L’insurtech italiano è ancora debole, per questo nasce Italian Insurtech Association (IIA) per rappresentarlo, sostenerlo e creare le condizioni favorevoli per il suo sviluppo. “Il nostro obiettivo è accelerare nei prossimi 5/10 anni il processo di digitalizzazione della filiera assicurativa”, spiega il presidente Simone Ranucci Brandimarte (vicepresidente è Gerardo Di Francesco). Enabling Insurtech Ecosystems è il claim della neonata Associazione. Questa missione con attività formative e di comunicazione e anche attraverso il confronto con l’autorità di vigilanza sull’attività assicurativa e con le istituzioni di riferimento per l’innovazione e l’Agenda Digitale Italiana. L’IIA promuoverà ogni anno un Insurtech Summit. La prima edizione sé in programma a Milano il 17 settembre.
Alle origini dell’Italian Insurtech Association c’è una preoccupazione: il mondo delle assicurazioni è ancora poco digitale e gli investimenti in innovazione sono ancora troppo pochi. Gli italiani sono sempre più utenti di servizi digitali, un terzo della popolazione ha utilizzato nel 2019 almeno un servizio fintech secondo l’Osservatorio Fintech e Insurtech del Politecnico di Milano e ormai quasi il 90% dei clienti delle banche operano on line. La diffusione delle assicurazioni digitali, invece, è ancora scarsa, percentuali a una cifra sul totale della raccolta premi.
Il 2019 è stato un anno record per l’insurtech con 6,8 miliardi investiti nel mondo attraverso 250 operazioni (+62% rispetto ai 2,6 miliardi rispetto al 2018) ma in Europa sono stati investiti solo 897 milioni. L’Italia, negli ultimi tre anni, ha assorbito meno del 5% del totale investito in Europa: è urgente colmare questo ritardo, altrimenti le aziende italiane rischiano di perdere competitività sul mercato globale. Non solo: senza innovazione è destinata a crescere la distanza fra l’offerta e la domanda che arriva dalle nuove generazioni. Secondo una recente ricerca McKinsey, l’85% dei millennial ritiene che le polizze assicurative non rispondano ai loro reali bisogni; l’82% degli assicurati cambierebbe compagnia se avesse un’opportunità; l’87% non è soddisfatto della gestione dei sinistri e dei servizi di assistenza.
Simone Ranucci Brandimarte, che si occupa digitale da circa 15 anni (nel 2007 è stato cofondatore di Digitouch, di cui è adesso presidente, e nel 2017 di Yolo, startup che ha sviluppato una piattaforma di insurance on demand su cui ha investito anche Intesa Sanpaolo) è socio fondatore di IIA insieme con Gianluca De Cobelli (co-fondatore di YOLO Group), Gerardo Di Francesco (managing partner di Wide Group, società di brokeraggio assicurativo), Alfredo Scotti (President KT&Partners), Cristiano Flavio Josef (manager di Swiss Re Zurich), Net Insurance (compagnia assicurativa), Propensione (società d’intermediazione assicurativa) fondata da Giancarlo Scotti, Wide Group, YOLO e lo Studio Legale D’Argenio Polizzi e Associati. Ai dieci fondatori si sono aggiunti 35 soci rappresentativi di tutte le componenti imprenditoriali e professionali dell’industria insurtech. L’IIA, inoltre, è aperta alle imprese industriali e commerciali interessate a integrare l’offerta ai propri clienti con prodotti assicurativi ed anche a singoli Professionisti di settore interessati a crescere in competenze in settore insurtech. E’ possibile associarsi proponendo la candidatura al link https://www.insurtechitaly.it/Registrazione
IIA orienterà la sua in azione nella direzione degli obiettivi stabiliti dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Sostenibile e sin dalla nascita fa parte di un network internazionale di associazioni: la Global Insurtech Association, che si prefigge l’obiettivo di accelerare la creazione di best practice internazionali. “C’è molto da fare, con urgenza, per dare una risposta efficace alla nuova domanda e bisogna operare su diversi fronti”, dice il presidente Ranucci Brandimarte. “L’IIA, per questo, si propone come associazione aperta a tutti gli attori della filiera per rappresentarli anche nel confronto con le istituzioni”.
“Accelerare la digitalizzazione deve diventare un obiettivo sistemico perché un settore assicurativo digitalizzato, oltre a proteggere meglio cittadini e imprese, può dare un impulso rilevante alla crescita economica”, aggiunge il vicepresidente Gerardo Di Francesco. “Serve, per questo, il coinvolgimento di tutti gli stakeholder, delle associazioni che li rappresentano e delle istituzioni di mercato: l’IIA si propone di promuovere questa partecipazione e indirizzarla verso obiettivi comuni”.