Le aziende hanno appena cominciato a costruire le proprie strategie intorno ai Millennial, e già bisogna guardare alla generazione successiva.
Post-Millenials, Centennials, Homeland generation, Plurals, Gen, Digitals, Screeners, Tweenials, sono tanti i “nomignoli” che tale generazione si è già guadagnata. Goldman Sachs li definisce Gen Z e li ha inseriti nel proprio radar dei temi emergenti, una generazione che le aziende (e tutte le organizzazioni) dovranno cominciare a capire meglio, visto che oltre a essere un esercito di consumatori, saranno presto molto influenti nella diffusione di marchi e prodotti online.
Perchè?
Sono molto diversi dai Millennial (Gen Y). Sebbene questi ultimi (i nati dopo il 1985) siano stati coloro per i quali è stata coniata la definizione “digital native”, secondo Goldman Sachs è la Gen Z (composta da individui nati dopo il 1998, quindi i più adulti cominciano ora ad andare all’università o entrano nel mondo del lavoro) a essere realmente “nativa digitale”, tanto da essere incapace di immaginare un mondo senza internet.
La Gen Z è mediamente collegata online per almeno un’ora al giorno, ma quasi la metà di essa è collegata per 10 o più ore al giorno. Tuttavia, a differenza dei loro predecessori millennial, la Gen Z appare più consapevole della necessità di proteggere la propria reputazione online. Per esempio, più della metà (57%) si astiene dal pubblicare qualcosa online quando ritiene che potrebbe avere delle conseguenze negative in futuro. Questo li rende degli influencer molto più maturi e autorevoli.
Per quanto riguarda le abitudini di spesa, naturalmente questi giovani individui sono abituati allo shopping online. Ma, la loro capacità di navigare, accoppiato a con una mentalità parsimoniosa, ha creato un esercito di cacciatori di affari per i quali il passaparola della rete ha un’importanza fondamentale.
Secondo quanto afferma Goldman Sachs, negli Stati Uniti, la Gen Z si caratterizza anche per la cosiddetta “diversity”: la società americana sta cambiando e negli ultimi 10 anni c’è stato un aumento del 50% della popolazione giovane multirazziale, cioè figlia di genitori di diversa etnia, e il fenomeno si rafforzerà. La Gen Z supera ogni considerazione legata a differenze razziali, sessuali o di genere, normalizza una serie di cose e lo esprime anche nella moda, per esempio, con lo stile denominato “normcore”, caratterizzato da colori neutri, capi semplici, basici, quasi noiosi e la totale assenza di loghi esposti, quasi a voler rinnegare l’identificazione personale con un particolare brand. Punto questo, che per i marchi moda e il settore retail sarà una bella sfida.
La Gen Z, cresciuta in un periodo segnato da crisi economica e tensioni socio-economiche, se non anche guerre, ha una mentalità meno idealista, e una prospettiva più pragmatica del mondo. Il loro approccio alla gestione delle risorse finanziarie è molto più conservatrice rispetto ai Millennial e prestano molta attenzione alle conseguenze finanziarie delle proprie azioni. Sono maturi e avveduti, non sono facile preda dei brand.
Si preoccupano moltissimo del proprio futuro e in particolare del costo della propria istruzione (in US andare al college è sempre più un lusso e spesso gli studenti si devono indebitare per poter accedere); ma manifestano anche moltissimo spirito imprenditoriale (circa il 70% utilizza sistemi online come eBay per vendere qualcosa o per offrire lezioni di qualche genere) e considerano il “fare un sacco di soldi” come prova del successo.
Ma è anche la fiducia in se stessi e la capacità di “far sentire” la propria voce che impressiona della Gen Z, basta guardare la lista del Time Magazine dei “30 più influenti teen ager al mondo” per farsi un’idea: ci sono gli sportivi, gli attivisti, i geni scientifici, ma anche molte star di youtube, di Vine, di Instagram, capaci di gestire milioni di fan. Anche dare un’occhiata ai Ted Talks, o alle piattaforme di crowdfunding, permette di valutare la presenza autorevole di questi giovani in ambiti piuttosto impegnativi. “Datemi uno smartphone e conquisterò il mondo” potrebbe essere il loro slogan. Se per tutte le generazioni di ogni tempo è sempre stato importante essere ascoltati, Gen Z ha sicuramente i mezzi per farsi ascoltare e la capacità di utilizzarli in modo efficace, senza alcuna remora o titubanza.
Per un ulteriore approfondimento sulle caratteristiche della Gen Z, qui di seguito una presentazione realizzata dalla nota agenzia di marketing e pubblicità americana Sparks&Honey., che ha realizzato anche quella che trovate a questo link.