Mercoledì 6 dicembre scorso, presso la Camera dei Deputati a Roma, si è tenuta l’audizione della Presidente dell’Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici (Ania), Maria Bianca Farina. Il contesto è un’iniziativa avviata dalla Commissione Finanze qualche mese fa, che ha promosso un’indagine conoscitiva sulle tematiche relative all’impatto della tecnologia finanziaria sul settore finanziario, creditizio e assicurativo.
“Più che di Fintech parlerei di Insurtech, in riferimento a tutta l’innovazione prodotta soprattutto dalla tecnologia nel campo assicurativo – ha precisato Farina -. Vorrei far presente che nel nostro settore ci si rivolge con questo termine a tutti i servizi alle persone e alle imprese che rappresentano qualcosa in più del Fintech che riguarda solo i servizi finanziari”.
Per cogliere le opportunità dei cambiamenti sostanziali apportati dall’innovazione, infatti, è necessario capire le linee di sviluppo ma anche le strategie che gli operatori assicurativi stanno mettendo in atto. I fattori abilitanti dell’innovazione tecnologica sono diversi, il che presuppone non solo una regolamentazione per gestire tutti questi cambiamenti ma anche nuove modalità di finanziamento di tutti gli investimenti anche infrastrutturali importanti che devono essere fatti per abilitare tutta questa novità tecnologica in modo tale da permettere che le risorse e i servizi possano essere sfruttati e condivisi al meglio.
Il cambiamento è molto più di una carrellata di tecnologie
Come ha sottolineato nella sua audizione la presidentessa dell’ANIA, le principali tipologie di iniziative assicurative qualificabili come Insurtech applicate al mondo assicurativo includono una serie di sistemi e di soluzioni da cui si sviluppano una moltitudine di servizi crescenti.
Tanti e diversi gli esempi citati, dai portali comparativi online ai broker digitali, dalle specifiche app studiate per i telefoni al cosiddetto P2P Insurance, ovvero quella modalità di sharing basata sul principio della mutualità fai da te che mette in contatto privati che sono interessati allo stesso rischio e alla stessa copertura per arrivare all’on demand insurance, in cui l’offerta assicurativa è prevista per periodi di tempo predeterminati.
“Il comparto assicurativo si sta affacciando anche ai temi della Blockchain e degli smart contract – ha detto Farina -: si tratta di soluzioni interessanti che permettono transazioni realizzate attraverso un sistema di database che intanto non consente manomissioni, dando certezze, ma allo stesso tempo consente discorsi diretti tra uno a uno, uno a molti o da molti a uno. Questa sarà probabilmente una delle tecnologie che avrà impatti significativi sul nostro mondo. Al fianco di questo aspetto si aprono però nuove opportunità di mercato con soluzioni assicurative più mirate. Per esempio le scatole nere montate sulle auto di cui siamo i maggiori utilizzatori al mondo, sfioravano i 5 milioni a fine 2016. La black box documenta bene gli incidenti ma ha anche contribuito a diminuirli visto che hanno avvisatori dei comportamenti di guida che attivano misure di prevenzione”.
L’apporto di queste innovazioni tecnologiche attenua i rischi e innesca dei cicli virtuosi di prevenzione, portando il mondo assicurativo a orientarsi sempre più verso servizi e strumenti finalizzati alla maggiore prevenzione possibile.
Questo contribuirà a colmare l’ampio gap che separa l’Italia dagli altri Paesi europei che hanno una quota assicurativa più alta della nostra. Al momento, infatti, l’Italia è più vulnerabile, esposta a rischi che possono frenare lo sviluppo. Prevenzione e gestione dei danni eventuali in una chiave più innovativa e ed evoluta potranno favorire una mutualità della condivisione dei rischi più vantaggiosa per tutti. Quello che è certo è che il mutamento sostanziale e radicale dei consumatori impone oggi un forte ripensamento dei ruoli e degli obiettivi delle compagnie assicurative.
Il consumatore è cambiato e l’offerta cambia di conseguenza
Allungamento dell’età media, cambiamenti climatici ma anche e soprattutto una nuova cultura dell’informazione contribuiscono a definire nuove domande e, dunque, nuove tipologie di offerta.
Capita sempre più spesso che i clienti, prima di acquistare una soluzione assicurativa, facciano ricerche online e arrivino molto più informati nel momento della stipula del contratto.
“Nascono nuove richieste dei consumatori orientate sui servizi di prevenzione e assistenza – ha spiegato la presidentessa di Ania -. I consumatori più giovani, inoltre, non sono più interessati al possesso dei beni e chiedono la protezione di beni che usano ma di cui non hanno la proprietà e questo è un bel cambiamento. In sostanza il cliente ha più in generale un’attesa in termini di rapidità, trasparenza, semplicità di acquisizione del servizio pari a quella che loro stessi ottengono nel web accedendo alle grandi piattaforme. E questo richiede, di nuovo, al mondo assicurativo cambiamenti molto importanti. Mentre prima si stabilivano ex ante i rischi ai quali un certo cluster di clienti era esposto e su quelle conoscenze si basavano calcoli e servizi, i moderni sistemi di monitoraggio del nostro stile di guida o di vita consentono di definire questo rischio in maniera dinamica e non più statica. Pertanto, ad una mutualità tradizionale, si va sostituendo una mutualità dinamica e tecnologica. E questo cambia la professione stessa di fare l’assicuratore”.
Come e perché è necessario pensare a una nuova regolamentazione
Dietro all’innovazione tecnologica e al cambiamento si affacciano una serie di provider che scendono nell’agone assicurativo come competitor. I casi emblematici citati da Farina sono le grandi piattaforme di Google e Amazon, che stanno pensando di integrare il proprio business in maniera orizzontale, vendendo e producendo assicurazioni.
Il focus dell’attenzione evidenzia una grande vicinanza e in qualche caso sovrapposizione di rischi e di servizi tra le industrie. Questo significa che la competizione per accaparrarsi le risorse e per poter collocare i propri prodotti, possa non avvenire all’interno del proprio settore di attività, diventando cross su più industrie. Chi si accaparrerà per primo le risorse e i fattori produttivi più utili, come ad esempio la gestione dei dati, avrà un indubbio vantaggio.
“Tutta questa ricchezza di dati fa emergere naturalmente anche delle criticità significative: prima di tutto il discorso della privacy e della proprietà dei dati – avverte Farina -. A mio giudizio dovremo convergere verso un mondo in cui sia divisa la proprietà dall’utilizzo: e sarebbe opportuno che l’utilizzo fosse dato a tutti coloro che ne beneficiano. In generale, per gestire questi grandi cambiamenti e farli diventare delle opportunità per tutti è necessario che la regolamentazione li faciliti e li consideri perché molte delle nostre regole sono legate a un mondo in cui queste tecnologie non c’erano.
Stiamo parlando di RegTech e debbo dire che ci sono molti studi da noi e in Europa e molte iniziative che mirano a promuovere l’innovazione finanziaria nelle giurisdizioni. Tra queste l’innovation hub in cui i regolatori offrono assistenza ad hoc alle imprese che non sono abituate alla regolamentazione finanziaria o hanno dei dubbi e le sand-box di cui abbiamo visto esempi in Inghilterra. Anche noi insieme all’Ivass stiamo studiando e avviando una sand-box in Italia per sperimentare in vitro nuovi contratti e nuove procedure con una regolamentazione meno invadente. Siamo convinti che tutte queste iniziative debbano rispettare i principi chiave della vigilanza che sono la neutralità tecnologica, la proporzionalità, l’integrità del mercato ma soprattutto la tutela del cliente che è il bene il prezioso”.
La presidentessa dell’Ania ha colto l’occasione anche per sottolineare come, pur sia importante offrire semplificazioni per le start up, sia altrettanto importante offrire pari opportunità agli operatori che già stanno sul mercato. L’obiettivo di regolatori e supervisori, infatti, devono essere volti ad assumere iniziative e a creare strumenti a supporto dell’innovazione e a beneficio dei consumatori in cui possano operare non solo i nuovi soggetti ma anche tutti quegli assicuratori tradizionali che stanno sviluppando soluzioni innovative.
“Un fattore abilitante dell’innovazione tecnologica – ha ribadito Farina – è il finanziamento degli investimenti che sono importanti e servono a creare i presupposti affinché l’innovazione tecnologica possa diventare esperienza concreta. Penso alle smart cities, all’uso dell’elettricità per le auto, alla fibra. E da questo punto di vista noi assicuratori possiamo porci nella doppia veste di chi sviluppa queste iniziative e dall’altro come investitori istituzionali”.