dei singoli Paesi e in maniera limitata. Con questa scelta Tesla diventerà la prima casa automobilistica su scala globale ad accettare pagamenti in Bitcoin. Nella sua comunicazione alla Security Exchange Commission ha in ogni caso messo in guardia gli investitori sulla volatilità caratteristica dei Bitcoin. L’investimento annunciato, che servirà alla società come base di liquidità nel momento in cui inizierà ad accettare i pagamenti in criptovaluta, è significativo se paragonato alla disponibilità “cash” della compagnia, valutata in 19 miliardi di dollari.

Visa

Di recente Visa si è detta pronta a offrire nei prossimi mesi un software specifico per permettere alle banche di operare nel settore criptovalute. Ma già nel 2019 Coinbase, piattaforma americana dove si possono acquistare, vendere e depositare criptovalute quali bitcoin, ethereum e altre, aveva introdotto la propria carta in collaborazione proprio proprio con Visa. La stessa Coinbase è di recente diventata principal member di Visa, il che le permette di introdurre nuove funzionalità con la carta e commercializzarla su nuovi mercati.

PayPal

Mastercard è stata ampiamente preceduta nella sua discesa in campo a favore delle criptovalute da PayPal. A ottobre 2020 l’azienda americana dei pagamenti digitali ha annunciato che avrebbe permesso ai suoi utenti di vendere, comprare o tenere bitcoin e altre monete virtuali nei propri wallet online. Dal 2021 – aveva detto – i clienti di PayPayl potranno anche servirsi delle criptovalute per fare shopping nei 26 milioni di negozi della sua rete. Già dalle settimane successive all’annuncio i titolari di un account PayPal negli Stati Uniti hanno potuto usufruire del nuovo wallet con criptovalute. Per la prima metà del 2021 il servizio fintech dovrebbe essere esteso a Venmo, la piattaforma di PayPal per i pagamenti mobili, e ad altri Paesi.

La decisione è parte di una precisa strategia aziendale: PayPal vuole preparare la sua rete alle nuove valute digitali che potranno essere sviluppate dalle banche centrali e dalle grandi corporation, come ha spiegato su Reuters il presidente e chief executive officer Dan Schulman.

Intanto, da Apple a Google, si rincorrono voci sui prossimi attori nella corsa ai Bitcoin. In pole position sarebbe Amazon. Sulla base dell’analisi degli annunci di offerte di lavoro, scrive il Sole24Ore, Coindesk sospetta che il colosso dell’ecommerce stia studiando uno strumento digitale per i propri servizi online da sperimentare in Messico. Anche in questo caso si tratterebbe di ritorno al passato: anni fa Jeff Bezos aveva lanciato gli AmazonCoin, una delle sperimentazioni più simili a una valuta digitale.

Deutsche Bank

Deutsche Bank (DB) intende fornire un servizio di custodia per le grandi istituzioni finanziarie che vorranno investire nelle criptomonete. L’istituto fornirà un servizio di custodia, Deutsche Bank Digital Asset Custody: una piattaforma digitale per i clienti istituzionali per conservare i propri asset digitali. Inoltre DB punta alla realizzazione di una piattaforma di trading dei token per unire gli asset digitali con i servizi bancari tradizionali.

Morgan Stanley

La Counterpoint Global investiment unit di Morgan Stanley (MS), che gestisce 150 miliardi di dollari di investimenti, potrebbe investire in Bitcoin. La banca dovrà prima approvare al suo interno la scelta di investire in Bitcoin e quindi sottoporre la questione al regolatore americano. Morgan Stanley ha già investito in Bitcoin attraverso la società MicroStrategy (MSTR), di cui la banca americana detiene l’11% delle azioni. Ma in questo caso si tratterebbe di un investimento più diretto.

(Articolo aggiornato al 15/02/2021)

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