Nel mondo interconnesso di oggi tutti noi possediamo decine di username e password necessari per accedere ai servizi digitali. In questo contesto, l’utilizzo del Sistema pubblico di identità digitale (Spid) e la diffusione del concetto identità finanziaria possono avere conseguenze importanti anche per il settore assicurativo.
Dal punto di vista pratico, infatti, la possibilità di autenticare i clienti attraverso il sistema Spid – opzione già oggi attivata da alcune startup innovative – permette alle compagnie di semplificare le procedure di accesso e garantire la massima sicurezza nelle transazioni.
L’integrazione tra settore pubblico e privato nell’ambito dell’identità finanziaria è già una realtà in alcuni Paesi europei, tra cui la Svezia e il Belgio, e diversi progetti sono in fase di studio o realizzazione anche in Italia.
Cos’è l’identità finanziaria
“Una rappresentazione digitale della persona, costruita nel tempo e nello spazio e basata sulla continua raccolta di dati, specialmente di carattere finanziario”. È questa la definizione canonica dell’identità finanziaria, un concetto innovativo che si sta facendo sempre più spazio nelle società interconnesse di oggi, in cui è possibile attivare e gestire digitalmente un numero sempre crescente di servizi.
Da un punto di vista pratico, i sistemi per la creazione di identità finanziaria permettono agli utenti di condividere facilmente i propri dati con gli operatori del settore, semplificando così le procedure di onboarding e l’accesso a tutti i servizi online.
Un unico account, dunque, integrato anche l’identità digitale Spid, tramite il quale è possibile aprire un conto corrente, attivare un mutuo, sottoscrivere una polizza assicurativa utilizzando documenti firmati e certificati digitalmente.
Tra i principali benefici dell’attivazione su larga scala di un sistema di identità finanziaria troviamo sicuramente la semplificazione delle procedure sia per gli utenti che per gli operatori, ma anche una gestione più trasparente delle operazioni che facilita il rispetto della compliance a scapito dell’evasione fiscale o del riciclaggio.
Identità finanziaria, i modelli europei
Diversi Paesi europei utilizzano già da anni un sistema di identità finanziaria per integrare i servizi bancari e amministrativi, sia nel pubblico che nel privato: tra gli altri, la Svezia con BankID, la Danimarca con NemID e anche il Belgio con itsme.
Svezia, il successo di BankID
Come spiegato dall’Osservatorio fintech e insurtech del Politecnico di Milano, in Svezia BankID è considerato come un vero e proprio documento di identità elettronica, al pari del passaporto, della patente o della carta d’identità, e può essere utilizzato anche al posto della classica firma digitale. La piattaforma permette ad aziende, banche e anche agenzie del governo di autenticare gli utenti e concludere accordi in modo sicuro tramite internet.
Per registrarsi è sufficiente possedere un documento d’identità e un numero di sicurezza sociale svedese, equivalente al nostro codice fiscale. La richiesta si effettua presso la propria banca o le agenzie governative predisposte all’attivazione del servizio.
Lanciato nel 2003, oggi BankID è utilizzato da 8,2 milioni di residenti svedesi – su un totale di circa 10 milioni – e ogni mese la piattaforma viene utilizzata per effettuare quasi 500 milioni di firme e identificazioni. La diffusione del sistema raggiunge il 100% tra i cittadini con un’età compresa tra i 41 e i 50 anni, ed è comunque superiore al 99% nella fascia 21-40 anni. Il 98,3% degli accessi viene effettuato tramite l’app BankID per mobile.
A fine 2021, il sistema di BankID era utilizzato da più di cinquemila organizzazioni attive in diversi ambiti, sia nel settore pubblico che privato. L’uso del servizio, inoltre, è sempre gratuito per i clienti.
I sistemi di Danimarca e Belgio
In Danimarca è invece attivo NemID (easyID in danese), un’iniziativa lanciata dal sistema bancario ma presto diventata un sistema nazionale. L’identità finanziaria di NemID è utilizzabile per aprire un conto corrente e firmare documenti bancari.
In Belgio, invece, è attiva la piattaforma Itsme, un progetto lanciato da quattro banche e tre provider di servizi di telecomunicazione oggi utilizzato da più di tre milioni di cittadini. Tramite Itsme gli utenti possono autenticarsi in una serie di servizi elettronici, effettuare pagamenti digitali e accedere ai portali di home banking e ai servizi digitali della pubblica amministrazione.
Identità finanziaria in Italia: il progetto dell’Osservatorio fintech e insurtech
In Italia, il principale progetto per la creazione di un’identità finanziaria è stato lanciato dall’Osservatorio fintech e insurtech del Politecnico di Milano in collaborazione con la società di consulenza Pwc, il provider tecnologico Fabrick e lo studio legale Bonelli Erede.
La sperimentazione, partita a ottobre 2020, si trova ora nella fase di analisi e sviluppo tecnologico, mentre la fase di testing dovrebbe partire entro il primi mesi del 2022. Una volta operativa, la piattaforma permetterà a tutti gli utenti di inviare rapidamente i propri dati finanziari da un istituto bancario all’altro, grazie anche al Sistema pubblico di identità digitale (Spid), oggi già operativo e largamente utilizzato dagli italiani.
Spid nelle startup insurtech: l’esempio di WideGroup
Intanto, a inizio marzo la startup di intermediazione assicurativa WideGroup ha attivato l’integrazione con il sistema Spid, dando ai suoi clienti la possibilità di accedere al portale MyWide utilizzando le credenziali del sistema pubblico di identità digitale. L’innovazione migliorare l’esperienza utente e facilita il percorso di fruizione dei servizi, aggiungendo per esempio la possibilità di consultare i documenti direttamente online e firmarli digitalmente.
Secondo Gerardo Di Francesco, co-founder e managing partner di WideGroup, questa implementazione “porterà a una risoluzione definitiva delle criticità normative legate al riconoscimento a distanza degli utenti e all’autenticazione degli stessi nei nostri sistemi”.
Wide Group introduce l’autenticazione tramite Spid: cosa significa per il settore insurance
Un passo importante che da un lato evidenzia le potenzialità del sistema Spid per il mondo insurance, e dall’altro spinge le startup del settore a seguire l’esempio e migliorare i propri meccanismi di autenticazione.
Articolo originariamente pubblicato il 21 Mar 2022