Il 2021 è l’anno del consolidamento della domanda di assicurazioni digitali. L’offerta di nuovi servizi segue la crescita della domanda mentre cominciano a prendere forma nuovi ecosistemi in cui l’interoperabilità dei prodotti assicurativi con canali distributivi cross-industry apre nuove prospettive di mercato. Basti pensare all’ecosistema che nasce attorno alle connected car. In questo contesto offre utili spunti di riflessione la vicenda legata alla sanzione inflitta dall’AGCM al gruppo Telepass.
Insurtech 2021, i tre fattori del consolidamento digitale
Possiamo definire il 2021 l’anno del consolidamento della domanda di assicurazioni digitali per 3 fattori principali che favoriscono la crescita dell’insurtec
- il definitivo avvento del cliente assicurativo digitale – ovvero il consumatore che acquista bene e servizi regolarmente online -, che a fine anno si attesta a rappresentare il 35% circa del target assicurativo, verso il 12% nel 2010 e l’81% atteso nel 2030
- La crescita di nuovi Ecosistemi che anni fa non esistevano sono invece trend consolidati e generano bisogno nuovi che chiedono nuova offerta di protezione: nuove industries come la mobilità Urbana, il food delivery, la sharing economy, la salute connessa che stanno creando una nuova domanda e quindi esigono una nuova offerta assicurativa.
- lo sviluppo dell’Open Insurance: ci sono quasi 100 players in Italia di natura non assicurativa che distribuiscono o sono pronti a distribuire un’offerta assicurativa digitale ed integrata tramite APO: non solo banche Digitali, ma soggetti intenzionati ad arricchire la propria offerta con un servizio assicurativo digitale, ovvero retailers, Utilities, Telcos ed Ecommerce players di vario genere.
Open Insurance, l’assicurazione integrata in altre industry
In relazione all’ultimo punto, l’interoperabilità fra l’Industria Assicurativa ed i diversi player di mercato si è infatti evoluta in Open Insurance, ovvero la capacità per un’offerta assicurativa di essere integrata da settori Industriali non assicurativi e non necessariamente finanziari, al fine di vendere prodotti di protezione in affiancamento ad un’offerta di prodotti e servizi terzi, anche grazie alla rapida adozione delle API.
Negli ultimi anni – in particolare grazie alla digitalizzazione della filiera ed alla sua capacità di integrazione tecnico/amministrativa – stiamo assistendo ad un proliferarsi dell’offerta di protezione presso industrie tradizionalmente non integrate nella filiera assicurativa.
Le ragioni dell’integrazione assicurativa in altri settori
Sono tanti i possibili distributori che presentano interessi nell’integrare uno o più prodotti assicurativi e per soddisfare diverse esigenze:
- Migliorare il livello di servizio erogato, aggiungendo un servizio di protezione o di annullamento, sempre più rilevante nel Dopo Covid.
- Soddisfare le esigenza legate a nuovi modelli di business emergenti (come nel caso della Sharing Economy e della Mobility e sempre più dell’Ecommerce) .
- Differenziarsi tramite servizi e valore aggiunto, aggiungendo servizi di protezione Danni (come nel caso delle utilities) al fine ri rendere offerta al cliente
- Generare nuovi fatturati, tramite offerte assicurative profilate e contestuali, che rappresentano un importante drive per la monetizzazioni di ampie customer base.
Assicurazioni digitali e connected car
Fra i nuovi ecosistemi che stanno emergendo a soddisfare la digitalizzazione dell’industria assicurativa, emerge con forza l’ecosistema che fa riferimento alle connected car: le automobile integrate con dispositivi di tracciamento e di analisi non solo delle geolocalizzazioni ma anche degli stili di guida e dei bisogni dei guidatori, permette ad una nuova generazione di prodotti assicurativi di emergere: sono prodotti customizzati, flessibili ed economici in grado, oltre a soddisfare il nuovo emergente target del consumatore digitale, a gestire il rischio delle compagnie assicurative, grazie ad una maggiore conoscenza del target e all’enorme quantità di dati disponibili.
È questo il caso di Tesla Insurance che ha recentemente annunciato di voler divenire la prima compagnia assicurativa Motor in USA di essere partita la scorsa settimana in Germania. L’accesso ad ampie customer base da parte dei produttori auto e l’alta frequenza di utilizzo delle automobili fanno delle connected car insurance un importante veicolo di offerta non solo in relazione alla RC Auto ma anche ad altri prodotti assicurativi danni, che fanno leva sulla conoscenza del cliente potenziale, diventando così un’opportunità per aumentare la penetrazione dei servizi assicurativi non motor che, ricordiamolo, si attestano appena fra 1% ed il 2%.
Gli ecosistemi della mobilità e la nuova offerta assicurativa
L’ampliamento degli ecosistemi “mobility” e lo sviluppo di nuovi ecosistemi stimolano la creazione di una nuova offerta assicurativa, non realizzabile con un’architettura di business tradizionale e non tecnologica, che migliorerà l’esperienza del cliente ed permetterà l’aumento della penetrazione dell’offerta assicurativa.
L’offerta di servizi assicurativi arriva da un numero sempre maggiore di settori: l’Italian Insurtech Association individua circa 101 aziende in Italia che erogano servizi assicurativi digitali (+30% rispetto a 12 mesi fa) e che appartengonoa 12 diverse industry: utility, telco, automotive, banking, retail, pure player ecommerce, travel, mobility, sharing economy, pet economy. Molti di questi settori hanno importanti basi di clienti, capacità di coinvolgerli e risorse finanziarie.
Per questo motivo è stato creato l’Osservatorio Open Insurance dell’Italian Insurtech Association in collaborazione con Accenture, che avrà il compito di monitorare gli avanzamenti in termini di distribuzione cross-industry e l’evoluzione dell’offerta e degli standard tecnologici Open Insurance.
L’implementazione di nuovi modelli, lo sviluppo dell’insurtech e la crescita di una nuova offerta possono quindi aumentare la diffusione delle soluzioni di protezione su target dove oggi sono meno presenti supportando la diffusione della protezione (“Insurance Inclusion”).
Dato il ruolo sociale delle assicurazioni, un aumento della penetrazione di assicurati, dovrebbe essere ben visto da tutti gli stakeholder: compagnie, governi, regolatori, intermediari e player tecnologici. L’insurance Inclusion sarà conseguente allo sviluppo dell’insurtech.
Open insurance, gli aspetti da standardizzare
L’open Insurance, che sta comportando concrete innovazioni tecnologiche e mutamenti radicali di paradigma nell’ideazione e offerta di beni e servizi assicurativi ai consumatori, da un lato garantisce una possibile maggiore efficienza e un sostanziale sviluppo dei mercati, ma dall’altro lato genera un’esigenza di rinnovamento delle metodologie tradizionali e spesso anche delle normative. Risultano infatti da standardizzare alcuni aspetti dell’integrazione digitale dell’offerta assicurativa tramite interfacce terze, fra le quali:
- La Gestione dei dati, che preservi gli interessi del consumatore ma garantisca un livello di servizio evoluto nei suoi confronti.
- La Customer Experience, la Documentazione ed il processo di pagamento, che permettano fluidità e sincronia dell’acquisto, pur garantendo trasparenza sui soggetti regolati e non.
- La titolarità dei clienti e la disclosure agli stessi in modo da regolare gli equilibri della nuova catena distributiva.
In tale contesto il (complesso) compito delle istituzioni e delle autorità di vigilanza è quello di fornire una regolamentazione dell’economia digitale, bilanciando esigenze di innovazione con la protezione della concorrenza nei mercati e dei consumatori finali, anche in ragione del fatto che le piattaforme digitali, riprendendo le parole dell’ex Presidente dell’Autorità per la Concorrenza e il Mercato (AGCM), risultano “…. alcune in grado di controllare l’accesso al mercato creando vincoli per ostacolare la concorrenza, altre, al contrario, costrette a subire gli ostacoli degli operatori tradizionali”.
Open insurance, la gestione dei dati dei clienti
La filiera assicurativa non è certo estranea a tali tematiche e, tra gli aspetti di maggior rilievo per un pieno sviluppo di un ecosistema insurtech, si pone l’ambito della gestione e del trasferimento dei dati della clientela tra gli attori rilevanti del mercato assicurativo, in una logica “open” e ai fini di un arricchimento della catena di valore.
Tale aspetto risulta oggetto di approfondimento altresì da EIOPA, Autorità di Vigilanza del mercato assicurativo europeo, nel Discussion Paper denominato “Open Insurance: accessing and sharing insurance-related data”, nell’ambito del quale sono state affrontate le modalità di scambio e accesso ai dati personali o non personali della clientela tra gli attori del mercato assicurativo e, eventualmente, terze parti (quali, a titolo esemplificativo, fornitori dell’impresa assicurativa e di servizi complementari alla clientela finale).
Obiettivo del Discussion Paper, in sostanza, è quello di definire standard e best practice nella condivisione dei dati, esplorando altresì i benefici di catene del valore “aperte” e al contempo proteggendo la concorrenza e i diritti della clientela, in una logica di sviluppo dell’inclusione finanziaria e assicurativa dell’innovazione nei prodotti e nei servizi forniti da assicuratori ed intermediari.
La sanzione AGCM al Gruppo Telepass
Nel solco delle tematiche sopra esposte si pone altresì la recente sanzione applicata dall’AGCM al Gruppo Telepass, il quale, secondo quanto chiarito nel dispositivo della Delibera del 9 marzo 2021, avrebbe fornito una carente informativa circa le modalità di gestione, conservazione e il trasferimento dei dati della clientela dalle compagnie assicurative emittenti a Telepass e non avrebbe veicolato indicazioni adeguate rispetto alla procedure e ai parametri di selezione e presentazione del preventivo della polizza RC Auto.
Tali condotte, secondo la tesi dell’Autorità antitrust, parrebbero integrare una lesione dello standard di diligenza professionale e una possibile pratica “ingannevole” nei confronti del cliente finale.
Più nello specifico, uno degli aspetti di maggior rilievo, secondo la prospettazione dell’AGCM, consisterebbe nel “processo di condivisione di tali informazioni tra le società del Gruppo Telepass e le Compagnie/Intermediari di assicurazione avviene senza che i potenziali aderenti ai preventivi delle polizze proposte vengano adeguatamente informati sulla raccolta e sul modo con cui i loro dati vengono utilizzati dalle società interessate, anche a fini commerciali”, circostanza di cui il consumatore sarebbe stato informato unicamente mediante la consegna della (secondo l’asserita tesi di AGCM) “sola” informativa privacy all’inizio del processo di preventivazione.
Al netto dei possibili profili di criticità della sanzione, non da ultimo il fatto che non verrebbe chiarito come tali condotte, per lo più riconducibili a possibili violazioni della normativa in materia di gestione dei dati personali, possano concretamente risultare idonee a “ingannare” il consumatore, il dispositivo della decisione dell’AGCM offre la possibilità di effettuare riflessioni più trasversali rispetto al tema della condivisione dei dati, personali e non, relativi agli assicurati.
La possibilità di scambiare dati assume una rilevanza decisiva ai fini dello sviluppo di un efficiente sistema insurtech, facilitando l’innovazione in tale segmento del mercato e incrementando la possibilità di sviluppare offerte più mirate e in linea con le esigenze assicurative del cliente; dati che, sempre più sovente, sono nella disponibilità non già dell’impresa o dell’intermediario assicurativo, bensì di soggetti terzi che offrono beni o servizi accessori a quello assicurativo o che, più in generale, offrono tecnologie volte a migliorare specifiche fasi del processo assicurativo (si considerino in tal senso le imprese che realizzano prodotti IoT, volti a migliorare la capacità di determinazione del rischio assicurativo).
E se da un lato la condivisione di informazioni potrebbe comportare una decisa accelerazione all’ecosistema insurtech, dall’altro lato va evidenziato come tale circostanza necessita di regole certe per gli operatori e della diffusione di best practice di settore, che vengano tuttavia chiaramente favorite da indicazioni certe delle vigilanze. Mai come oggi si è sentito il bisogno della certezza del diritto sia in chiave di protezione dei consumatori, sia in chiave di sviluppo del mercato e di pianificazione dei vari operatori. Certezza che viene messa in forse quando il rispetto delle dettagliate prescrizioni delle Autorità di Regolamentazione competenti (Garante per la protezione dei dati personali, IVASS) non viene più ritenuto sufficiente. Nel caso specifico, ci si chiede se può parlarsi ancora di centralità del GDPR (Sentenza Consiglio di Stato n. 2631/2021) se la possibilità di un ordinario “soft spam” può essere addirittura catalogata come pratica commerciale scorretta.
Rimane infatti evidente come la customer experience disegnata da Telepass per la vendita di polizze assicurative non solo rappresenti un valore aggiunto per il cliente finale – che viene riscontrata dall’elevato gradimento per il servizio – ma sia anche in grado di valorizzare la quantità di informazioni e lo storico di dati generati dal cliente, permettendo un esperienza “alla Amazon” nell’acquisto di polizze.
Trasferimento dei dati, la necessità di norme specifiche
È necessario sulla base di tali considerazioni, anche alla luce di quanto sta delineando EIOPA rispetto al mercato assicurativo, che le istituzioni e le Autorità di Vigilanza, ciascuna nel proprio ambito di competenza, definiscano e chiariscano norme specifiche e precise, tese alla regolamentazione del trasferimento – e delle relative modalità di scambio – dei dati tra gli operatori – direttamente o indirettamente – coinvolti nell’ideazione e promozione dell’offerta assicurativa, tenendo in considerazione il valore aggiunto per il cliente finale e le sue aspettative, date le best practice internazionali
Solo in tale contesto sarà poi possibile che si sviluppi anche un insieme di prassi operative corrette, che non possono trovare il loro “gioco” nel mercato, se le regole risultano non chiare o dettate ex post. In questo senso, ad esempio, la pronuncia dell’Autorità per la Concorrenza e il Mercato nel caso Telepass rischia di essere un passo indietro rispetto all’esigenza di chiarezza.
In altri termini, l’implementazione di una corretta e sostenibile prospettiva “open” nella condivisione di dati, sia nel mercato assicurativo sia in altri settori dell’ economia, risulta un aspetto centrale per lo sviluppo dell’offerta digitale e solo la diffusione di regole chiare e dettate “ex ante” potrà davvero essere d’aiuto per consumatori ed operatori.
Lo sviluppo dell’insurtech in Italia sarà rapido ed esponenziale e, come le rivoluzioni digitali che hanno già toccato altri settori (editoria, banking, travel, retail, etc), sarà nell’interesse del consumatore e da lui guidato. Al fine di garantirne uno sviluppo sostenibile, all’interno del quale il mercato italiano mantenga un ruolo di primo piano nel contesto europeo, dovremo lavorare insieme, istituzioni e aziende, pubblico e privato, su investimenti, competenze digitali e quadro normativo per creare un contesto ideale non solo per il cliente finale ma anche per gli operatori che operano nella nuova filiera assicurativa digitale.