Con quasi 13 milioni di utenti e-commerce e quasi il 90% della clientela bancaria che opera online, stupisce sapere che la penetrazione delle polizze digitali in Italia non superi l’1,3%. Ma lo scenario sta per cambiare e l’industria assicurativa, che rappresenta oggi oltre il 7% del prodotto interno lordo italiano, è entrata nella fase di digitalizzazione. Serve, però, un’accelerazione e il PNR rappresenta un’occasione unica, come dice il premier Draghi, anche per questa industria.
PNRR, 7 proposte dell’Italian Insurtech Association
L’Italian Insurtech Association (IIA) ritiene che gli sforzi in termini di investimenti debbano crescere sia in termini di intensità che di partecipazione pubblica e privata. Al fine di evitare che un gap di innovazione oggi della Industria Assicurativa italiana rispetto all’estero si trasformi presto in un gap di performance e quindi di quote di mercato – magari a beneficio di attori stranieri fortemente tecnologici ed orientati a forti investimenti sul nuovo consumatore emergente – nel medio termine, è necessario che l’Industria Assicurativa Italiana effettui oggi gli investimenti necessari all’adeguamento dell’offerta.
Questo cambiamento passa – come ogni processo di innovazione – attraverso adeguamento delle architetture tecnologiche e normative, disegno di un’offerta nuova e digitale, ampio adeguamento delle competenze interne, collaborazioni fra Start up & Incumbent, e soprattutto tanta sperimentazione. Tutto ciò comporta non solo investimenti di risorse economiche e di tempo, ma una corretta prioritizzazione da parte dei top manager, soprattutto dalle compagnie assicurative
La ricetta dell’Italian Insurtech Association finalizzata all’incremento ed alla prioritizzazione degli investimenti passa attraverso un piano di 5 aree di proposte programmatiche, che anche in virtù’ del timing relativo all’utilizzo dei fondi di Recovery Fund, sembra quanto meno attuale ed urgente
1. Copertura a fondo perduto degli investimenti in Tecnologie Digitali con un “Insurtech Bonus” eventualmente con massimali legati alle dimensioni dei riceventi
In particolare:
a) Incentivi fiscali sugli investimenti in start up da parte di compagnie assicurative, fondi specializzati e business angels. Sugli investimenti in start up questo punto il governo si sta muovendo in modo accelerato rispetto al passato tramite iniziative e fondi dedicati: da tener conto la natura “specifica” delle start up insurtech che sarebbe favorita da introduzione di incentivi addizionali che incentivino l’ingresso nel capitale da parte delle Compagnie Assicurative.
b) Incentivi Fiscali sugli investimenti in tecnologie da parte di Compagnie Assicurative, Broker e Agenti. La creazione di un fondo dedicato Sugli investimenti in start up questo punto il governo si sta muovendo in modo accelerato rispetto al passato: da tener conto la natura “specifica” delle start up insurtech che sarebbe favorita da introduzione di incentivi addizionali
c) Incentivi alla formazione Insurtech da parte di Compagnie Assicurative, Fondi specializzati e Business Angels. Sugli investimenti in start up questo punto il governo si sta muovendo in modo accelerato rispetto al passato: da tener conto la natura “specifica” delle Start up Insurtech che sarebbe favorita da introduzione di incentivi addizionali
d) Accesso al credito da parte di start up innovative e intermediari per sviluppare assets Insurtech (Progetti Innovativi).
2. Copertura degli investimenti finalizzati alla collaborazione di assicurazioni e banche con terze parti e startup per la realizzazione di progetti digitali con l’ “Insurtech Bonus”
In particolare:
a) Incentivi economici alla creazione di nuovi progetti di sperimentazione e di scale up fra Compagnie Assicurative/Riassicurative e Start up Insurtech e aziende tecnologiche con la finalità di progettare/creare/testare iniziative Insurtech non necessariamente in grado di fornire un ROI positivo di breve (Progetti Innovativi). Gli incentivi potrebbero essere percepiti dalle Start up/Aziende tecnologiche, Dalle Compagnie o da entrambi.
b) Incentivi economici alla disponibilità di Brokers e Compagnie Assicurative/Riassicurative a supportare il progetto di sviluppo e di crescita di nuove Start up Insurtech mettendo a loro disposizione assets, conoscenze e risorse al fine di potersi sviluppare.
3. Creazione di Regulatory Sandbox
La Sandbox deve costituire uno “spazio sicuro” in cui gli imprenditori possano sperimentare prodotti, servizi o modelli di business innovativi, senza incorrere nelle conseguenze regolamentari previste per chi opera normalmente in questi ambiti.
Queste sperimentazioni sono particolarmente rilevanti nel mondo fintech, dove c’è un crescente bisogno di sviluppare nuove regole per modelli di business emergenti. Lo scopo del Regulatory Sandbox è adattare le rigide normative in alcuni ambiti regolamentari alla crescita e al ritmo delle aziende più innovative senza pregiudicare la protezione dei consumatori
4. Coperture degli investimenti in formazione ed educazione digitali con un “Insurtech Education Act” , facendo leva su Incentivi già stanziati o su nuovi fondi dedicati.
Garanzia di creazione di competenze digitali diffuse nel comparto assicurativo, favorendo corsi di base gratuiti e realizzando un progetto di Rinascimento digitale che sia inclusivo e diffuso su tutta la filiera, fino all’ultimo degli Agenti a prescindere dalla Geografica. Non solo è necessario garantire una veloce diffusione delle competenze tecnologiche e digitali, ad oggi non sufficienti nella filiera Assicurativa, ma è necessario “rassicurare” tutti i lavoratori sulle esternalità positive che la tecnologia potrà apportare alla qualità del loro lavoro.
5. Supporto agli investimenti sulle Start up Insurtech,
Ecco i punti su cui far leva, individuati con VC HUB, associazione italiana degli investitori in innovazione:
a) Istituzione di Fondi di fondi che operino in aree di interesse strategico nazionale, ispirate dalle linee guida del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: investimenti green, digitalizzazione, mobilità sostenibile, sanità.
b) Incentivi agli investimenti di fondi previdenziali e casse assicurative in imprese innovative. Gli investitori istituzionali sono ancora cauti nei confronti del Venture Capital e delle imprese innovative, soprattutto in confronto a come stanno agendo in altri Paesi.
c) Riforma e potenziamento del meccanismo di credito d’imposta in ricerca e sviluppo.
d) Adozione di un Tech Transfer Act che: istituisca un fondo nazionale per supportare le imprese nella pianificazione e stesura di progetti per ottenere finanziamenti europei; istituzionalizzi un percorso accademico per funzionari da impiegare negli uffici preposti al trasferimento tecnologico, all’interno delle università e dei centri di ricerca; crei un percorso formativo post-lauream per incentivare l’imprenditorialità soprattutto per chi ha background in materie STEM; includa all’interno della valutazione del ricercatore accademico anche il percorso imprenditoriale, accanto alle pubblicazioni e ai finanziamenti alla ricerca.
e) Combinazione delle agevolazioni fiscali per chi investe in startup e PMI innovative previste nel DL Rilancio (maggio 2020) con quelle precedentemente previste al 30%, superamento del regime de minimis e allineamento del tetto previsto per le startup a quello per le PMI innovative (€ 300.000), avendo come esempio lo schema di incentivazione SEIS adottato nel Regno Unito a partire dal 2012.
f) Tenuta in conto della specificità delle startup per quanto riguarda le norme relativa alle crisi d’impresa. Le startup innovative sono caratterizzate da un elevato tasso di insuccesso. Proprio per questo, l’indice di crisi delle startup non può essere valutato alla stregua di quello delle altre imprese
6. Creazione di un piano nazionale di supporto alle reti di agenti ed ai broker con incentivi all’implementazione di tecnologie ed alla formazione di competenze digitali
Per evitare che alcuni soggetti rischino di rimanere in ritardo sull’adozione di tecnologie digitali e che si crei un gap legato alle dimensioni degli operatori. La possibile implementazione di questa direzione si basa su incentivi di capitale (accesso sempre al medesimo Insurtech Bonus), incentivi alla formazione (accesso sempre al medesimo Insurtech Education ACT”) ed incentivi fiscali, purchè calati nella realtà di agenti e broker, molto diffusi su tutto il territorio e spesso di piccole dimensioni.
7. Creazione di Poli Digitali Insurtech che facciano capo a diversi soggetti promotori
Tali Poli, che potrebbero essere promossi da compagnie Assicurative, Incubatori & Acceleratori, Università ma anche dalle startup, avrebbero la possibilità di creare iniziative di massa critica sufficiente per sviluppare competenze e progettualità Insurtech sul territorio, cercando di “aggregare” risorse sufficienti per evitare la estrema frammentazione dei settori innovativi italiani come l’Insurtech, attraverso:
a) Istituzione ed il potenziamento di Competence Center Insurtech sia al nord ache al sud del paese, che collaborino con tutto l’ecosistema (istituzioni, compagnie, Intermediari, Start up e professionisti di settore). Le collaborazioni nate in seno ai competence center potrebbero innescare la costruzione di veri e propri clusters di eccellenza tecnologica su base regionale.
b) Istituzione di un percorso dottorale in imprenditorialità ad alta innovazione tecnologica applicata alle Assicurazioni ed ai Financial Services. Questo percorso dottorale può istituzionalizzare collaborazioni tra imprese ed Università e si caratterizzerebbe per il forte coinvolgimento dell’impresa. L’università e i docenti di riferimento lavorerebbero in aree strategiche di rilevanza industriale e tecnologica assieme al dottorando, e garantirebbero un’elevata qualità delle attività di ricerca e l’alto livello formativo del percorso.