Il ragazzo è intelligente, ma un po’ svogliato’, quante volte i genitori se lo sentono dire dai professori.
E’ una buona metafora per descrivere quello che sta succedendo nel settore delle assicurazioni on-demand, dove il potenziale è enorme, c’è un trend positivo, ma i numeri sono ancora bassi.
A fare il punto della situazioni una ricerca dell’Italian Insurtech Association (IIA), l’associazione senza scopo di lucro costituita da tutte le componenti della filiera del mercato assicurativo (compagnie e broker; banche e intermediari finanziari; società specializzate in tecnologie abilitanti e marketing digitale assicurativo, nata in Italia da circa un anno, con l’obiettivo di accelerare l’innovazione dell’industria assicurativa.
Secondo i principali dati di questa ricerca, nel 2020 c’è stato un incremento del transato (+250%) delle polizze on-demand e una maggiore conoscenza dell’offerta prodotti (+310%).
Guardando al bicchiere mezzo pieno, il 2020 è stato in effetti il primo vero anno in cui le polizze on-demand hanno iniziato a penetrare il mercato assicurativo italiano: sono state 385.000 le persone che hanno acquistato queste soluzioni, pari all’1,2% della popolazione digitale. La crescita, rispetto ai dodici mesi precedenti, è stata sia nel transato (250%) sia nella maggiore conoscenza del prodotto (+310%).
Gli incrementi sono a tre cifre, ma i numeri sono ancora lontani dalle medie europee: l’1,2% di penetrazione nel target digitale italiano – ovvero di coloro che hanno effettuato almeno 1 acquisto di beni e servizi on line negli ultimi 12 mesi – è limitato rispetto al 3,3% del Centro Europa e, soprattutto al 6,1% del Regno Unito.
Simone Ranucci, Presidente dell’Italian Insurtech Association, ha dichiarato: “Le polizze on-demand rappresentano una grande opportunità di crescita per l’intera filiera del mercato assicurativo. Le caratteristiche di flessibilità, personalizzazione e trasparenza che qualificano l’offerta on demand sono la risposta potenzialmente più efficace per rispondere ai bisogni emergenti di protezione, alle nuove abitudini di consumo e per raggiungere segmenti di mercato fin qui non raggiunti dall’offerta. Presenteremo a breve i risultati di uno studio sul potenziale di crescita delle polizze on-demand: stanno emergendo indicazioni che daranno certamente impulso agli investimenti delle compagnie assicurative”.
Quali sono le polizze on-demand?
Sul mercato sono attualmente presenti quattro tipologie di polizze on-demand: instant, cioè che si attivano al momento dell’acquisto; micro, ovvero con un prezzo molto conveniente, in quando ristrette ad un periodo temporale ristretto o ad un singolo evento; pay-per-use, cioè pagabili sulla base del reale utilizzo; inclusive, ovvero offerte in bundling ad un prodotto o servizio venduto in modalità digitale.
Gli italiani conoscono le polizze on-demand?
Secondo lo studio, l’11% della popolazione digitale italiana è consapevole dell’esistenza delle polizze on-demand. Tra le 385.000 persone che hanno acquistato una delle quattro tipologie negli ultimi 12 mesi, ai primi posti troviamo le soluzioni inclusive (55%) e quelle pay-per-use (33%, in particolare per la casa o gli animali domestici). Mentre instant e micro (specie per coperture infortunio giornaliere e coperture viaggi giornaliere) pesano rispettivamente per il 32 e il 23%.
La quasi totalità (97%) si è mostrata soddisfatta sia dell’esperienza di acquisto che del prodotto, nonché disponibile al riacquisto.
Solo il 24% di coloro che hanno acquistato un prodotto assicurativo on-demand non aveva mai acquistato una polizza assicurativa, mentre quasi uno su tre (32%) ha utilizzato più di un prodotto on-demand nel corso del periodo in oggetto. Circa due terzi degli acquisti (65%) avviene in concomitanza con l’acquisto di un altro bene o servizio digitale.
Quali sono i canali di acquisto?
Interessanti anche i dati che riguardano il canale: il 60% ha affermato di aver acquistato tali polizze da un distributore non assicurativo (es. banca, utility, e-commerce), il 35% da un broker digitale e solo il 5% da una compagnia.
Anche in relazione ai futuri acquisti, i clienti preferiscono (41%) il canale banca; al secondo posto (21%) brand riconosciuti del mondo telco, utility ed e-commerce; al terzo (18%) Amazon ed Apple.
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