Succede negli Stati Uniti: per 75 milioni di bambini ci sono solo 300 medici specializzati in dermatologia, benchè i problemi dermatologici rappresentino tra il 10 e il 30% sulle circa 200 milioni di visite pediatriche annuali. Praticamente vi è un serio problema.
E’ questo appunto il motivo che ha spinto JAMA Dermatology a realizzare uno studio empirico che permettesse di stabilire l’attendibilità di una diagnosi realizzata in remoto con l’ausilio di immagini inviate dal genitore di un bambino con problemi alla pelle, arrivando a delle conclusioni molto incoraggianti. Significa che al giorno d’oggi, l’uso di uno smartphone potrebbe evitare una visita non necessaria e probabilmente non ottenibile in tempi brevi. Lo studio è stato condotto su un periodo di sei mesi l’anno scorso dal Children’s Hospital di Philadelphia – il primo ospedale pediatrico degli Stati Uniti – su 40 famiglie di pazienti. Solo la metà di loro ha ricevuto fogli di istruzioni per la fotografia; ma quasi tutti hanno inviato fotografie di alta qualità che hanno permesso di fornire una diagnosi remota definitiva, e la concordanza con la diagnosi di persona è arrivata fino all’89%.
Patrick McMahon, autore dello studio, stima che visto l’alto numero di visite pediatriche che hanno all’origine problemi dermatologici, utilizzando questo sistema si possa migliorare decisamente l’accesso alle cure specialistiche cancellando i confini geografici, temporali e finanziari e rendere più facile per milioni di genitori (dai 20 ai 60) ottenere una diagnosi che vivono in un paese in cui sono i dermatologi pediatrici scarseggiano.
La telemedicina è decisamente in aumento: un report di IHS ha rilevato che la telemedicina raggiungerà 7 milioni di pazienti entro il 2018, mentre l’indice Telehealth 2017 dell’American Well suggerisce che 50 milioni di consumatori statunitensi passerebbero dal loro attuale fornitore sanitario a uno che offre la telemedicina.
– originariamente pubblicato da L’Atelier BNP Paribas