Per il mondo assicurativo il dopo Covid-19 è già iniziato

La ricerca online di prodotti assicurativi per la salute è cresciuta nelle ultime settimane dell’800%, secondo la piattaforma di Yolo. Un segno di come sia cambiata rapidamente la percezione del rischio, sta per aprirsi una fase che richiederà all’industria assicurativa nuove risposte. Il commento dei fondatori di Yolo

Aggiornato il 23 Mar 2020

Gianluca De Cobelli

Ceo e Co-fondatore YOLO Group

Simone Ranucci Brandimarte

Presidente Italian Insurtech Association

assicurazioni covid-19

I dati, come spesso accade, aiutano a capire. La ricerca on line di prodotti assicurativi per la salute è cresciuta nelle ultime settimane dell’800%. In forte aumento anche la ricerca di coperture per annullamento eventi da rischi da contagio virale nelle attività di servizio (retail, turismo, trasporti) cresciuta di oltre il 650%.

Il traffico digitale sulle offerte di alcuni prodotti per la persona e la famiglia (casa, Vita, salute, animali domestici) e le richieste d’informazione (via mail telefono, chatbot) su questi prodotti sono aumentate del 30%. Un interesse di analoga entità si è registrato, da parte delle imprese, per le coperture dei rischi da business interruption.

Le tendenze sono state rilevate nelle ultime tre settimane dalla piattaforma di YOLO. Prevedibili, data l’eccezionalità dell’emergenza sanitaria che stiamo vivendo, ma forse anche anticipatorie di quanto vedremo nel prossimo futuro. Per una semplice ragione: la sensibilità di persone e imprese per la protezione dai rischi sarà molto più forte, e per lungo tempo, di quella che abbiamo conosciuto fin qui. Sta quindi per aprirsi una fase che richiederà all’industria assicurativa nuove risposte, in termini di prodotti e servizi di supporto, verosimilmente caratterizzate dall’impiego delle tecnologie digitali.

L’accelerazione delle innovazioni tecnologiche segue le crisi

E’ interessante notare che le due grandi crisi degli anni duemila (lo scoppio della bolla internet e il terrorismo globale nel 2000 e 2001; la crisi scatenata dai subprime nel 2008) hanno determinato un’accelerazione nella digitalizzazione delle abitudini di vita e consumo. Google, Amazon, Ebay e Paypal nacquero all’inizio degli anni duemila mentre la crisi del 2008 ha preparato il terreno allo sviluppo del fintech e alla diffusione globale di servizi di diversa natura (Uber e Airbnb per citarne qualcuno).

La crisi di questi giorni ha origini diverse (pur rispettando la periodicità decennale) ma lo schema potrebbe ripetersi: repentini cambiamenti nel mindset del consumatore determinati dalla profondità dell’impatto emotivo, emergere di una nuova domanda e nascita di servizi, (abilitati dall’innovazione tecnologica digitale) capaci di rispondere alle mutate condizioni.

Sarà così anche questa volta? E’ possibile. Le parole chiave del nuovo paradigma saranno disintermediazione, e-commerce, AI, teleworking, digital health e c’è da aspettarsi:

· una maggiore domanda di protezione legata alla percepita imprevedibilità e intensità degli eventi rischiosi (gli effetti del Covid-19 lasceranno prevedibilmente un segno indelebile);

· un uso più intenso dei canali digitali per individuare e acquistare i prodotti più adeguati ai nuovi bisogni.

E’ evidente che questo scenario metterà seriamente alla prova l’intera industria dei servizi alla persone alle imprese e che gli operatori fintech e insurtech assumeranno un ruolo centrale.

A che punto è l’industria assicurativa

Per affrontare con successo queste nuova fase l’industria assicurativa italiana dovrà lavorare su due fronti: l’offerta, in termini di estensione delle coperture e personalizzazione (se n’è avuta una prova di fronte alle richieste di questi giorni); l’organizzazione distributiva, per renderla più adatta al contesto socio-economico.

L’approssimarsi di un ciclo come quello appena descritto apre spazi inattesi. La penetrazione relativamente minore delle assicurazioni in Italia è stata a lungo motivata con una cultura italiana poco incline alla gestione preventiva dei rischi. Può essere. Certo, il mindset di famiglie, imprese e professionisti è destinato a cambiare: per rispondere a questa evoluzione servirà riformare l’industria.

Di qui l’urgenza, per compagnie e intermediari, di destinare risorse agli investimenti in tecnologia e capitale umano (funzionali all’innovazione dell’offerta e dei modelli operativi e di distribuzione) e di costruire alleanze strategiche per affrontare il mercato, più grande dell’attuale, che prenderà forma dopo la crisi.

Velocità d’intervento e capacità d’investimento, dunque: saranno questi due fattori, più che l’attuale posizione competitiva, a determinare la gerarchia nell’industria assicurativa come è già avvenuto in altri settori (banking, distribuzione retail, informazione).

L’agenda delle priorità per il prossimo futuro

In sintesi: stiamo per entrare in una nuova fase del mercato dei servizi; l’industria assicurativa italiana ha un’opportunità di sviluppo che potrà cogliere accelerando l’innovazione. L’agenda, per gli operatori della filiera, è fatta di cinque priorità.

1. Progettare strategie di business fondate sull’integrazione tra insurtech e modelli tradizionali.

2. Pianificare gli investimenti della propria impresa in capitale tecnologico e umano ma costruire alleanze anche per investimenti di sistema (nell’area della formazione, per esempio).

3. Dotarsi rapidamente di nuove competenze professionali e tecnologiche.

4. Progettare un’offerta customer centric e mobile centric.

5. Fare sistema per promuovere una normativa funzionale alla distribuzione della nuova offerta.

Se rispetteremo quest’agenda, daremo una risposta efficace alle nuove domande di protezione e sicurezza di cittadini e imprese, l’industria continuerà a contribuire alla crescita economica e, forse, non parleremo più di un Paese sotto assicurato.

Articolo originariamente pubblicato il 23 Mar 2020

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