Invitalia Ventures investe cinquecentomila euro in Zehus. La startup – nata nel 2013 come spin-off del Politecnico di Milano – che ha realizzato la prima bicicletta elettrica ibrida, ha chiuso un round di finanziamento con il fondo di venture capital a capitale pubblico guidato da Salvo Mizzi. L’investimento fa seguito (follow-on) al primo già realizzato a maggio 2016 nel quale Invitalia aveva partecipato, insieme a Vittoria Industries, al finanziamento del medesimo importo. Con questa operazione Mizzi e soci confermano la volontà da parte della SGR di scommettere nel campo della mobilità.
Si tratta del primo investimento del 2017 del fond Italia Venture I che dà così seguito a un 2016 di tutto rispetto. Lo scorso anno, infatti, il veicolo di co-investimento aveva chiuso il suo primo anno di attività con ben undici investimenti in startup e pmi innovative. L’ammontare complessivo degli investimenti è stato di 8 milioni di euro, raggiunto grazie a operazioni post seed e Series A del valore totale di circa 23 milioni di euro. La bilancia degli investimenti dello scorso anno poi ha visto tendere l’ago verso il secondo semestre, con sei round effettuati (Empatica, 40 South Energy, Floome, Vino 75, Pedius, e Remoria VR) contro i cinque realizzati tra gennaio e settembre (Sardex, D-Eye, Tensive, Zehus, Echolight).
► Cos’è Zehus
Zehus è una startup innovativa italiana che produce smart wheel (una ruota intelligente) per veicoli elettrificati che potenziano la qualità e l’esperienza della mobilità. Il giovane team di ingegneri di Zehus sviluppa prodotti tecnologicamente avanzati per i veicoli a motore ibridi umano-elettrico. Grazie al brevetto BIKE+ le biciclette elettriche che montano i motori Zehus non richiedono di essere ricaricate. La tecnologia Zehus inoltre ottimizza l’efficienza della spinta del ciclista riducendo la fatica fino al 40%.
Dall’anno delle sua fondazione, si legge in una nota pubblicata dalla società, Zehus è cresciuta costantemente fino a includere investitori finanziari e istituzionali di rilievo nel 2017. Inoltre, grazie alle conferme di validazione della tecnologia sia hardware che digitale, la società ha potuto rivolgersi sia al settore privato che a quello pubblico, con proposte di soluzioni e prodotti innovativi nell’ambito della mobilità condivisa e integrata.
Parallelamente alla crescita tecnologica e commerciale della società l’organico è cresciuto fino a contare 18 addetti, numero destinato a raddopiare nel 2017 grazie agli investimenti sostenuti dal progetto EU Horizon 2020 che spingerà ulteriormente lo sviluppo del motore ibrido umano-elettrico da applicarsi alla tecnologia della mobilità a due ruote e la piattaforma digitale BitRide disegnata per offrire a utenti privati e alle municipalità un sistema di bike sharing cosiddetto free-floating ovvero non legato alla presenza di infrastrutture per il mantenimento delle biciclette (il Bike Sharing che funziona come il Car Sharing).