Sul piatto ci sono un miliardo di euro di finanziamenti per giovani e meno giovani che vogliono mettersi in proprio e intendono creare e gestire un’impresa: un piatto decisamente ricco che fa gola a molti e potrebbe imprimere una svolta alle esistenze di tanti aspiranti startupper. Il governo Letta li ha stanziati nell’ambito della Legge di Stabilità approvata a fine dicembre Per il momento, però, il miliardo è custodito gelosamente nelle casse di Invitalia, Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa che, come spiegato nel sito, “agisce su mandato del governo per accrescere la competitività del Paese, in particolare del Mezzogiorno, e per sostenere i settori strategici per lo sviluppo”. Il nuovo regime di aiuto sarà infatti operativo con l’emanazione di un nuovo regolamento di attuazione da parte del Ministero dello Sviluppo Economico e dell’Economia, con il quale verranno anche indicate le modalità di presentazione delle domande. Per ora, insomma, i soldi ci sono ma non si vedono. Ma del resto sono trascorse poche settimane dall’emanazione del provvedimento e non resta che aspettare.
A gestire tutto il percorso sarà, come detto, l’agenzia guidata da Domenico Arcuri, un colosso che gestisce una molteplicità di iniziative, dallo sviluppo del territorio alla programmazione comunitaria, dagli investimenti esteri fino – appunto – agli incentivi alle imprese.
Lo stanziamento complessivo di un miliardo di euro è stata “istituito” con il Decreto Legge n. 145, emanato dal Governo il 23 dicembre 2013, ovvero la Legge di Stabilità. L’iniezione governativa di danaro va a riversarsi sul comparto definito da Invitalia “Autoimprenditorialità”, che, contestualmente all’arrivo di questa linfa vitale, cambia le regole su cui si basava finora. Le novità sono rilevanti: la misura non è più rivolta solo ai giovani fino a 35 anni come in passato, ma anche alle donne, indipendentemente dall’età. Inoltre si estende all’intero territorio nazionale. Attenzione, però: non prevede più l’erogazione di contributi a fondo perduto, come avveniva finora, ma solo la concessione di mutui agevolati a tasso zero per investimenti fino a 1,5 milioni di euro (per singola impresa). “L’assenza del fondo perduto – ha spiegato l’ad Domenico Arcuri, – definisce una maggiore selettività e può garantire una forte qualificazione del target”. Le risorse fanno parte di un fondo rotativo che si autoalimenta.
In attesa del sospirato regolamento, gli aspiranti imprenditori che abitano al Sud possono avvalersi di un’altra, nuova iniezione di risorse finanziarie da 80 milioni di euro decisa dal governo con un recente provvedimento: iniezione che va a rifinanziare il Decreto legislativo 185/2000. La ratio, spiegano a Invitalia, è di “favorire l’inserimento nel mondo del lavoro di soggetti privi di occupazione, incentivare lo sviluppo del tessuto imprenditoriale locale, diffondere la cultura d’impresa e qualificare il profilo di competenze dei soggetti beneficiari”. Le domande di ammissione ai finanziamenti possono essere presentate in qualsiasi momento, essendo i fondi disponibili, ma dovranno riguardare iniziative localizzate esclusivamente in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. La misura, ça va sans dire, è sempre gestita da Invitalia.
Ma in generale come si presentato le richieste e chi ha diritto ai finanziamenti? Tutto avviene online. L’aspirante imprenditore deve studiarsi il sito di Invitalia, verificare quale “capitolo” è il più appropriato relativamente al proprio tipo di business e accertarsi di avere le caratteristiche richieste. All’interno di Invitalia è presente un team che si occupa esclusivamente della valutazione dei progetti. Dall’agenzia spiegano che in realtà la maggior parte dei progetti viene respinta, proprio perché non in possesso dei requisiti indicati specificamente nel bando.
Le agevolazioni per l’Autoimpiego e l’Autoimprenditorialità sono da anni tra le più longeve e diffuse su scala nazionale. Dal 1996 al 2012 hanno consentito la nascita di 106.000 nuove imprese, costituite da giovani e disoccupati, che hanno creato oltre 180.000 nuovi posti di lavoro, attivando investimenti per circa 5 miliardi di euro. Il 90% di queste iniziative è stato realizzato nelle regioni del Mezzogiorno.