Il crowdsurance è l’ultimo modello di assicurazione P2P.
Le startup insurtech P2P propongono variegati modelli di business: c’è l’italiana Axieme, per esempio, che attraverso la sua piattaforma permette alle persone di fare gruppi di acquisto, per polizze che si vanno a contrattare con le compagnie tradizionali.
Similare è Friendsurance, tedesca, che vuole essere una sorta di Groupon delle assicurazioni stesse, permettendo alle persone che utilizzano la sua piattaforma di creare online un gruppo tra utenti che utilizzano lo stesso prodotto assicurativo, corrispondendo un premio che include una parte destinata all’assicurazione standard (fornita da terze parti), sia una quota che sarà versata in un conto unico del gruppo. Per la copertura di indennizzi di lieve entità si attingerà al conto comune, mentre gli indennizzi più importanti saranno coperti dal provider assicurativo tradizionale.
C’è la francese Inspeer che ha ideato un tipo di polizza che interviene in una zona grigia del mercato assicurativo, quello della franchigia, permettendo ai suoi utenti di creare gruppi di solidarietà a copertura proprio del danno non coperto per via della franchigia.
Poi ci sono i modelli di quelle che potremmo definire le nuove compagnie, perchè non sono distributori ma vendono le proprie polizze e con modalità particolari:
Lemonade, naturalmente, che devolve una parte delle cifre incassate in beneficenza ed è proprio in questo che si evidenza la sua anima P2P: l’applicazione infatti propone ai clienti il “GIVEBACK” cioè chiede di nominare un ente di beneficenza quando acquistano una polizza.
Guevara, UK, vende le proprie polizze in cui una parte fissa viene considerata la fee per il gruppo, mentre un’altra parte viene devoluta a un fondo comune a copertura dei risarcimenti. Tutto quello che annualmente rimane dal fondo comune viene riutilizzato come base per abbassare il premio del gruppo l’anno successivo.
TongJuBao, Cina, molto simile a Guevara, in quanto si basa sulla creazione di comunità sociali o gruppi di clienti che aderiscono in qualità di membri e tutti i membri pagano due somme di denaro sul proprio conto di deposito. Uno è la tassa per l’amministrazione, l’altro è effettivamente un deposito di garanzia per coprire il rischio assicurato. Il rischio è ripartito sul gruppo. La tipologia di rischi che assicurati è fuori dall’ordinario: il successo di un matrimonio, i costi connessi alla scomparsa dei bambini, il divorzio, il posto di lavoro, cose che nessun altro assicura.
Il modello di business proposto dalla startup moscovita Insurion porta all’estremo il concetto di ‘piattaforma assicurativa P2P’ poichè permette a tutti di essere assicurati e a tutti di essere gli assicuratori, cioè è una piattaforma di crowdsurance.
Non è l’unica crowdsurance in circolazione, il concetto è in circolazione da un paio di anni anche se non in molti hanno utilizzato questo modello: la startup Rega, che ha già ottenuto investimenti attraverso una ICO, è la prima crowdsurance al mondo basata su blockchain; altri esperimenti sono stati la finlandese Fair Crowdsurance e la svedese SplitEx, di cui al momento non vi sono notizie recenti.
L’ultima arrivata è Insurion: nata nel 2015, su iniziativa di Artem Kokorin (ceo) e Denis Zorin (cto), la società è stata recentemente selezionata per il programma di accelerazione Fintech Innovation Lab e lavorerà per 12 settimane insieme ai partner assicurativi del programma.
La proposta di Insurion è attualmente più che altro una sperimentazione: al momento riguarda solo un tipo di rischio piuttosto leggero, quello del ritardo del proprio volo, contro il quale il cliente-utente può proteggersi con tre tipi di polizze diverse. Chi paga? Altri utenti, quelli che si icrivono alla piattaforma come ‘investitori’ che si trasformano in agenti.
La gestione della cosa da un punto di vista legale non sembra del tutto chiara, sul sito stesso nelle pagine Faq si dice:
Le compagnie di assicurazione tradizionali si assumono tutti i rischi assicurativi e devono quindi attenersi ai requisiti di capitale, alle riserve e ai requisiti di rendicontazione finanziaria. Legalmente INSURION non fornisce servizi assicurativi in quanto è il rappresentant di individui che decidono di coprire i rischi (risk take) e forniscono servizi di ricerca per i clienti che necessitano della copertura del rischio (risk givers). INSURION stabilisce un accordo di agenzia con ciascun risk taker. Un simile modello di business è nuovo e non è ancora regolato dalla legge.
Inoltre, stiamo lavorando anche al coinvolgimento di compagnie assicurative in qualità di risk taker, con lo stesso modello di agenzia. Così, in caso di mancanza di singoli risk taker la compagnia potrà coprire il resto dei rischi.
In definitiva, le compagnie tradizionali non sono necessariamente fuori dal perimetro, ma potrebbero trovare in questa startup attira millennial un nuovo canale distributivo.